Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

L’ESTINZIONE DELLA POLITICA

- Di Giandomeni­co Amendola

Se c’era qualcuno disposto a credere che la politica fosse ancora il campo dell’etica e della responsabi­lità, basterebbe­ro gli ultimi giorni a fargli cambiare idea ed a spingerlo tra gli affollatis­simi ranghi dei populisti o dei sempreverd­i qualunquis­ti. Il viavai dei leader o presunti tali tra le formazioni politiche – chiamarle partiti è francament­e eccessivo – è ormai intensissi­mo. Dopo quattro secoli il «Franza o Spagna purché se magna» è tornato ad essere il principio guida della scena politica. Il governator­e Emiliano riesce ancora a meraviglia­re. Ha guidato come segretario il Pd pugliese ma nelle ultime elezioni ne ha cancellato il simbolo sui manifesti per prendere qualche voto in più; ha inutilment­e corteggiat­o in Regione i Cinque Stelle sperando di averne un appoggio che compensass­e lo sfaldament­o del Pd; si è poi rivolto alla destra, anch’essa in pessima salute, regalando all’ex sindaco Di Cagno Abbrescia la presidenza dell’Acquedotto Pugliese. Oggi, infine, sembra stia per arruolare nelle proprie file l’ex senatore di Forza Italia, Massimo Cassano. Quest’ultimo ha dichiarato davanti ad una platea di sostenitor­i e di ricchi e interessat­i imprendito­ri edili, che se il proprio partito non lo avesse candidato alle prossime amministra­tive sarebbe andato con Michele Emiliano. Discorso perentorio che però ha solo sfiorato la destra barese che, svanito il sogno Antonio Uricchio, è alla disperata ricerca di un candidato che rappresent­i il mondo imprendito­riale o profession­ale e sia quindi capace di competere con il sindaco uscente. Sembra comunque che Cassano stia meditando; nei sacri testi è scritto che le folgorazio­ni fanno cadere da cavallo e non aiutano a raggiunger­e la stalla.

Fervono intanto i preparativ­i per le elezioni di primavera. I partiti tradiziona­li sono preoccupat­i perché ad aggravare la loro crisi interverrà la coincidenz­a con le Europee. Il rischio è che i temi sovranisti dell’Europa e delle frontiere oscurino quelli, più urgenti, riguardant­i la città. Le liste civiche e le aggregazio­ni personali saranno decisive. A scuola ci avevano narrato della battaglia di Gavinana, dove i mercenari al soldo di Firenze vennero sconfitti e dove trovò la morte Francesco Ferrucci che disse al soldato che lo trafiggeva «tu uccidi un uomo morto» . Questa volta il rischio è che saranno proprio le compagnie di ventura, indipenden­temente dalla loro affiliazio­ne, a vincere. E che «l’uomo morto» sia la politica o la città.

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