Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Case per i voti, bufera sulla Lega
Lecce, indagato il senatore Marti. Fra i sette arrestati ci sono tre consiglieri comunali
Assegnazione di alloggi popolari in cambio di voti e prestazioni sessuali. È questo l’oggetto dell’inchiesta della Procura di Lecce che ieri ha portato alla notifica di 48 provvedimenti, tra i quali, 7 arresti (5 ai domiciliari) e 2 obblighi di dimora. Tra loro, politici e amministratori comunali.
Alcuni in cambio di voti, un altro in cambio di prestazioni sessuali. Così, consiglieri ed ex assessori comunali di Lecce garantivano una corsia preferenziale ai loro elettori, i quali, a loro volta, venivano ripagati con la consegna delle chiavi di un alloggio popolare. Scavalcando chi in graduatoria veniva prima e, talvolta, senza neanche averne il diritto. È un vero terremoto quello scoppiato ieri a Lecce, dove, due persone sono finite in carcere, cinque agli arresti domiciliari, quattro sono state interdette dai pubblici uffici e per altre due è scattato l’obbligo di dimora.
È solo una piccola parte dei 48 indagati, per alcuni dei quali l’accusa è associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale. Tra questi anche il senatore della Lega Roberto Marti, che all’epoca dell’assegnazione delle case era assessore al ramo ed è indagato per abuso di ufficio, falso e tentato peculato. Ma ci sono altri nomi eccellenti: ai domiciliari sono finiti l’ex assessore e attuale consigliere comunale Attilio Monosi (centrodestra), il consigliere comunale Pd Antonio Torricelli, l’ex assessore della giunta Perrone e attuale consigliere comunale Luca Pasqualini (gruppo misto), il dirigente comunale Lillino Gorgoni e il 27enne Andrea Santoro, leccese. Obbligo di dimora per Monica Durante e Monia Gaetani, entrambe leccesi, che fungevano - come ipotizzato dagli inquirenti come «collettore elettorale», mettevano cioè in contatto gli abitanti della zona 167 della città, considerata l’epicentro del voto di scambio, con gli interessati a ottenere i voti elettorali. Misura interdittiva per i dirigenti e funzionari dell’ufficio Casa Piera Perulli, Giovanni Puce, Paolo Rollo e Luisa Fracasso. Rinchiusi in carcere, invece, Uberto Nicoletti e Nicola Pinto, di 31 e 41 anni, leccesi, entrambi inquilini di alloggi popolari situati nel quartiere Stadio che nel 2015 picchiarono una persona che aveva denunciato di essere stata scavalcata nella graduatoria.
Il sistema funzionava alla perfezione e, sebbene l’inchiesta sia partita nel 2013 in seguito alla denuncia dell’aggredito, avrebbe cominciato a essere utilizzato già qualche anno prima. L’ipotesi investigativa, suffragata dalle prove raccolte dalla guardia di finanza, è che gli indagati si spendessero per procacciare voti in favore dei candidati del proprio partito per aumentare il proprio peso all’interno di esso e nei confronti del suo leader. Gli indagati potevano disporre di un vero e proprio serbatoio di voti tra quanti avevano ottenuto l’alloggio popolare e il nome di ciascuno di loro era scritto su alcuni taccuini. Al momento di votare, agli assegnatari venivano fornite precise indicazioni sul candidato da sostenere. Nelle intercettazioni telefoniche e dai capi di imputazione che compaiono nell’ordinanza, ci sono anche nomi di vari big della politica locale e nazionale, ma il loro coinvolgimento nel mercato illecito dello scambio di voti è stato escluso dagli investigatori. Le indagini a loro carico non hanno prodotto alcun elemento che ne attestasse il coinvolgimento. Quanto all’ex assessore Pasqualini, per lui l’accusa è di aver ottenuto prestazione sessuali da una donna, moglie di un uomo residente nel quartiere Stadio all’oscuro di quanto avveniva. Lo scambio di telefonate e messaggi proverebbe che Pasqualini e la donna si sarebbero incontrati in un paio di occasioni nel 2014 e che alla famiglia sarebSempre be poi stata assegnata la casa. In un fascicolo d’inchiesta scaturito da quello principale si sta approfondendo anche il caso di un alloggio popolare sottratto dall’antimafia a un boss locale e poi fatto assegnare al fratello dello stesso per aggirare il provvedimento. Una brutta commistione, quindi, tra amministratori e malavita locale.
a quell’ambiente fanno riferimento i due arrestati che avrebbero aggredito chi cercava di tutelare i propri diritti. Nel pomeriggio di ieri, una volta conclusa la notifica delle ordinanze, gli investigatori della guardia di finanza hanno effettuato una perquisizione negli uffici comunali acquisendo ulteriore documentazione che servirà ad approfondire le indagini, mentre si attende che vengano fissati gli interrogatori di garanzia.
Intanto, bisognerà fare i conti con una piccola rivoluzione in Consiglio. Antonio Torricelli sarà sostituto da Paola Leucci, Attilio Monosi e Luca Pasqualini da Carmen Tessitore (ex vicesindaco di Paolo Perrone) e dall’ex consigliera Giordana Guerrieri.