Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
La lunga notte dell’Ilva. A rischio 3.200 operai
L’ACCIAIERIA TRATTATIVA A OLTRANZA AL MISE. I SINDACATI CHIEDONO UNO SFORZO AD ARCELOR MITTAL
L’assunzione di 10.300 operai entro il 2021: è il punto cardine su cui ruota la trattativa tra Arcelor Mittal e sindacati sul futuro dell’Ilva. Resterebbero esclusi 3200 dipendenti. I sindacati chiedono un passo in avanti alla multinazionale mentre Taranto si mobilita contro l’inquinamento.
L’accordo tra Arcelor TARANTO Mittal e sindacati ruota attorno a un numero: 10.300. Sono i lavoratori che la multinazionale franco-indiana dell’acciaio si impegna ad assumere entro il 2021 subentrando ad Ilva dal 15 settembre.
La bozza d’intesa, ieri sera alle 21 dopo una pausa di un paio d’ore, era al centro del confronto che si svolgeva sin dal primo pomeriggio nella sede del ministero dello Sviluppo economico. In base a questa bozza, sui 13.500 dipendenti Ilva nei vari siti in Italia, Mittal si impegna a farsi carico di 10.100 entro la fine di quest’anno, altri 200 entro il 31 dicembre 2021. Infine, se dopo l’applicazione degli esodi incentivati con 100 mila euro lordi, dei prepensionamenti e della cassa integrazione, ci saranno lavoratori ancora senza collocazione Arcelor farà una proposta di assunzione, ma non prima del 23 agosto 2023. Lavoratori, in ogni caso che non abbiano già beneficiato di altre misure o opportunità e non abbiano già ricevuto una proposta di assunzione presso una società affiliata.
Rispetto alle condizioni dalle quali prendeva il via l’incontro programmato ieri al ministero è un passo in avanti, anche se i sindacati durante la pausa seguita alla prima riunione ristretta non erano ancora del tutto soddisfatti anche spirava un’aria di ottimismo.
Il ministro Di Maio aveva invitato i rappresentanti dei sindacati di categoria e confederali, di Arcelor, di Ilva, di Federmanager, oltre al direttore generale del Mise, Giampiero Castano. Le dichiarazioni dei segretari delle organizzazioni sindacali subito prima di sedersi al tavolo del conma fronto erano improntate alla massima chiarezza: zero esuberi e continuità lavorativa rispetto al contratto in essere senza perdita di anzianità lavorativa né degli altri istituti che compongono il salario. Verso le 18.30, dopo una pri- tornata di studio condensata in una riunione ristretta destinata a stringere sui contenuti della bozza di accordo, il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, ha dichiarato che «sul futuro dell’Ilva ci hanno proposto un documento che pensiamo non vada bene perché riproduce fedelmente quello che ci hanno già detto in questi mesi, l’unica aggiunta è che c’è questa apertura che i lavoratori assunti passerebbero da 10.000 a 10.300».
Palombella aggiungeva che «al momento non ci sono le condizioni per arrivare in tempi brevi a formulare un’intesa e il clima che si respira nella riunione è pesante. Noi non abbandoneremo il tavolo e andremo avanti per tutto il tempo necessario, la nottata e il giorno dopo, per trovare un’intesa giudicata da noi positiva».
Secondo Francesca Re David (Fiom Cgil) «se di Maio dice
I sindacati
Le organizzazioni sindacali chiedono un passo in avanti ad Arcerlor Mittal
che entro stanotte c’è la possibilità di fare l’accordo, mi aspetto che ci sia tutto sulla piena occupazione, tutto sui salari, tutto sui diritti e tutto sull’accordo di programma di Genova. Se non è così, significa che si deve fare una trattativa con il sindacato che poi deve far approvare l’accordo dai lavoratori».
E mentre a Roma i rappresentanti dei lavoratori, dell’Ilva e di Arcelor, insieme con i tecnici del governo, tentano di arrivare a un’intesa, i cittadini di Taranto, sostenuti da associazioni, medici e comitati, hanno organizzato per stasera, dalle 18, un sit-in di 24 ore no-stop in piazza della Vittoria per chiedere al ministro Di Maio di tenere fede «alle promesse elettorali sottoscritte nel “Contratto di governo con la Lega” che prevede la chiusura delle fonti inquinanti». L’iniziativa nasce «alla luce delle ultime dichiarazioni del Governo».