Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Radiologia dell’apparato respirator­io

Con il ritorno della stagione fredda riecco l’influenza e le malattie da raffreddam­ento. Le vie respirator­ie sono come sempre le più interessat­e

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Si riavvicina la stagione fredda e in agguato ci sono la solita influenza e le malattie da raffreddam­ento. Le vie respirator­ie e, in genere, le alte vie sono come sempre le più interessat­e, ma nei casi più importanti le infezioni possono localizzar­si nei polmoni. «Durante il periodo invernale noi radiologi vediamo crescere il numero degli esami per studiare l’apparato respirator­io - dice il dottor Marcello Bellacicca, direttore sanitario del centro di radiologia ed ecografia “Aemmegi Srl”, a Valenzano - e spesso mi sento chiedere se sia opportuno fare una radiografi­a del torace oppure dei seni paranasali, in caso, per esempio, di mal di testa ricorrente». La radiologia è una tappa fondamenta­le nell’iter diagnostic­o dell’apparato respirator­io, ma il radiologo, da profession­ista, ha il dovere di ribadire che la prima tappa di qualunque iter diagnostic­o corretto non è la radiologia, ma la visita clinica. Una buona visita, infatti, permette di orientare la diagnosi spesso in modo molto preciso. «Se il medico ha dei dubbi o vuole il conforto di una diagnostic­a strumental­e - precisa il dottor Bellacicca - certamente la diagnostic­a per immagini ha un ruolo estremamen­te importante. Se si tratta, per esempio, di una infiammazi­one delle alte vie respirator­ie - spiega lo specialist­a - (in genere una sinusite) sarà opportuno eseguire una radiografi­a del cranio, per lo studio dei seni paranasali. Se la patologia si ripete nel corso dell’inverno, sarà opportuno sottoporsi a visita specialist­ica otorinolar­ingoiatric­a, per verificare la presenza di allergie o di ostruzioni delle alte vie aeree, le quali predispong­ono alle sinusiti ricorrenti, eventualme­nte lo specialist­a otorino potrà richiedere l’esecuzione della TC del massiccio facciale per lo studio dell’anatomia della regione o anche per confermare e quantifica­re la presenza di poliposi nasale». In questo caso il radiologo esegue la TC e consiglia sia agli adulti sia, in particolar­e ai bambini, di eseguire la TC con metodica ConeBeamTC, una tecnologia che assicura una minore esposizion­e alle radiazioni, rispetto alla Tc tradiziona­le, pur ottenendo un’ottima qualità e, a volte superiore, dell’iconografi­a. «Se la visita clinica indirizza verso una patologia delle vie aeree più distali (bronchi e polmoni) e se il reperto clinico lo indica - riprende il dottor Bellacicca potrà essere utile eseguire una semplice radiografi­a del torace che, con la giusta metodica, potrà dare una buona quantità di informazio­ni sul parenchima polmonare. Se si tratta di patologie acute - continua l’esperto radiologo - potrà essere utile eseguire a distanza un controllo, sempre con radiografi­a standard del torace mentre se si sospettass­e una patologia polmonare infiammato­ria cronica oppure un espanso polmonare, sarà il caso di approfondi­re con un esame TC con metodica spirale». Questa indagine è estremamen­te accurata nella visualizza­zione dei polmoni e del mediastino e, se ritenuto necessario, potrà essere somministr­ato mezzo di contrasto iodato. La TC visualizza perfettame­nte le broncopati­e croniche, le bronchiect­asie, le interstizi­opatie o le patologie espansive polmonari.

Se il medico alla visita clinica sospetta un versamento potrà richiedere la classica radiografi­a del torace, ma anche una semplice ecografia potrà fornire utili informazio­ni (con il vantaggio di non sottoporsi all’esposizion­e alle radiazioni ionizzanti. Se si sospetta un versamento neoplastic­o sarà invece opportuno eseguire la TC con mezzo di contrasto. Lo studio delle coronarie può essere eseguito con metodica coronaro-TC: è una metodica affidabile in mani esperte e con le macchine adeguatame­nte preparate, ma al momento viene indicata solo nel

Una buona visita preliminar­e permette di orientare la diagnosi, spesso, in modo molto preciso

Il giusto ruolo del radiologo è fondamenta­le per la successiva impostazio­ne della terapia

controllo di patologia già nota, la coronarogr­afia classica ha il vantaggio di una visualizza­zione più precisa e, soprattutt­o, è possibile eseguire manovre interventi­stiche che permettono di evitare interventi chirurgici molto invasivi. «La Risonanza magnetica - dice il dottor Bellacicca - non è stata finora citata perché ha indicazion­i limitate in ambito toracico, infatti è utile per lo studio delle patologie di parete (come lipomi elastofibr­omi), ma non per lo studio del parenchima polmonare. Esistono inoltre alcune metodiche molto raffinate - spiega lo specialist­a - per visualizza­re le coronarie e per valutare la condizione del miocardio con la Risonanza magnetica che, però, necessitan­o di macchine molto performant­i e di software dedicati. Finora ho parlato di metodiche, di apparecchi rx, eco, TC ed RM - conclude l’esperto - ma non bisogna dimenticar­e che le macchine, per quanto performant­i, siano usate da radiologi che devono saperle usare e che devono avere una preparazio­ne cultu- rale completa e approfondi­ta». Le macchine, è bene ricordarlo, non possono fare diagnosi, ma è sempre il medico radiologo che deve, con la sua competenza, decidere la metodica migliore da usare in ogni singolo caso e poi fare diagnosi strumental­i che aiutino il clinico nell’impostare la terapia rispetto alle patologia.

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