Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Bari, l’inceneritore sempre più vicino «Vendete i suoli»
Nessuno lo vuole, ma l’«inceneritore» Newo di Bari ha ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie. E da qualche giorno ha incassato anche il parere favorevole del consulente legale interpellato dall’Asi per la vendita del suolo su cui realizzare l’impianto. L’ultimo passaggio va a rafforzare la posizione dell’investitore: una società riconducibile all’imprenditore, Vincenzo Chirò. Era stato il cda dell’Asi a chiedere il parere in vista della cessione. Il motivo? Il blocco della procedura di vendita. Il documento tra Newo e Asi risale al 15 gennaio del 2016: il lotto, di 28 mila metri quadrati, fu affidato proprio alla società foggiana che ne detiene il possesso, ma non la proprietà. E il 20 luglio del 2017 la stessa Asi chiese a Newo di concludere l’operazione indicando il nominativo del notaio individuato per registrare il contratto. Passaggio che non si è verificato in seguito alle polemiche per la realizzazione dell’impianto di ossicombustione.
A capo della contestazione c’è il sindaco di Modugno, Nicola Magrone, contrario all’investimento perché inserito in una zona già pesantemente compromessa a livello ambientale. Alla protesta di Magrone si è associata, in maniera tardiva, quella del sindaco di Bari, Antonio Decaro. Il Comune, in particolare il dirigente del settore, ha dato parere favorevole all’impianto salvo affermare dopo pochi giorni che «l’inceneritore non è previsto perché non potrà ricevere i rifiuti dell’Amiu». E la Regione, guidata da Michele Emiliano, non è disposta a riaprire la conferenza di servizi (posizione ribadita dalla dirigente Barbara Valenzano) in assenza di novità. Il parere del legale, quindi, è stato chiesto per non esporre i componenti del cda dell’Asi ad azioni di risarcimento. Tuttavia, c’è un’altra novità: la decisione definitiva passa all’assemblea dei soci composta dai sindaci (Bari, Bitonto, Giovinazzo, Modugno, Molfetta) più Camera di Commercio e Confindustria Bari.