Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Duse, la scuola media che fa lezioni sul sesso
Nel programma della media «Duse» un corso sull’affettività Il dirigente Marchitelli: «Sarà un progetto di poesia e di amore»
Èstato etichettato come un corso di affettività. Il progetto della scuola media Duse di Bari, al quartiere San Girolamo, si articolerà in 20 ore di lezione per aiutare gli studenti a combattere i tabù e trattar meglio le donne.
Al mattino le classiche BARI materie di studio, dall’italiano a storia e matematica. Nel pomeriggio, invece, lezioni sul sesso. Sì, proprio quella parola tabù che adesso entra di diritto nel programma didattico. Non certo per farne il manuale del perfetto seduttore – pur trattandosi della scuola media Eleonora Duse, musa di dannunziana memoria – ma per spiegare ai ragazzini tutti gli aspetti di un mondo ancora inesplorato o precocemente vissuto. Tra dubbi, chiarimenti, falsi miti, rischi e pericoli. «Parleremo anche di prevenzione, dell’uso del profilattico, degli anticoncezionali e delle malattie sessualmente trasmissibili» dice fiero il prof.
Lui è Gerardo Marchitelli, dirigente scolastico di lungo corso della media Duse, al quartiere San Girolamo di Bari e non nuovo a iniziative insolite. E per l’imminente inizio dell’anno scolastico ha deciso di lanciare una nuova sfida. Questa volta a far parlare non saranno i libri digitali fai da te – qui il cartaceo è stato mandato da tempo in soffitta per la gioia delle tasche dei genitori – né le app per pagelle e voti, né tantomeno le impronte digitali per registrare le presenze degli studenti tra i banchi, ma un corso sull’affettività. Un pool di esperti, formato da psicologi, sessuologi e docenti di biologia, che spiegheranno ai ragazzi cos’è realmente il sesso tentando di scardinare pregiudizi, errori e differenze. Il tutto in venti ore di lezioni pomeridiane ed extracurriculari, al via da ottobre e rivolte ai circa cento ragazzi delle cinque classi terze. Insomma i 13enni e i 14enni pronti sì al salto verso il ciclo delle scuole superiori ma anche verso la fase più delicata della loro crescita, l’adolescenza.
«Non c’è nulla di cui vergognarsi, sarà un corso sull’amore, un progetto di poesia, mica un corso su come rapinare una banca! Suvvia, il sesso è una cosa naturale, tutti lo facciamo. Vogliamo solo educare i ragazzi al rispetto e alla pacifica coesistenza con l’altro sesso e credo che debba diventare necessariamente una materia di studio nella scuola italiana. Spesso dai miei ragazzi sento dire cose inaudite, parlano del sesso in modo fantasioso e pericoloso. È arrivato il momento di spiegare come stanno realmente le cose», dice Marchitelli.
Il corso sull’affettività è già stato deliberato dal collegio dei docenti e con l’inizio dell’anno scolastico sarà comunicato alle famiglie. «Pur non essendo indispensabile – dice ancora il dirigente – chiederemo ai genitori il consenso e lezione dopo lezione li informeremo sui programmi e sui contenuti. Polemiche? Non credo, mi auguro il più ampio consenso. Noi della scuola diremo ai ragazzi quello che a casa i genitori non hanno il coraggio di dire e di affrontare. Del sesso bisogna parlarne per educare i ragazzi a diventare uomini e donne del domani. E per evitare comportamenti sbagliati che possono mettere a rischio anche la vita».
L’idea di Marchitelli nasce da diverse esperienze raccolte sul campo in questa scuola di periferia, dove famiglie e studenti hanno imparato a rimboccarsi le maniche. Anche solo per pulire e ridipingere le aule. «In un anno – racconta il professore - mi sono ritrovato a scuola due adolescenti che nemmeno sapevano di essere incinte. Senza parlare delle espressioni utilizzate dai ragazzini, frasi e modi di dire che spesso rispecchiano il loro contesto familiare con la donna, che sia la loro madre o la sorella, vista come un oggetto, come qualcosa da sottomettere. Noi educheremo anche all’amore e all’innamoramento spiegando a una ragazzina che al primo ceffone che lui ti dà, hai il diritto e il dovere di lasciarlo e di raccontare tutto. Purtroppo continua Marchitelli - assistiamo a un maschilismo dilagante e devastante. Non posso più tollerare che uno studente mi dica che non vuole avere al banco una compagna perché è donna. E io gli ho risposto che una donna non è mica una fogna. Educhiamo perciò al rispetto delle differenze, al rispetto reciproco tra uomo e donna. Sarà un progetto di poesia e di amore, vedrete».
Con le famiglie Informeremo i genitori su programmi e contenuti, mi auguro il più ampio consenso
Alunni sessisti Spesso ascoltiamo dai maschietti in aula frasi che rappresentano le donne come un oggetto