Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Peschici e l’abbazia di Kàlena un bene da salvare
Il bene è in precarie condizioni e il Comune di Peschici non può intervenire
Sabato 8 settembre, giorno in cui si ricorda la Natività di Maria, si è ripetuto il «cammino» dal centro di Peschici, sul Gargano, alla millenaria abbazia di Kàlena, fondata nella prima metà dell’XI secolo. Solo per qualche ora è stato possibile ammirare quanto rimane della chiesa, che è parte di un vasto complesso abbaziale, di proprietà privata, che attende da molti anni impegnativi lavori di consolidamento e restauro, che possano consentire la piena fruizione da parte della comunità e svelare molti dei suoi tesori nascosti. Per la salvaguardia del bene, vincolato dal 1911, la Soprintendenza ha di recente imposto ai proprietari interventi per scongiurare il definitivo degrado, solo parzialmente realizzati (si spera, ad esempio, che si provveda a sostituire una brutta lamiera provvisoria di copertura di un’ala del convento). Ma è evidente che, stante la proprietà privata del bene, non è possibile far arrivare finanziamenti pubblici per gli onerosi interventi richiesti dalla condizione precaria dell’abbazia.
Alcuni anni fa sembrò che si potesse essere vicini ad una soluzione. Infatti nel 2011, la Regione – assessore ai Beni culturali Angela Barbanente su sollecitazione di numerose associazioni e d’intesa con Provincia di Foggia e con gli organi regionali del Mibact (attivissimo fu allora anche il peschiciano arcivescovo emerito di Lecce, D’Ambrosio) costituì un tavolo tecnico, con la partecipazione dei proprietari, per definire un iter condiviso. La Regione evidenziò la necessità di una forma di tra- sferimento della proprietà del bene al Comune di Peschici, per lo meno della Chiesa, impegnandosi a favorire la conclusione dell’operazione. Ma non ci fu condivisione da parte della maggioranza dei proprietari. Svanì in questo modo la possibilità di utilizzare per Kàlena il programma Poin, giacché il Comune, non avendo la disponibilità del bene, non poté fare domanda, mentre i privati non erano compresi tra i soggetti beneficiari del Programma.
Ora, uno dei proprietari, già disponibile nel recente passato a favorire una soluzione positiva dell’annosa questione, si impegna a donare la sua quota del «compendio denominato Vecchia e Nuova Chiesa di santa Maria». E’ auspicabile che anche gli altri proprietari arrivino a tale determinazione e il Comune di Peschici possa disporre del bene per attivare finanziamenti nazionali ed europei.
Nell’anno in cui un’Abbazia medievale – quella di Cerrate, vicino Lecce – torna a risplendere (il 12 settembre è stato restituito alla Comunità anche il ricomposto altare della Vergine), si spera che, dall’altro capo della Puglia, ci possa essere finalmente una buona notizia per Kàlena. Prima che sia troppo tardi.