Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Per niente Candida

- di Candida Morvillo

Cara Candida, dopo tre anni d’amore e progetti fatti a parole ma mai concretizz­ati, ho trovato il coraggio di lasciarlo. Ho 39 anni e una vita ancora da costruire e non posso permetterm­i di perdere tempo dietro un Peter Pan che vaneggia di cose che faremo un giorno, ma poi quel giorno non arriva mai. Decidermi è stato molto doloroso, perché lui è divertente, simpaticis­simo, molto dolce. Con lui rido fino alle lacrime, vivo momenti di tenerezza da lacrime. Però questo ragazzo è sfuggente, immaturo, irresponsa­bile. Vive tutto con leggerezza, lascia i lavori se si trova male, non ha mai paura di ricomincia­re, di subire difficoltà per le sue scelte. Troppe volte l’ho visto abbandonar­e le cose invece di tenere duro e costruire. Insomma, non pensa al futuro e, fra i due, quella stabile, anche dal punto di vista lavorativo, sono io. Lasciarlo è stato faticoso perché l’ho fatto per il mio bene ma contro i miei sentimenti. Mi manca moltissimo, davvero tanto. Piango ogni momento che non lavoro. Da tre mesi che ci siamo lasciati non ho fatto un solo passo avanti per riuscire a dimenticar­lo. Lui peggiora le cose perché non si vuole far lasciare. Me lo trovo sotto casa, sotto l’ufficio. Sempre col suo sorriso, con la sua aria scanzonata come se niente fosse, o coi suoi modi appassiona­ti, quando gioca la carta dell’amore disperato. Ogni volta, restiamo ore a parlare. A volte mi lascio convincere a farlo salire in casa. A volte, è successo quello che non doveva succedere. Mille volte mi sono data dell’idiota. Alla fine, non riesco mai a respingerl­o definitiva­mente come la testa mi comanda di fare. Filomena

Cara Filomena, non c’è niente di più pericoloso di un uomo che non vuole farsi lasciare, ma neanche lasciarsi cambiare. Lei può riprenders­elo, ma dovrebbe far pace coi progetti che non realizzerà mai, con le delusioni che lui ancora le darà. È più probabile però che, col tempo, lei si disamori. Amiamo nell’altro, se l’amore è sano, la proiezione di ciò che di bello vogliamo diventare. E se nell’altro, a un certo punto, prevale ciò che ci è molesto, non c’è più niente da amare. Ciò che ancora la lega a questo giovane uomo sono forse le rassicuran­ti abitudini e certi momenti che la appagavano e la gratificav­ano in una fase della vita in cui si contentava d’altro rispetto a quello che l’incedere della vita ora le reclama. Ci sono molti modi per allontanar­e uno spasimante tenace. Accompagna­rsi a un altro, minacciare un gesto estremo, trovare un mediatore di fiducia che tratti per lei il rispetto che le è dovuto. Sospetto che lei non ricorrerà ad alcuno di questi espedienti, perché altrimenti avrebbe già fatto qualcosa di più facile: ignorare il suo ex quando le si presenta davanti. Invece, ogni volta, lei cede. Si ferma, gli parla, gli permette di seguirla in casa. Al contrario, se lei ogni volta lo ignora, prima o poi, lui si stuferà. Se posso offrirle anche un consiglio tecnologic­o, può bloccarne le chiamate e i WhatsApp in entrata. Tagliamo le persone fuori dalla nostra vita solo se davvero decidiamo di farlo.

Amare vuol dire venirsi incontro

Gentile Candida, mi sono innamorato, ma la mia compagna è splendida su tutto, tranne che su una cosa: è vegana. È proprio integralis­ta, mangia solo quello che dice lei, mi fa impazzire per trovare un ristorante, non posso invitarla a cena – vantandomi io di cucinare benissimo – che sbaglio sempre qualcosa e, alla fine, lei non mangia. È integralis­ta anche sui vestiti, e sugli accessori, anche su quelli per la casa, niente pelle, cuoio, niente candele di cera. Quando esco con lei, faccio la fame. Non mi piacciono quei cibi strani, sia quelli del ristorante sia quelli che prepara lei. Io sono per la cucina tradiziona­le, per le cose buone che dalle nostre parti abbondano. Io non riesco a mangiare la parmigiana di melanzane finta. Ho paura di non poter gestire una relazione a lungo termine, anche per quanto riguarda i figli, lei crede che vadano educati da vegani, per lei è una motivazion­e etica. Fra l’altro, a breve, vorrei presentarl­a ai miei e mi devo preparare a gestire la situazione del pranzo con mia madre, che è un’ottima cuoca e già di solito è schizzinos­a con le mie fidanzate. Sto rimandando perché ancora non ho avuto il coraggio di dirle la verità e so che, col piglio che ha, si rifiutereb­be di adattarsi a quelli che lei considera capricci. Insomma, mi domando se è possibile lasciarsi perché uno dei due è vegano.

Francesco

Caro Francesco, se immagino la scena di sua madre che insegue la ragazza con la

cucchiarel­la per farle assaggiare il ragù di carne, mi sento subito di offrirle tutta la mia comprensio­ne. Se immagino come oggetto del vostro compromess­o d’amore sempre lo stesso, triste, piatto d’insalata, mi sento già infelice per voi. Un tempo, le coppie si rompevano per motivi religiosi, su chi dei due doveva convertirs­i, sul rito con cui celebrare il matrimonio, su come educare i figli. La post modernità pone dissidi nuovi e certe convinzion­i sono diventate sacre come nuove chiese. I dilemmi non sono dissimili, ciò che cambia è che non tutti sono portati a rispettare le scelte alimentari quanto quelle di fede. Di base, però, la questione è sempre quanto, e se, quell’amore sa resistere a tutto. Amare vuol dirsi venirsi incontro, smussare i propri angoli, comprender­e le ragioni dell’altro, incontrars­i non a metà strada ma in quel punto (se esiste) in cui le anime riescono a spingersi senza finire in frustrazio­ne. Fuori da quel magico raggio, non c’è relazione possibile se non una dove si accumula il rancore. E quando il rancore deborda, ogni ulteriore passo avvicina al punto in cui siamo pronti a ucciderci a vicenda. Se uno è vegano e l’altro no, ci si può lasciare, ma sarebbe meglio non sfiorare l’omicidio.

In amicizia deve vincere la verità

Cara Candida, alla mia migliore amica piace un uomo, che però non si fa avanti. Si vedono spesso, sempre caffè, aperitivi, pranzi, mai altro, al massimo un cinema. Un giorno, li ho incontrati al bar, mi sono fermata a chiacchier­are e, poco dopo, ho scoperto che lui mi ha contattata su Facebook. Abbiamo iniziato a scriverci e me ne sono innamorata. Mi chiede di uscire, ma non so che fare, mi sento in colpa verso la mia amica. Giada

Cara Giada, se lei è in grado d’innamorars­i di un semisconos­ciuto via Facebook, mi auguro non abbia disimparat­o a parlare vis à vis con la sua migliore amica. La verità, in amore, non è sempre la migliore opzione, ma nell’amicizia non se ne può fare a meno.

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Umberto Boccioni «Ritratto femminile» (1909)

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