Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Cassano con il governatore Stop a sinistra, FI si divide
Il coordinatore regionale: alla fine resterà con noi
Mondo politico in subbuglio dopo l’incontro tra Emiliano e Massimo Cassano. SI deplora la possibile intesa tra il centrosinistra e la componente dell’ex senatore forzista. Forza Italia, invece, litiga al proprio interno. Il coordinatore Vitali difende Cassano: «Per ora resta con noi». Il gruppo regionale attacca.
«Per me – dice il coordinatore regionale Gino Vitali – Massimo Cassano resta in Forza Italia. E lo sarà fino a quando non vedo scritto su un comunicato ufficiale che abbandona il partito». Il segretario provinciale di Bari, Francesco Paolo Sisto, parla di Cassano e del suo fedelissimo Gianni Stea (in predicato di conquistare un assessorato nella giunta regionale) come di due «quasi forzisti». Il gruppo consiliare alla Regione (Marmo, Damascelli, Gatta, Franzoso) senza citare Cassano si scaglia contro Stea con una frase che è uno schiaffo: «Che sia Franza o che sia Spagna, l’importante è che si magna». L’allusione è al possibile passaggio nella coalizione (e nella giunta) di Michele Emiliano.
L’apertura del confronto politico tra il governatore e Massimo Cassano – per possibili future intese e l’appoggio elettorale al Comune di Bari nel 2019 e alla Regionali nel 2020 – provoca reazioni irritate e contrapposte in FI, partito di provenienza dell’ex sottosegretario Cassano (ora a capo del movimento “civico” Puglia popolare). Dopo l’abbandono di FI e il ritorno tra gli azzurri nel luglio 2017, il partito si è diviso. Da una parte il coordinatore regionale che ne ha favorito il rientro, dall’altra parte il segretario provinciale e il gruppo regionale.
«Finora – spiega Vitali – ho visto solo ricostruzioni giornalistiche. Ma non leggo da nessuna parte che Massimo abbia abbandonato il nostro partito. Ha messo in atto solo un’interlocuzione politica con il rappresentante di uno schieramento diverso, per di più avanzando critiche nei confronti della Regione. Resto alle dichiarazioni ufficiali. Cassano, lunedì, ha detto alle tv di stare nel centrodestra». L’ex sottosegretario conferma: «Resto sulle posizioni di sempre. Discuto, parlo, incontro persone. Ma non ci sono novità. Ho rapporti importanti con Roma (vertici di FI, ndr) e non faccio nulla prima di averli consultati». Come dire che l’intesa con Emiliano non è chiusa. Il convegno di martedì con il governatore? «Solo un confronto. Da parte mia aspetto che cambi il clima di odio in FI». L’allusione è, anche, al divieto di iscrizione al gruppo azzurro che è stato opposto al suo fedelissimo Stea, dopo che questi si dichiarò forzista. Il gruppo è indignato («sarà divertente fare l’opposizione a Stea») e si rivolge a Emiliano dicendogli che «sottovaluta lo sdegno dei pugliesi nei confronti di accordi che nulla hanno a che fare con la buona politica». Anche Sisto, dopo aver definito “quasi forzisti” Stea e Cassano, attacca il governatore: «Ha gratificato Di Cagno Abbrescia (ex Fi, ndr) con la presidenza dell’Acquedotto e ora Emiliano prosegue con la sua operazione di “nessun pudore”». Vitali è furente con i suoi compagni di partito: «Marmo fa il professore e poi impedisce a Stea di iscriversi al gruppo di FI. Sisto, poi, da una parte non si esprime sul candidato sindaco di Bari e dall’altra non vuole le primarie. Dica lui: che facciamo? Ci ritiriamo dalle elezioni del 2019? Se io sono il coordinatore regionale mi facciano lavorare. Se le mie tesi non sono sostenibili, lo dicano. Ma non posso consentire ad altri di giocare con il sedere del coordinatore regionale».
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Luigi Vitali
Marmo fa il professore e impedisce a Stea di iscriversi al gruppo di FI, Sisto non si esprime sul candidato sindaco ma non vuole le primarie: che facciamo?