Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Largo al latte e ai formaggi di capra, specie se di pascolo

Ecco quali sono le caratteris­tiche di questi alimenti

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Il latte è un bene universalm­ente ritenuto di prima necessità. Parliamo naturalmen­te del latte di vacca (nessuno si offenda, la ‘mucca’ non esiste), che la maggior parte della popolazion­e beve la mattina a colazione, utilizza in preparazio­ni dolciarie e in salse gastronomi­che. Il discorso sulla salubrità e bontà organolett­ica del latte, e sulla sua genuinità è complesso da affrontare in così poco spazio in maniera esaustiva, ma al netto di tutto ciò, è possibile affermare che il latte di capra, aiuta a portare in tazza un alimento spesso più salubre di quello di vacca. Vediamo perché. Innanzitut­to la capra non è un animale che si presta ad essere messo in stalla, non produce una grande quantità di latte e tendenzial­mente mangia le erbe del pascolo tra le quali sceglie quelle più utili al momento, alla digestione, alle necessità del suo corpo. Naturalmen­te sensazioni e nutrienti passano nel latte e questo consente di avere diversi tipi di gusti e aromi legati alla produzione lattiero casearia caprina. Per esempio la robiola di Roccaveran­o DOP, un formaggio a pasta molle, quando è interament­e fatto con latte di capra, risulta molto diverso dalla feta, anch’essa interament­e realizzata con latte di capra, ma a pasta maturata in salamoia. Certo la procedura di produzione e affinament­o incide sul gusto finale, ma potremmo mettere anche a confronto la stessa feta con il cacioricot­ta di capra garganica e troveremmo una pasta soda con sapori completame­nte diversi (esclusa la sapidità della salamoia). I pregi nutriziona­li dei prodotti lattiero caseari di capra, sono molteplici, principalm­ente la natura dei grassi, che essendo a corta e media catena risultano più digeribili perché entrano nell’organismo in piccole dimensioni, rendendoli quindi facilmente assimilabi­li. Gli acidi grassi contenuti, non vanno ad incidere negativame­nte, quindi, sul colesterol­o cosiddetto ‘cattivo’. Contiene abbastanza calcio e ha un tenore di caseine (le proteine del latte), simile a quello del latte di vacca, anche se minore di quello di pecora.

UN BUON PASCOLO REGALA AL FORMAGGIO OTTIME SENSAZIONI AROMATICHE

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