Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Di Maio non va dalla Cgil Landini lo attacca: ci perde lui
Ll ministro diserta le Giornate del lavoro. Pesano i casi Ilva e Tap
Una defezione che pesa. Le Giornate del lavoro indette dalla Cgil a Lecce (da giovedì a domani) devono fare a meno di un ospite importante. Il ministro per lo Sviluppo economico Luigi Di Maio, atteso ieri per un confronto con il segretario confederale Cgil Maurizio Landini ed il leader di Confindustria Vincenzo Boccia, ha deciso di non partecipare.
«Credo che sia una perdita soprattutto per lui» commenta Landini. Il quale poi aggiunge: «È un esecutivo che ama definirsi governo del cambiamento: il cambiamento non si fa senza le lavoratrici ed i lavoratori del Paese e non si può fare neanche contro lavoratrici ed lavoratori. Un governo che pensa di cambiare l’Italia o lo fa assieme a chi lavora, e quindi anche con le organizzazioni sindacali, oppure non si capisce con chi lo voglia fare».
Landini ad ogni modo dice di non voler polemizzare con Di Maio. «Abbiamo delle proposte – spiega il leader sindacale – e avremo modo di avanzarle in altra sede. Le diremo, saranno molto precise, anche a partire dalla legge di Stabilità. Non stiamo qui a vedere cosa succede e fare da spettatori».
Secondo alcune ipotesi circolate in Cgil il vice premier potrebbe aver deciso di disertare l’appuntamento leccese in considerazione di due temi abbastanza controversi e complicati per la Puglia: Ilva e gasdotto Tap. «Non so – dice Landini – se è un’assenza strategica o no. Mi limito ad a osservare che avrà avuto altri impegni, capisco che può succedere».
A proposito di Ilva, dopo l’esito favorevole del referendum tra gli operai sull’accordo con Arcerlor Mittal, si fanno sentire i dirigenti dei metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil. «Lavoreremo affinché si passi nell’immediato dalle parole ai fatti, a partire dalla piena applicazione di quanto concordato e sottoscritto in sede ministeriale. Apriremo da subito un tavolo istituzionale sul futuro occupazionale dei lavoratori degli appalti»: questa la dichiarazione dei segretari provinciali Valerio D’Alò (Fim), Giuseppe Romano (Fiom), Antonio Talò (Uilm) e Francesco Rizzo (Usb). «La firma su un accordo – affermato D’Alò – non è un arrivo. È solamente un punto di partenza. Il vero arrivo sarà la fine di quel piano, dove il sindacato vorrà vedere realizzato tutto quanto ha previsto con Arcelor Mittal».