Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Slow food e la cultura del cibo

Nello spazio dedicato alla gastronomi­a tutti i prodotti tipici Ma anche convegni, incontri e momenti di approfondi­mento

- Alessandra Caligiuri

Un formaggio non è un formaggio, ma tutti i suoi ingredient­i e un procedimen­to rimasto immutato negli anni e che si tramanda di generazion­e in generazion­e. È il caso del Pallone di Gravina, citato già nell’edizione 1859 dell’encicloped­ia agraria.

Un mandorlo è una pianta con i suoi frutti, però anche un modo di definire un territorio, di cui è impossibil­e ormai calcolare da quanto tempo sia lì. Come nel caso della mandorla di Toritto, in provincia di Bari, vera e propria parte del paesaggio. Le sue piante crescono in terreni aridi e poco profondi, mentre il racconto della sua lavorazion­e è finito nei versi dei canti popolari. A fare da filo conduttore tra la tradizione culinaria dei luoghi e la loro morfologia ci sono gli alimenti e le loro trasformaz­ioni, realtà presenti e allo stesso tempo traccia del passato. Con questo spirito è partito a gennaio l’anno dedicato al cibo dai ministeri delle Politiche agricole, forestali e alimentari e dei Beni culturali. Un modo per valorizzar­e i territori, le loro produzioni tipiche e mantenere vivo il dibattito sempre aperto sulle potenziali­tà che questa economia potrebbe avere per lo sviluppo delle piccole comunità.

È nel segno di questa iniziativa che si inserisce lo spazio che la Fiera del Levante ha voluto offrire all’esposizion­e delle eccellenze gastronomi­che delle regioni italiane, come ad esempio le tipicità alimentari delle zone dell’Abruzzo colpite dal terremoto. Tra le protagonis­te anche la Puglia con i suoi prodotti agroalimen­tari, un tour gastronomi­co che parte dalle materie prime e arriva fino a evergreen come il pasticciot­to di Lecce e alle produzioni incluse nella lista dei ventuno presidi Slow Food della regione. Tuttavia, pensare a questa parte della Fiera come una semplice mostra mercato, in cui osservare i prodotti esposti e comprarli, sarebbe riduttivo per un’esposizion­e che ha l’ambizione di raccontare il cibo in ogni suo aspetto. Non mancherann­o allora focus su argomenti più specifici. Si parlerà dei lavoratori del cibo, dei giovani che si avvicinano al settore e su come si rapportino alle nuove tecnologie, dall’agricoltur­a 4.0 fino alla comunicazi­one dell’alimentazi­one e del biologico. La dimostrazi­one che le antiche ricette della tradizione possono essere molto attuali.

 ??  ?? A sinistra, il “pallone”, formaggio tipico di Gravina; in alto, il pasticciot­to, dolce leccese alla crema
A sinistra, il “pallone”, formaggio tipico di Gravina; in alto, il pasticciot­to, dolce leccese alla crema

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