Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Mafia nel ghetto, Palmisano minacciato di morte
FOGGIA LA DENUNCIA DEL SOCIOLOGO DOPO IL SUO REPORTAGE PER IL CORRIERE A BORGO MEZZANONE
Il sociologo e scrittore barese Leonardo Palmisano ha denunciato alla polizia postale di avere ricevuto minacce di morte su Messenger dopo la pubblicazione il 25 aprile scorso sul Corriere del Mezzogiorno, di un suo reportage su presunti legami tra la mafia garganica e quella nigeriana per la gestione della prostituzione e lo spaccio di droga nel Nord della Puglia. Palmisano avrebbe scoperto la presenza di esponenti della organizzazione criminale nigeriana nel ghetto di Borgo Mezzanone.
Il sociologo e scrittore barese Leonardo Palmisano (in foto) ha denunciato alla polizia postale di Bari di avere ricevuto minacce di morte attraverso Messenger. Minacce arrivate dopo la pubblicazione, il 25 aprile scorso sul Corriere del Mezzogiorno, di un articolo dal titolo «Foggia, il ghetto di Borgo Mezzanone dove mafie e stranieri sono alleati». Si trattava di un dettagliato reportage dalla più grande baraccopoli d’Europa dove la criminalità organizzata è riuscita a infiltrarsi. In particolare, il servizio parlava delle rete dei clan nel ghetto, della prostituzione e dei mezzi con i quali la droga viene introdotta a Borgo Mezzanone. L’inchiesta dell’editorialista del Corriere del Mezzogiorno è parte di uno studio più ampio sul presunto radicamento della mafia nigeriana in Africa e in Europa, e in particolare in Italia come paese di passaggio. L’inchiesta è anche stata successivamente ripresa dal Corriere della Sera con un articolo pubblicato a fine maggio.
Le minacce a Palmisano, secondo quanto accertato finora dalla polizia postale, sarebbero partite da 5 differenti profili fake di ragazze nigeriane. I messaggi, una volta letti dal destinatario, si sarebbero autodistrutti cancellando prove evidenti. Questo elemento porterebbe gli investigatori a ipotizzare che dietro le minacce ci siano gruppi ben organizzati. Pare addirittura che esista una black list, gestita da un server in Nigeria, in cui vanno a finire i nomi di coloro che si occupano del caporalato e della ramificazione della criminalità a Borgo Mezzanone. «A Facebook - ha detto Palmisano - chiederemo copia delle conversazioni che in realtà sono state unilaterali. We kill you, ti uccideremo, era scritto nei messaggi dietro cui non ho trovato corrispondenza e spariti subito dopo averli letti in allegato a copia degli articoli pubblicati».
Ieri intanto lo scrittore sulla sua bacheca Facebook ha scritto «We Kill You questo mi scrivono mentre porto avanti un’inchiesta per un nuovo libro e scopro legami tra caporalato, sfruttamento della prostituzione e mafia nigeriana. Da questa inchiesta nasce l’articolo sottostante, (ha postato l’articolo del Corriere, ndr) fotografato e inviatomi con la minaccia di morte. Io denuncio, formalmente, e vado avanti. #youwontstopme».