Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Allarme per il nuovo ospedale
Tre giorni fa la prima pietra. Ma la ditta che lo costruirà chiede il concordato preventivo
Arriva il primo sussulto per l’ospedale Monopoli Fasano che dovrebbe vedere la luce tra tre anni. Dopo la festa per la posa della prima pietra, ieri l’annuncio che Astaldi, una delle due imprese cui è stato assegnato l’appalto, ha depositato una domanda di concordato preventivo. L’azienda soffre di problemi di cassa e per evitare insolvenza e fallimento chiede di continuare ad operare concordando con i creditori termini del pagamento delle obbligazioni. L’Asl Bari: «Nessuna preoccupazione».
Tre giorni fa la festa per la posa della prima pietra e l’avvio del conto alla rovescia dei tre anni che occorreranno per realizzare l’ospedale di Monopoli-Fasano. Ieri l’annuncio che il gruppo Astaldi, una delle due imprese cui è stato assegnato l’appalto, ha depositato al tribunale di Roma una domanda di concordato preventivo «con riserva». Significa che si prepara a chiede un concordato preventivo in continuità aziendale. L’azienda soffre di problemi di cassa e per evitare la peggiore delle conseguenze (l’insolvenza e il fallimento) chiederà di continuare ad operare concordando con i creditori termini e modalità del pagamento delle obbligazioni.
La vicenda era già stata anticipata dal «Sole 24Ore» e ieri se n’è avuta evidenza pubblica con l’istanza depositata al tribunale e la lettera scritta ai dipendenti. «Il concordato serve a prevenire problemi – commenta Antonio Sanguedolce, manager dell’Asl Bari che è stazione appaltante dell’opera – e perciò seguiremo la vicenda, ma senza particolari apprensioni. Stabilire un contatto con l’azienda? Per ora non ne vediamo la necessità». All’Asl Bari sono tranquilli sulla realizzabilità dell’opera. Intanto perché, come detto, il concordato è una via per evitare rischi. E poi per una serie di altre circostanze. Tanto in fase di gara quanto nella fase successiva, quella dell’assegnazione dell’appalto, Astaldi si è fatta accompagnare da apposite fideiussioni che garantissero gli impegni. Inoltre, il codice dei contratti obbliga a versare all’impresa appaltatrice il 20% di acconto: un modo per rendere più stabili le attività da realizzare. Infine: in caso di fallimento subentrerebbe la seconda in graduatoria, ipotesi considerata del tutto ipotetica. Le difficoltà del colosso delle costruzioni si devono principalmente al ritardo per la vendita degli asset relativi alla concessione per la costruzione del Terzo ponte sul Bosforo (a causa della situazione politica in Turchia).
Astaldi costruirà l’ospedale di Monopoli in Rti (raggruppamento temporaneo di imprese) con la Guastamacchia, società impegnata nella realizzazione della nuova sede del Consiglio regionale e ora alle prese con una serie di ritardi che rischiano di costarle salate penali. Ritardi a parte, la progettazione della sede del Consiglio è stata segnata anche da illeciti penali, risalenti nel tempo e sanzionati dalla magistratura. Emiliano, forse, si riferiva a quelle antiche vicende quando ha preso la parola dopo la posa della prima pietra a Monopoli. «Il processo di costruzione di questa vicenda amministrativa – ha detto non è stato facile. L’abbiamo sorvegliato in maniera profonda e attenta. L’onestà va praticata nei fatti e non solo a parole. Ogni virgola di questa procedura amministrativa è stata messa sotto la lente di ingrandimento. Tutto è stato trasparente e pulito». Ora il punto di attenzione si sposta altrove.