Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Martino allontana il passato «E la città non abbia paura»
«Non sono tornati gli anni ‘70, l’antidoto resta la partecipazione»
«Ho partecipato alla prima parte del corteo e nulla lasciava presagire simili risvolti. In ogni caso non sottovalutiamoli». Il professor Pasquale Martino, membro della segreteria dell’Anpi, Associazione nazionale partigiani d’Italia ed ex assessore alla pubblica istruzione della prima giunta Emiliano, analizza i gravi fatti di venerdì sera.
Professore, siamo ripiombati nella Bari squadrista degli anni ’70?
«Non credo che si stia tornando agli anni 70, sarebbe sbagliato farsi un quadro così buio, se ricordiamo cos’era lo squadrismo e la vittima (Benedetto Petrone, ndr) che ha causato. Certo, è sbagliato sottovalutare questa campagna di odio proveniente anche da fonti autorevoli del governo. E non a caso ritroviamo comportamenti che sono, questi sì, fotocopia di cose già viste».
Tipo?
«Restare barricati nella propria sede politica, agire e aggredire non appena sfila il corteo e ritornare in sede. È un modus operandi tipico ed è negativo che non sia stato impedito visto che le forze dell’ordine c’erano. Simili fenomeni possono essere arginati grazie alla partecipazione democratica. Bari deve essere vissuta come uno spazio accogliente e politicamente agibile. E Casapound deve essere vietata e chiusa per legge».
D’accordo la partecipazione, ma non teme che questo clima possa scoraggiare soprattutto i giovani?
«No. Perché lo scopo di chi usa violenza è instaurare la paura e la politica della paura utilizza ogni metodo. I ragazzi non devono temere, più c’è partecipazione e più si possono contrastare questi agguati alla disperata. Il metodo della democrazia e della non violenza è il metodo migliore per riprendersi la città».
Più facile progettare aggressioni nei quartieri polveriera come il Libertà?
«È successo al Libertà perché lì c’è la base nera e fascista di Casapound. Certo, sarebbe stato più difficile progettarlo altrove. Il Libertà ha tanti problemi. È un grande quartiere che si può riscattare e se ci sono delle mancanze della politica va detto».
Questo clima è anche figlio della petizione anti immigrati?
«Il nesso, non volontario, forse c’è. Ci sono troppi apprendisti stregoni che mettono in piedi una magia e che poi vorrebbero lavarsi le mani delle conseguenze disastrose che essa produce».