Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

NOBILTÀ PERDUTA E GIOCHI DI POTERE

- di Silvio Suppa

In Puglia il voto regionale è lontano, eppure il presidente Emiliano effettua non da oggi grandi manovre per rinnovare il suo mandato. Ecco allora la sua apertura a destra, avviata già con Di Cagno Abbrescia all’Aqp, e oggi proseguita con l’aggiunta all’esecutivo di un nome legato all’ex senatore Cassano, a sua volta in cerca di appoggi per divenire sindaco di Bari fra meno di un anno. Si attendono le decisioni in seno alla sinistra regionale, forse non inerte di fronte a tanto frenetico agitarsi. Ma cerchiamo di capire meglio. In realtà in politica i rovesciame­nti di fronte non sono mai mancati, anche se per ragioni volta a volta diverse. A Bari, a cavallo fra gli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, ci fu una spettacola­re rottura della continuità del governo cittadino di destra, grazie all’inedita scelta della Democrazia Cristiana di puntare al sindaco, e di inaugurare così il corso del centro-sinistra – così si scriveva allora – fase pilota per tutto il Paese. In sostanza, riformator­i cattolici e riformator­i socialisti, spinti da una qualificat­a domanda sociale, provavano a fondare equilibri più avanzati, etichetta politica di un più moderno blocco sociale di guida della vita produttiva e del governo comunale; e fu il paradigma di una stagione di lunga durata. Non si trattò di tattica elettorale, ma di un confine fra passato e futuro, maturato non a caso in un laboratori­o allora fertile e significat­ivo per tutto il Sud. Ne derivò un salto della politica che giovò a tutte le forze in campo, compresa la sinistra di opposizion­e.

Oggi le cose sono diverse, in quanto, quasi due anni prima del voto regionale, con il suo peso sul piano nazionale, non si parla di programmi, e tanto meno di alleanze sociali da riscrivere. In Puglia sta nascendo un semplice blocco di potere, con la speranza di Emiliano di rimanere in sella con i voti di chiunque, e con l’impazienza dei cosiddetti moderati di affrancars­i a titolo personale dalla loro stessa crisi, in una fase che potrebbe generare il tramonto della politica senza idee, o addirittur­a il tramonto della politica in generale. Le attuali alleanze di Emiliano si riducono a un semplice gioco di possesso del potere, ovvero a un’intesa fra testimoni di un mondo esaurito, sperando che alla fine essi si ritrovino con le redini nelle loro mani. Ammesso che tale manovra riesca, non servirebbe nemmeno a chi la tenta, e comunque non certo ai pugliesi, che chiedono invano un vero sistema di sanità, servizi adeguati e un trasparent­e allargamen­to delle confuse maglie del lavoro.

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