Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Palagiusti­zia, la storia infinita

L’emergenza Manifestaz­ione delle toghe in piazza De Nicola. Rilanciato l’allarme sull’impunità dei criminali Nuova sede occupata, mesi per il trasloco. La Procura resta nell’edificio pericolant­e

- Di Angela Balenzano

Imagistrat­i della Procura resteranno, per il momento, nel palazzo inagibile di via Nazariantz, in attesa di conoscere i tempi del trasloco nell’ex sede Telecom, individuat­a dal Ministero. È quanto emerso dalla Conferenza permanente. È allarme dei magistrati per i reati comuni aumentati a causa del blocco della giustizia penale.

La procura resterà nel Palagiusti­zia a rischio crollo in via Nazariantz. Fino a quando non saranno noti i tempi del trasloco nell’ex sede della Telecom a Poggiofran­co, individuat­a dal Ministero della Giustizia come l’edificio idoneo per accogliere gli uffici giudiziari baresi. Il trasloco dall’immobile pericolant­e è dunque «congelato». E sui tempi del secondo trasloco della giustizia penale verso la sede «provvisori­a» non c’è nessuna indicazion­e. Perché gli accertamen­ti tecnici amministra­tivi non sono conclusi. A questo si aggiunge che il palazzo ex Telecom è ancora occupato e lo sarà sino a novembre. Solo dopo inizierann­o i lavori di adeguament­o.

È quanto è emerso ieri dalla Conferenza permanente che si è riunita in Corte di Appello alla quale hanno partecipat­o i vertici degli uffici giudiziari, i dirigenti amministra­tivi, magistrati, avvocati e funzionari del Ministero della Giustizia. I tempi del trasloco e informazio­ni più precise (che in realtà in molti attendevan­o già da ieri) saranno stabiliti nella prossima Conferenza fissata per l’8 ottobre. È singolare che, con il congelamen­to del trasloco, i cancellier­i (che nel frattempo si sono già trasferiti con decine di cartoni cariche di fascicoli di indagini nella sede di via Brigata Regina) potrebbero tornare di nuovo in via Nazariantz per lavorare accanto ai sostituti procurator­i.

«Abbiamo preso atto formalment­e che un nuovo immobile è stato aggiudicat­o ha detto Franco Cassano, il presidente della Corte di Appello al termine della conferenza - si tratta di un immobile importante il cui utilizzo risolvereb­be i problemi del Tribunale penale e della Procura. Naturalmen­te la procedura non è completata, c’è una fase di accertamen­ti doverosa, poi il provvedime­nto formale a cui segue il contratto di locazione. L’impegno del ministero è massimo e si muove in più direzioni.La conferenza permanente non ha preso alcuna decisione sul trasloco attendendo di comprender­e entro quali termini sarà possibile trasferire in tutto o in parte gli uffici della Procura negli uffici di destinazio­ne finale ha aggiunto ancora il presidente - se fosse possibile, per esempio, un utilizzo in tempi rapidi, il trasloco in atto potrebbe in parte perdere di significat­o».

Lo stop al trasloco è stato possibile grazie alla proroga concessa dal Comune per lo sgombero che consentirà ai pm di restare in via Nazariantz fino al 31 dicembre. Una proroga che ha però causato momenti di tensione tra il sindaco Decaro e il ministro Bonafede. È stato quest’ultimo a rivolgersi al sindaco appellando­lo «irresponsa­bile» per aver concesso altro tempo (seppur con prescrizio­ni molto rigide e alla luce di una nuova perizia che aveva certificat­o una «mitigazion­e delle condizioni di rischio» grazie all’alleggerim­ento dei piani superiori dai carichi pesanti) per lo sgombero. Il ministro avrebbe voluto invece che l’edificio pericolant­e fosse sgomberato entro il 30 agosto (così come era stato stabilito da una prima ordinanza del Comune) senza che fosse però disponibil­e un’altra sede per accogliere i magistrati della Procura. L’immobile indicato è quello di via Brigata Bari, ma lì non c’è lo spazio sufficient­e per accogliere tutti i sostituti. «Fino ad oggi -ha aggiunto ancora Cassano - ci si è mossi perseguend­o un unico scopo attraverso percorsi diversi, qualche volta con delle incomprens­ioni tra le istituzion­i che invece sono fondamenta­li per la buona riuscita del conseguime­nto di un obiettivo che è comune a tutti. Oggi (ieri, ndr) per la prima volta ci si è parlati con grande franchezza, individuan­do percorsi comuni e si è toccato con mano uno spirito nuovo di volontà di collaboraz­ione istituzion­ale tra Ministero, Comune e magistrati tutti».

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Il presidente della Corte d’Appello di Bari, Franco Cassano
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VerticeLa riunione che si è tenuta ieri a Bari per fare il punto della situazione

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