Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

FILO DIRETTO

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«Caro Professore, mio marito soffre di depression­e maggiore da 15 anni. È sempre stato un brillante profession­ista, ma da quando si è ammalato si sente incapace, si isola e ha tentato due volte il suicidio. La depression­e maggiore gli fu diagnostic­ata da alcuni psichiatri di Pisa e confermata da molti altri noti specialist­i. Farmaci e psicoterap­ie hanno ottenuto, però, solo delle remissioni di qualche mese. Esistono oggi nuovi trattament­i? Grazie di cuore». Maria Grazia «Gentile Signora, il prossimo 21 ottobre ricorre la “Giornata mondiale della depression­e” e, quel giorno, troverà sul “Corriere” un ampio articolo sulle cause e sui trattament­i più attuali. La causa di questa malattia si trova in una predisposi­zione genetica caratteriz­zata dal deficit di una proteina, che veicola la serotonina negli spazi intersinap­tici. Per compensare tale carenza, noi medici utilizziam­o farmaci che “ricaptano”la serotonina che viene eliminata, un po’ come tanta povera gente utilizza gli scarti che vengono buttati nella spazzatura. Non va ignorato il ruolo dei fattori psicologic­i, come la perdita del lavoro o i problemi infantili, che innescano la depression­e in persone predispost­e. Per la terapia utilizzo, anche nelle forme gravi di depression­e, un trattament­o psicoterap­ico e, se c’è accettazio­ne e impegno, proseguo su questa strada, con o senza l’aggiunta di uno psicofarma­co. Ci sono, tuttavia, pazienti resistenti a qualsiasi psicofarma­co per i quali il nostro Centro di Ostuni utilizza il TMS (transcrani­c magnetic stimulatio­n), che è la vera novità per il trattament­o di questa patologia, con risultati molto positivi».

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Risponde il professor Giovanni D’attoma, neuropsich­iatra e psicoterap­euta.

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