Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
FIORI E NON SCHIAFFONI GIANNINI, CON LEZZI SI SCUSI
No, caro assessore regionale ai trasporti Gianni Giannini. Giù le mani da Barbara Lezzi, la pasionaria pugliese del Movimento Cinque Stelle, che per una congiuntura cosmica ricopre il ruolo di ministra per il Sud. A fine luglio, in conferenza stampa, la ministra come un fiume in piena riempì di insulti il presidente Michele Emiliano
Il governatore era reo di avere chiesto aiuto ad Alessandro Di Battista per la vicenda Tap. Volarono paroloni, il governatore diede della maleducata e accusò di sgarbo istituzionale la ministra. Tutto finì lì. Almeno così sembrava.
L’assessore pugliese, in un fuorionda, dopo un mese si lascia sfuggire che la ministra sarebbe da prendere a schiaffi. Anzi a schiaffoni. Parole pesanti, inopportune nei confronti di un ministro della Repubblica. A freddo, è difficile sostenere la tesi di una dichiarazione «fuori dal sen fuggita». Nè la vicenda può essere derubricata a una banale caduta di stile. Perché, in gioco c’è ben altro. C’è il rapporto tra la Regione e il governo centrale su questioni essenziali (Tap, Ilva, Xylella), guidato dal pugliese Giuseppe Conte, che non può essere inficiato da questo “incidente”. Per questo il presidente Emiliano non può restare silente. Se un assessore della sua giunta non controlla il suo eloquio, si pone oggettivamente un problema politico di compatibilità.
Anche perché, il Paese, di tutto ha bisogno, meno che dell ’incattivimento generale. Segnali preoccupanti di un ritorno a un clima da anni Settanta non mancano: lo scontro tra tifoserie non fa bene al Paese e alla Puglia. Per questo alla politica è richiesta sobrietà e moderazione di linguaggio. A maggior ragione poi, per esponenti di una giunta regionale che, nella sua figura apicale non ha una posizione di contrapposizione “a prescindere” verso il nuovo corso. Emiliano tragga le conseguenze. E all’assessore Giannini un consiglio: chieda scusa alla ministra Lezzi, le invii un mazzo di fiori. E se proprio si vuol togliere qualche sassolino dalle scarpe, le regali una copia della Costituzione.