Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il garantismo dei salviniani
Il coordinatore regionale Caroppo: «Rimaniamo sereni»
«Attendiamo serenamente l’evoluzione del lavoro della magistratura. L’avviso di garanzia è un atto dovuto e del coinvolgimento del senatore Marti si sapeva già da oltre un anno». È una risposta che denota imbarazzo quella del coordinatore regionale della Lega, Andrea Caroppo.
Per il suo partito, che della legalità e della tolleranza zero sta facendo una bandiera, il coinvolgimento di Marti nell’inchiesta sull’assegnazione degli alloggi popolari non è una cosa facile da gestire né da commentare. Ma prevale il garantismo e spiega chiaramente che non sarà preso alcun provvedimento nei confronti del parlamentare leccese. Almeno fino a quando la sua posizione nell’ambito dell’inchiesta non sarà del tutto chiarita. Marti, a carico del quale si indaga per abuso d’ufficio e falso ideologico, è stato assessore ai Servizi sociali del Comune di Lecce dal 2004 al 2010. Nel corso della sua carriera politica ha attraversato un po’ tutti i partiti e i movimenti, pur rimanendo sempre nell’ambito del centrodestra. Dopo l’esperienza come assessore, nel 2010 è stato eletto in Consiglio regionale nelle liste del Popolo della libertà, movimento con il quale, nel 2013, è approdato alla Camera dei deputati, per poi passare a Forza Italia. Nel 2015 ha deciso di seguire Raffaele Fitto aderendo a Conservatori e riformisti, fino all’approdo, lo scorso anno, tra le fila della Lega, con la quale è stato eletto senatore a marzo scorso. «Siamo fiduciosi — chiosa Caroppo —, al momento non ci sono novità rispetto a quanto era trapelato dell’inchiesta un anno e mezzo fa».
Sulla questione delle case popolari, e sui ritardi con il quale è stato approvato il regolamento comunale in materia, si è molto speso il sindaco in carica, Carlo Salvemini, quando sedeva fra i banchi dell’opposizione. Prudenti, comunque, le sue parole sull’inchiesta. «I reati contestati — scrive su Facebook — sono vari e inevitabilmente gravi, considerato il rilievo sociale legato a bisogni di famiglie private del diritto alla casa. Chi crede nei principi costituzionali non può che tenere sempre a mente la presunzione di innocenza degli indagati, che non sono al momento neanche imputati. Noi lavoriamo ogni giorno per migliorarci come cittadini».
Andrea Caroppo
Attendiamo l’evoluzione del lavoro dei giudici Di Marti si sapeva già da un anno