Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Anche sculture nella nuova via Sparano

Torna l’ipotesi della strada museo: troveranno posto il cavallo di Ceroli, i telamoni e le opere al Della Vittoria

- di Francesco Petruzzell­i

Una retromarci­a improvvisa in dirittura d’arrivo. Si può definire così la decisione del Comune di sistemare nella nuova via Sparano anche le sculture, come previsto nel progetto dell’architetto Guendalina Solimei. Nell’isola pedonale rimessa a nuovo troveranno posto il Cavallo di Ceroli in corso Vittorio Emanuele, i telamoni nell’androne del Comune e le sculture nella zona dell’Arena Della Vittoria.

Torna l’idea che undici anni or sono mezza città non seppe apprezzare. Sostenendo che la strada dovesse mantenere solo la sua antica vocazione commercial­e. Sì alle vetrine, alla nuova pavimentaz­ione, ai lavori di restyling. Ma mai e poi mai con l’inseriment­o di opere d’arte che avrebbero potuto annacquare lo shopping e attirare i vandali. Con il risultato che il progetto vincitore del concorso di idee ne uscì artisticam­ente ridimensio­nato. Complice anche la carenza di fondi. Ma i tempi si sa cambiano. E adesso la nuova via Sparano potrebbe tornare alla sua antica versione su tavola: la strada museo immaginata nel 2007 dall’archistar Guendalina Salimei.

Statue, opere e installazi­oni a ridosso dei maggiori punti di interesse e senza alterare quel (benedetto) effetto cannocchia­le ottenuto dalla rinuncia alle compiante palme. Detta così sembrerebb­e una clamorosa retromarci­a e invece l’ipotesi è più che concreta. «L’idea di valorizzar­e la nuova via Sparano con opere d’arte è cosa altamente percorribi­le» conferma l’assessore ai Lavori Pubblici, Giuseppe Galasso, dando così seguito a quei seppur timidi contatti avviati mesi fa dal sindaco Antonio Decaro con la Soprintend­enza. L’idea di rispolvera­re l’arte nasce proprio dal primo cittadino duAbate rante uno dei suoi numerosiss­imi e sempre più frequenti sopralluog­hi nel cantiere più atteso (e più discusso) degli ultimi anni. «Mancano meno di 100 giorni alla fine dei lavori – ragiona Galasso – e pensare di mettere opere d’arte lungo via Sparano sarà un po’ come mettere lo smalto alle unghie».

Nella lista delle opere da sistemare su strada ci sarebbero il Cavallo di Ceroli, oggi situato su corso Vittorio Emanuele e pronto quindi a tornare davanti alla chiesa San Ferdinando con angolo via Gimma, proprio lì dove soggiornò per pochi mesi nel lontano 2004. Per un posto al sole ci sono anche i quattro Telamoni dello storico ed ex palazzo de La Gazzetta del Mezzogiorn­o, oggi all’ombra nell’androne di Palazzo di Città e pronti a tornare nel salotto della musica, all’incrocio con piazza Moro. Non senza dimenticar­e l’infinità di sculture sistemate e realizzate nella zona del Della Vittoria per i Giochi dei Mediterran­eo del 1997 per i Giochi del Mediterran­eo e oggi parcheggia­te e dimenticat­e nei pressi dell’Arena della Vittoria». (L’Ulisse di Pantaleo Avellis, Il Costruttiv­o Bari 1997 di Nicola Carrino, La Vela di Raffaele Spizzico, La Costellazi­one di Re Sale di Fernando De Filippi e Il Volo di Antonio Paradiso). Per averne un inventario basterebbe leggere il documento presentato al Comune un paio di anni fa dal Comitato per la Liberazion­e delle Palme, nato per goliardia in occasione della, seppur breve, fase di consultazi­one tenuta da Decaro con i cittadini. Con il compromess­o di un addio alle palme rimpiazzat­o con il verde agli incroci. Incroci nei quali ci saranno stalli per i ciclomotor­i e posti dedicati a disabili e ai negozianti per le operazioni di carico e scarico. Insomma, dei piccoli punti di raccolta merci.

Giuseppe Galasso

Mancano meno di cento giorni alla fine del cantiere, inserire le opere d’arte sarà come mettere lo smalto sulle unghie

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 ??  ?? Sul Corriere La proposta di sistemare i telamoni in via Sparano è stata lanciata dal professor Giandomeni­co Amendola in un articolo uscito sul Corriere del Mezzogiorn­o il 30 maggio 2017
Sul Corriere La proposta di sistemare i telamoni in via Sparano è stata lanciata dal professor Giandomeni­co Amendola in un articolo uscito sul Corriere del Mezzogiorn­o il 30 maggio 2017

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