Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

L’ULTIMO TRENO PER IL TURISMO

La qualità c’è, i trasporti meno

- Di Leonardo Palmisano

Ma davvero dobbiamo leggere i cali dei flussi turistici come una iattura? Non possono essere interpreta­ti, al contrario, come un beneficio, una sanzione del mercato che indirizza verso l’innalzamen­to della qualità ricettiva e verso una maggiore sostenibil­ità ambientale dell’offerta? Pensiamo al rapporto tra la costa e l’interno, che è uno dei fattori che sta favorendo la crescita controllat­a del turismo sardo. La costa pugliese è una sorta di grande cartolina regionale, che dal Gargano a Leuca si propone sul mercato senza grossi addentella­ti con l’interno, salvo in alcuni periodi ed in alcune aree specifiche. Lo stesso per le aree interne, come la Valle d’Itria, la Murgia barese e quella tarantina, il Subappenni­no Dauno, il cui naturale fascino spesso non incrocia il turista balneare. Questa frattura involontar­ia si è creata perché, nonostante la promozione istituzion­ale sia andata nella direzione della complessit­à, la promozione privata ha seguito percorsi di immediata spendibili­tà balneare. Se vogliamo, Gallipoli paga il suo essere stata reclamizza­ta dai tour operator come un fatto turistico totalizzan­te, quasi fosse il condensato dei caratteri di tutta la costa pugliese. Per questo altri territori costieri hanno inseguito, sbagliando, Gallipoli come modello.

Lo stesso sta accadendo, in positivo però, per la Valle d’Itria, che si attesta come modello pugliese virtuoso che non si spaventa degli eventuali cali dei flussi, ma sa approfitta­rne per provare a innalzare la qualità dell’offerta (e dell’offerta culturale) e a destagiona­lizzarla. Un esempio sono i pacchetti che alcune imprese del Gal Valle d’Itria stanno pensando di promuovere presso le famiglie italiane e straniere, anche fuori della stagione agostana. Famiglie significa tre cose almeno: fruizione a basso impatto sui luoghi, fiducia nel territorio e continuità economica su più generazion­i di turisti e di operatori. Sostenibil­ità vera, insomma, che va irrobustit­a con investimen­ti pubblici importanti e massicci nel trasporto su rotaia. È assurdo che Cisternino e l’interno del Salento debbano essere raggiunti con grande fatica dai treni delle ferrovie Sud Est (se vogliamo, vale anche per le Ferrovie Appulo Lucane da e verso Matera e per quelle del Gargano). In altri termini, i modelli turistici virtuosi in Puglia ci sono, ma vanno studiati e sostenuti con l’intensific­azione dei servizi pubblici e con la creazione di una sofisticat­a cerniera di iniziative ed eventi tra costa e interno.

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