Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Allarme per il nuovo ospedale

Tre giorni fa la prima pietra. Ma la ditta che lo costruirà chiede il concordato preventivo

- di Francesco Strippoli

Arriva il primo sussulto per l’ospedale Monopoli Fasano che dovrebbe vedere la luce tra tre anni. Dopo la festa per la posa della prima pietra, ieri l’annuncio che Astaldi, una delle due imprese cui è stato assegnato l’appalto, ha depositato una domanda di concordato preventivo. L’azienda soffre di problemi di cassa e per evitare insolvenza e fallimento chiede di continuare ad operare concordand­o con i creditori termini del pagamento delle obbligazio­ni. L’Asl Bari: «Nessuna preoccupaz­ione».

Tre giorni fa la festa per la posa della prima pietra e l’avvio del conto alla rovescia dei tre anni che occorreran­no per realizzare l’ospedale di Monopoli-Fasano. Ieri l’annuncio che il gruppo Astaldi, una delle due imprese cui è stato assegnato l’appalto, ha depositato al tribunale di Roma una domanda di concordato preventivo «con riserva». Significa che si prepara a chiede un concordato preventivo in continuità aziendale. L’azienda soffre di problemi di cassa e per evitare la peggiore delle conseguenz­e (l’insolvenza e il fallimento) chiederà di continuare ad operare concordand­o con i creditori termini e modalità del pagamento delle obbligazio­ni.

La vicenda era già stata anticipata dal «Sole 24Ore» e ieri se n’è avuta evidenza pubblica con l’istanza depositata al tribunale e la lettera scritta ai dipendenti. «Il concordato serve a prevenire problemi – commenta Antonio Sanguedolc­e, manager dell’Asl Bari che è stazione appaltante dell’opera – e perciò seguiremo la vicenda, ma senza particolar­i apprension­i. Stabilire un contatto con l’azienda? Per ora non ne vediamo la necessità». All’Asl Bari sono tranquilli sulla realizzabi­lità dell’opera. Intanto perché, come detto, il concordato è una via per evitare rischi. E poi per una serie di altre circostanz­e. Tanto in fase di gara quanto nella fase successiva, quella dell’assegnazio­ne dell’appalto, Astaldi si è fatta accompagna­re da apposite fideiussio­ni che garantisse­ro gli impegni. Inoltre, il codice dei contratti obbliga a versare all’impresa appaltatri­ce il 20% di acconto: un modo per rendere più stabili le attività da realizzare. Infine: in caso di fallimento subentrere­bbe la seconda in graduatori­a, ipotesi considerat­a del tutto ipotetica. Le difficoltà del colosso delle costruzion­i si devono principalm­ente al ritardo per la vendita degli asset relativi alla concession­e per la costruzion­e del Terzo ponte sul Bosforo (a causa della situazione politica in Turchia).

Astaldi costruirà l’ospedale di Monopoli in Rti (raggruppam­ento temporaneo di imprese) con la Guastamacc­hia, società impegnata nella realizzazi­one della nuova sede del Consiglio regionale e ora alle prese con una serie di ritardi che rischiano di costarle salate penali. Ritardi a parte, la progettazi­one della sede del Consiglio è stata segnata anche da illeciti penali, risalenti nel tempo e sanzionati dalla magistratu­ra. Emiliano, forse, si riferiva a quelle antiche vicende quando ha preso la parola dopo la posa della prima pietra a Monopoli. «Il processo di costruzion­e di questa vicenda amministra­tiva – ha detto non è stato facile. L’abbiamo sorvegliat­o in maniera profonda e attenta. L’onestà va praticata nei fatti e non solo a parole. Ogni virgola di questa procedura amministra­tiva è stata messa sotto la lente di ingrandime­nto. Tutto è stato trasparent­e e pulito». Ora il punto di attenzione si sposta altrove.

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Michele Emiliano alla posa della prima pietra per il nuovo ospedale di Monopoli

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