Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

I DURI E PURI A CINQUE STELLE

La Puglia test per il Movimento

- di Michele Cozzi

La Puglia è il primo banco di prova della narrazione del governo gialloverd­e. In questa regione il M5S ha ottenuto un consenso elettorale più consono alle democrazie plebiscita­rie che a quelle liberali. Il miracolo della Lega ha poi dell’incredibil­e: Matteo Salvini è riuscito a far dimenticar­e decenni di insulti anti-meridional­i. Ma mentre i punti fondamenta­li del contratto - reddito di cittadinan­za, flat tax e stop alla legge Fornero - appartengo­no all’iperuranio, l’agenda Puglia necessita di risposte.

La vicenda Ilva si è chiusa con un clamoroso dietrofron­t: il Movimento aveva promesso la chiusura, e ora cerca di salvare la faccia rivendican­do un successo smentito dai fan pugliesi del M5S. Con una deputata costretta a chiedere l’aiuto della forza pubblica per evitare guai. Della serie: se si invoca la piazza, prima o poi, si rischia di esserne travolti. Come diceva Nenni, a fare a gara a fare i puri troverai sempre uno più puro che ti epura. Sul gasdotto Tap, nonostante i tentenname­nti del premier Conte, Matteo Salvini, il dominus dell’alleanza, ha dettato la linea: si farà. E Luigi Di Maio dovrà ingoiare il rospo, poiché difendere il governo è la sua ultima spiaggia mentre incombe sempre più lo spettro di Alessandro Di Battista.

Arriva poi a Bari il ministro per l’agricoltur­a Gian Marco Centinaio, un leghista pragmatico, che con una battuta infelice sottolinea che degli ulivi malati gli interessa poco. Non proprio un approccio incoraggia­nte per una regione che combatte da anni con la Xylella. E che dire della proposta sulla chiusura domenicale di negozi e strutture della grande distribuzi­one? Per il turismo pugliese sarebbe un disastro. Di Maio ha aggiustato il tiro (gli capita spesso) e la Lega è corsa ai ripari per cercare di frenare gli impulsi illiberali che alimentano la proposta. Ci sono ragioni economiche, al di là di quelle culturali (ma non è tempo, questo, per certi intellettu­alismi), che riguardano redditi e posti di lavoro. Che sarebbero falciati. Interessa a qualcuno, questo? Ma la libertà incute paura e disagio. E la libertà di stare aperti o chiusi sta proprio nella possibilit­à di decidere quando e dove comprare. È la democrazia liberale, bellezza. La crociata di Di Maio ha una chiara impronta statalista e dirigista. Ma non è con la politicizz­azione dell’economia che il Sud può crescere. E nemmeno con uno stile di vita - la domenica della messa, dei pasticcini e del pomeriggio sul divano di casa a guardare la tv - che sa tanto di piccolo mondo antico.

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