Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Emiliano contro l’asse tra renziani e vendoliani
IL RETROSCENA LA RICHIESTA DI PRIMARIE MIRA A SCONGIURARE L’UNIONE TRA I SUOI AVVERSARI INTERNI
Dopo l’autocandidatura alle Regionali 2020 e la richiesta di primarie, si chiariscono le motivazioni che hanno indotto Michele Emiliano ad accelerare. Egli teme la saldatura tra i renziani del Pd e i vendoliani di Sinistra italiana. Teme di vedere trasformare i suoi molti avversari in un nucleo politicamente attrezzato.
«In questa nuova fase politica BARI bisogna navigare nell’interesse dei cittadini. Occorre badare alle cose da realizzare e partire da programmi comuni: invece di caricarci reciprocamente a testa bassa, proviamo a procurarci le occasioni di sviluppo. Mi auguro di succedere a me stesso, come ho annunciato, ma vedremo». Michele Emiliano parla di se stesso mentre in Consiglio regionale si discute di infrastrutture (approvata una mozione di Nino Marmo, FI, che chiede di studiare col governo la possibilità di realizzare l’autostrada verso il Salento). Si parla di questioni concrete. Ma quando il governatore prende la parola, tra le questioni amministrative fa capolino la politica. C’era da aspettarselo dopo l’annuncio di volersi ricandidare nel 2020 e dopo la sua richiesta di indire elezioni primarie, a novembre, per consentirgli di procedere spedito nell’ultimo periodo della legislatura. Oppure, così proclama, per dare tempo a chi lo dovesse sconfiggere di farsi strada verso le urne. Emiliano motiva la sua richiesta additando il Pd che sente «avversario» e «una parte della componente renziana» schierata contro di lui. Ne avverte l’ostilità e prova a giocare d’anticipo.
Nei conversari privati delle ultime ore, Emiliano è stato più esplicito. Egli non teme semplicisticamente i renziani, bensì «la saldatura» tra la componente renziana e i vendoliani di Sinistra italiana, il cui unico consigliere (Mino Borraccino) è uscito dalla maggioranza. Ecco dunque il vero timore: vedere trasformare i suoi molti avversari in un nucleo politicamente attrezzato al punto da nuocergli. In altri termini: una cosa è immaginare Sinistra italiana (sotto le insegne di Leu) correre da sola con il rischio concreto di non superare neppure lo sbarramento di coalizione all’8 per cento. Ben altra e temibile ipotesi è immaginare che la sinistra possa saldarsi con un pezzo di Pd allo scopo di candidare un’altra figura che non sia Emiliano. Non per nulla, da più parti si avanza il sospetto che il governatore stia preparandosi alla eventualità di un Pd spaccato in due (pro e contro Emiliano) e alla possibilità di allestire una coalizione allestita sulle sole liste civiche.
Eloquente dello stato d’animo del governatore è il siparietto di ieri mattina con il segretario di SI Nico Bavaro, a margine dei lavori del Consiglio. «Allora – dice Emiliano – vedo che mi chiedi di farmi da parte. Ma chi vuoi mettere, Vendola forse»? Replica: «Ma quando mai? Scegliamolo assieme il candidato». Emiliano: «Allora facciamo presto le primarie, io propongo novembre». Bavaro, ironico: «Ma no, facciamole domenica prossima».
Emiliano, tuttavia, non ha voglia di scherzare. Anche ai suoi assessori, alla fine della giunta di ieri, ha detto di tenersi pronti per l’autunno. E a chi gli ha fatto osservare che è troppo presto, ha replicato che potrebbe essere «dicembre o anche gennaio, ma bisogna farle».
Emiliano gioca a tirare la corda. Non tocca al presidente di indire le primarie, bensì ai partiti. Ma il Pd, per lui, è un’esperienza residuale. Attende in questi giorni le motivazioni della sentenza della Corte costituzionale che ribadisce il divieto per i magistrati come lui di iscriversi ai partiti. Per di più, si aspetta che concluse le Europee e le Comunali di Bari (primavera 2019) con un Pd compatto, da Roma arrivi la designazione di un altro candidato per le Regionali. Emiliano non vuole fare regali: sosterrà il Pd alle Europee e il sindaco Decaro alle Comunali se sarà lui il candidato per la Regione. Ecco spiegata l’accelerazione.
«Non s’è mai visto chiedere le primarie con due anni di anticipo – dice il segretario del Pd, Marco Lacarra - e per di più con un partito alla ricerca di una identità. Stabiliamo un patto di fine legislatura e chiudiamo la realizzazione del programma in Regione». «Autoconvocare le primarie oltre un anno prima della scadenza del mandato – dice l’ex deputato Fritz Massa, area Orlando – è una stravaganza priva di senso comune». Bavaro, da parte sua, commenta le dichiarazioni del governatore alla Gazzetta del Mezzogiorno: «Dice di voler dialogare con tutti, destra e 5 Stelle: per lui va bene qualsiasi cosa pur di continuare a fare il presidente di Regione».
«Emiliano – si legge in una nota della segreteria del Partito socialista – non vuole fare le primarie. L’attacco al suo partito ha tutto il sapore di un ultimatum alla ricerca di un alibi per mollarlo nella forma, visto che nella sostanza lo ha mollato da tempo».
La dichiarazione
«In questa nuova fase politica bisogna navigare nell’interesse dei cittadini»