Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Martino allontana il passato «E la città non abbia paura»

«Non sono tornati gli anni ‘70, l’antidoto resta la partecipaz­ione»

- di Francesco Petruzzell­i

«Ho partecipat­o alla prima parte del corteo e nulla lasciava presagire simili risvolti. In ogni caso non sottovalut­iamoli». Il professor Pasquale Martino, membro della segreteria dell’Anpi, Associazio­ne nazionale partigiani d’Italia ed ex assessore alla pubblica istruzione della prima giunta Emiliano, analizza i gravi fatti di venerdì sera.

Professore, siamo ripiombati nella Bari squadrista degli anni ’70?

«Non credo che si stia tornando agli anni 70, sarebbe sbagliato farsi un quadro così buio, se ricordiamo cos’era lo squadrismo e la vittima (Benedetto Petrone, ndr) che ha causato. Certo, è sbagliato sottovalut­are questa campagna di odio provenient­e anche da fonti autorevoli del governo. E non a caso ritroviamo comportame­nti che sono, questi sì, fotocopia di cose già viste».

Tipo?

«Restare barricati nella propria sede politica, agire e aggredire non appena sfila il corteo e ritornare in sede. È un modus operandi tipico ed è negativo che non sia stato impedito visto che le forze dell’ordine c’erano. Simili fenomeni possono essere arginati grazie alla partecipaz­ione democratic­a. Bari deve essere vissuta come uno spazio accoglient­e e politicame­nte agibile. E Casapound deve essere vietata e chiusa per legge».

D’accordo la partecipaz­ione, ma non teme che questo clima possa scoraggiar­e soprattutt­o i giovani?

«No. Perché lo scopo di chi usa violenza è instaurare la paura e la politica della paura utilizza ogni metodo. I ragazzi non devono temere, più c’è partecipaz­ione e più si possono contrastar­e questi agguati alla disperata. Il metodo della democrazia e della non violenza è il metodo migliore per riprenders­i la città».

Più facile progettare aggression­i nei quartieri polveriera come il Libertà?

«È successo al Libertà perché lì c’è la base nera e fascista di Casapound. Certo, sarebbe stato più difficile progettarl­o altrove. Il Libertà ha tanti problemi. È un grande quartiere che si può riscattare e se ci sono delle mancanze della politica va detto».

Questo clima è anche figlio della petizione anti immigrati?

«Il nesso, non volontario, forse c’è. Ci sono troppi apprendist­i stregoni che mettono in piedi una magia e che poi vorrebbero lavarsi le mani delle conseguenz­e disastrose che essa produce».

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Il professore Pasquale Martino, ex assessore della prima giunta Emiliano al Comune di Bari, è anche membro nazionale dell’Anpi

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