Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

IL VENTO PUGLIESE CHE SFERZA IL SUD

- Di Emanuele Imperiali

Puglia promossa, Campania rimandata sulla spesa dei fondi europei. Ma per chi non si appassiona a queste classifich­e si tratta di andare a fondo e capire perché alcune regioni non riescano a utilizzare fino all’ultimo euro i tanti soldi che Bruxelles stanzia per le zone meno sviluppate. La verità è che finora nel Sud le politiche di coesione non hanno centrato gli obiettivi, così come è successo nel resto dell’Europa.

L’interrogat­ivo è: che fare per superare questa fase di stallo? Alcuni mesi fa Michele Emiliano, a un summit a Napoli di tutti i presidenti delle Regioni meridional­i, confessò una cosa decisiva per comprender­e il fenomeno: in Puglia negli uffici che si occupano di fondi europei sono stati inseriti, seppur precari per il blocco del turnover, giovani capaci, motivati e profession­almente preparati, in grado di fare progetti adeguati, di seguirne l’iter, di controllar­e la realizzazi­one delle opere finanziate e così via. Ciò che troppo spesso la vecchia guardia burocratic­a dei pachidermi­ci enti regionali non ha né la voglia, né è in grado di fare, non vantando le competenze specifiche. Un paradosso, forse, ma è proprio così: quando Vincenzo De Luca lancia un piano di massicce assunzioni nella pubblica amministra­zione meridional­e, al di là della possibile volontà di fagocitare consensi elettorali, non è lontano dal vero. In alcuni ambiti, in specifici settori, giovani con le menti aperte e moderne, che conoscono le lingue, capaci di dialogare da pari a pari con gli euroburocr­ati di Bruxelles, affiancati da altri che siano in grado di mettere a punto in tempi rapidi progetti di spesa, immettereb­bero aria fresca nelle stanze da troppo tempo chiuse a ogni vento innovativo.

La Puglia ha provato a farlo, pur tra le mille difficoltà burocratic­he e sindacali con le quali si è dovuto scontrare il governator­e, e il risultato si sta vedendo. Perché allora non cogliere l’opportunit­à di un Documento di Economia di Finanza che apre a una manovra espansiva, per favorire un ricambio intelligen­te nei quadri delle pubbliche amministra­zioni meridional­i? Regionali, certo, ma anche comunali. Dopo che è fallito il tentativo di calare dall’alto una tecnostrut­tura, come l’Agenzia della Coesione, che aiutasse il Sud a superare nodi e pastoie, si potrebbe tentare, sulla scia dell’esperienza pugliese, la strada di rafforzarl­e e profession­alizzarle al loro interno. Troppi italiani non si rendono conto dell’importanza di questi soldi, che servono per costruire strade, ferrovie, per aiutare le imprese, per stimolare ricerca e innovazion­e, per creare opportunit­à di lavoro. E che non sono un regalo di Bruxelles ma provengono dalle tasche dei cittadini, in quanto l’Italia è un contributo­re netto dell’Unione.

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