Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
L’ESTINZIONE DELLA POLITICA
Se c’era qualcuno disposto a credere che la politica fosse ancora il campo dell’etica e della responsabilità, basterebbero gli ultimi giorni a fargli cambiare idea ed a spingerlo tra gli affollatissimi ranghi dei populisti o dei sempreverdi qualunquisti. Il viavai dei leader o presunti tali tra le formazioni politiche – chiamarle partiti è francamente eccessivo – è ormai intensissimo. Dopo quattro secoli il «Franza o Spagna purché se magna» è tornato ad essere il principio guida della scena politica. Il governatore Emiliano riesce ancora a meravigliare. Ha guidato come segretario il Pd pugliese ma nelle ultime elezioni ne ha cancellato il simbolo sui manifesti per prendere qualche voto in più; ha inutilmente corteggiato in Regione i Cinque Stelle sperando di averne un appoggio che compensasse lo sfaldamento del Pd; si è poi rivolto alla destra, anch’essa in pessima salute, regalando all’ex sindaco Di Cagno Abbrescia la presidenza dell’Acquedotto Pugliese. Oggi, infine, sembra stia per arruolare nelle proprie file l’ex senatore di Forza Italia, Massimo Cassano. Quest’ultimo ha dichiarato davanti ad una platea di sostenitori e di ricchi e interessati imprenditori edili, che se il proprio partito non lo avesse candidato alle prossime amministrative sarebbe andato con Michele Emiliano. Discorso perentorio che però ha solo sfiorato la destra barese che, svanito il sogno Antonio Uricchio, è alla disperata ricerca di un candidato che rappresenti il mondo imprenditoriale o professionale e sia quindi capace di competere con il sindaco uscente. Sembra comunque che Cassano stia meditando; nei sacri testi è scritto che le folgorazioni fanno cadere da cavallo e non aiutano a raggiungere la stalla.
Fervono intanto i preparativi per le elezioni di primavera. I partiti tradizionali sono preoccupati perché ad aggravare la loro crisi interverrà la coincidenza con le Europee. Il rischio è che i temi sovranisti dell’Europa e delle frontiere oscurino quelli, più urgenti, riguardanti la città. Le liste civiche e le aggregazioni personali saranno decisive. A scuola ci avevano narrato della battaglia di Gavinana, dove i mercenari al soldo di Firenze vennero sconfitti e dove trovò la morte Francesco Ferrucci che disse al soldato che lo trafiggeva «tu uccidi un uomo morto» . Questa volta il rischio è che saranno proprio le compagnie di ventura, indipendentemente dalla loro affiliazione, a vincere. E che «l’uomo morto» sia la politica o la città.