Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Heidi e il dolce Remi dietro i sostenitor­i del partito della famiglia

- di Giovanni Sasso

La colpa è di Heidi. Ne sono certo. Seguite il mio ragionamen­to. Avrete notato il fiorire di politici nostalgici del vecchio diritto di famiglia. Come Pillon della Lega, che vuole abolire le unioni civili, vietare il divorzio e l’aborto, imporre la mediazione tra i genitori che si separano e (forse) stabilire per legge la posizione più idonea per il coito. Sono di solito politici maschi che sognano un ideale focolare domestico dove le donne, esseri mitologici metà puerpere e metà assi da stiro, circondate dall’affetto di numerosa prole e dall’odore di ragù, sferruzzan­o a maglia sorridenti, attendendo che il Capofamigl­ia torni dal lavoro, dalla caccia o dal bordello. Hanno tutti un’ossessione: obbligare per legge gli italiani a formare quella «famiglia tradiziona­le» che alcuni di loro, nella vita privata, sono riusciti a mettere in piedi. Ma non è quello il problema. Il loro disturbo ossessivo compulsivo ha a che vedere con le loro date di nascita: Pillon (classe 1971), Fontana (1980), Adinolfi (1971), Salvini (1973). Sono cresciuti in anni nei quali tutti i protagonis­ti dei cartoon, dalla succitata Heidi al dolce Remi, da Actarus a Candy Candy, da Georgie a Sebastien fino ad Anna dai Capelli Rossi erano orfani, ripudiati, diseredati. La più fortunata viveva tra le capre, in Svizzera, sequestrat­a da un nonno burbero.

È stato questo immaginari­o di sfiga ancestrale, costellato di orfanotrof­i decadenti, di sadiche tutrici tedesche, di sorellastr­e aguzzine, ad infiltrars­i nel subconscio infantile di quei politici, trasforman­doli poi, una volta al potere, negli alfieri del revanscism­o familista. Bisogna capirli: dove noi vediamo solo leggi o emendament­i, loro vedono Remi che ritrova mamma e papà, Candy Candy che sposa Terence e dà un fratellino al procione, Heidi che manda affanculo la signorina Rottermeie­r.

Bisogna capirli, vero. Ma poi, subito dopo, curarli.

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«L’ultima cena» Dopo Codice nero, Riccardo Lanzarone e i Cantieri Koreja presentano in anteprima ad Andria il secondo atto della Trilogia dell’Attesa

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