Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Le acrobazie francesi di Cirkvost
Cirkvost, la compagnia acrobatica francese che tanto successo raccolse lo scorso anno proprio qui al Festival Castel dei Mondi con lo stupefacente BoO, è tornata ad inaugurare la nuova edizione con il non meno colossale Epicycle. Questa volta l‘ambientazione non è quella inizi Novecento, con figurine molto parigine che si stagliavano e operavano su una scena di 368 enormi canne di bambù. Ma è quella avveniristica di un futuro prossimo alla Mad Max in cui a prevalere è il ferro, il rame e un intrico di corde. Una struttura circolare di oltre tredici metri di diametro, tra l’archeologia industriale e la vertiginosa ruota di un luna park da incubo su cui si issano, nei cui anfratti strisciano e trovano vita e linfa, otto presenze abbigliate da avveniristici costumi che però riportano ad antichi guerrieri, ad intrepidi aviatori, ad eroine in libera uscita dal pianeta Mongo di Flash Gordon. Ed infatti la maggiore ispirazione per Epicycle viene proprio dall’universo dei fumetti anche se la traccia narrativa, così affascinante e accentuata in BoO, qui è molto più sfumata e nettamente prevalgono le citazioni, soprattutto visive, del lavoro dei grandi autori contemporanei della bande dessinée. Ancora una volta si apprezza in uno spettacolo di Cirkvost la capacità di mantenere intatta la magia delle acrobazie, lo stupore per le prodezze ginniche ma anche la sapienza di inserire tutto questo nella levità di creazioni coreografiche che incantano. Un’attenzione ad una teatralità di segno forte come, ad esempio, nel creare controscene che imprimono nuovi ritmi e regalano allo spettatore costantemente un quadro d’insieme che nello stesso tempo rafforza l’elemento muscolare ma lo trasforma anche in altro, in un significante più complesso.E tutto questo, ovviamente, divertendo e catturando spettatori di ogni età.
Visioni di futuro Ambientazione avveniristica di un futuro prossimo alla Mad Max