Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
La manovra divide il Pd Non dispiace a Decaro Amati: «È una porcata»
Un solo partito, tante opinioni. In fondo è giusto così. Il Pd si divideva quando era al governo, lo fa anche ora dall’opposizione. Così per Michele Emiliano la manovra economica varata dal governo è materia da applausi, per Fabiano Amati è una «porcata economica», per Teresa Bellanova «un gioco cinico», per Antonio Decaro «certamente positiva se si riuscirà a fare quanto annunciato». La più sorprendente è proprio la dichiarazione del renzianissimo(così lo si definiva) sindaco di Bari, che si colloca in questo modo all’opposto di Renzi.
A dar fuoco alle polveri è il governatore. Dice così: «È una manovra che avrei provato a fare anche io se fossi stato al posto del governo. Tenere insieme la cura delle persone più deboli e, contemporaneamente, abbassare la tassazione sulle piccole e medie imprese per rilanciare l’economia è un’azione tipicamente di sinistra. Sono 7-8 anni che non riusciamo a smuovere l’economia. Questo governo ci deve provare e capisco la gioia dei giovani esponenti del M5S». L’allusione è alla festa sotto Palazzo Chigi con i big 5 Stelle a sbracciarsi sul balcone. Emiliano approfitta anche per assestare un colpo a Salvini, secondo lo schema consueto di ammiccare ai grillini ma non ai leghisti: «Il M5S si è imposto alla Lega, fatta di vecchi marpioni che hanno con le lobby rapporti molto stretti».
Poco dopo tocca a Decaro. «Se si riuscirà a fare quello che è stato annunciato – afferma – la manovra sicuramente è positiva: il reddito di cittadinanza vede i sindaci convinti che possa essere una forma di contrasto alla povertà. A Bari siamo stati fra i primi a introdurlo con i “cantieri di cittadinanza” già nel 2014».
La dichiarazione è esplosiva, se solo si considera la repulsione manifestata dai renziani verso le decisioni del governo (non per le misure in sé, ma per il costo che avranno sul debito pubblico). Infatti nei paraggi renziani si usano altre parole. L’ex viceministra Bellanova parla di manovra «disastrosa». «Affermare di aver sconfitto la povertà – sottolinea – è giocare cinicamente con la vita dei più deboli. Andiamo nelle piazze e raccontiamo perché questa Finanziaria sarà una iattura».
Insomma, è come se si appartenesse a partiti diversi. Emiliano lo dice apertamente. «Mi dicono: come fai a stare nel Pd se critichi tutto quello che fa? Ma se il Pd è diventato un’altra cosa, io ho il diritto di provare a farlo ritornare ad essere un partito di sinistra».
Il consigliere regionale Amati, senza molti peli sulla lingua, ha un altro punto di vista. La manovra non gli piace e neppure alcune prese di posizioni dei suoi compagni di partito. Spiega: «Avrei capito nuovo debito per un programma di sgravi e opere pubbliche per dare lavoro e quindi reddito. Ma per nessuna ragione al mondo è pensabile fare debiti per far pagare ai giovani le pensioni anticipate o per assicurare un reddito senza lavoro. Siamo di fronte ad una disumana porcata economica: si compra il voto dei padri con soldi e speranze rubati ai figli. È un progetto “criminale” che nessuno di noi può assecondare o fiancheggiare, anche se fosse in funzione della prossima campagna elettorale di Bari o della più lontana per la Regione».
Amati, senza citarli, guarda a Decaro (al voto nel 2019) ed Emiliano (l’anno successivo). Interpreta le loro parole in maniera assai netta. Governatore e sindaco vogliono lisciare il pelo ai tanti, Amati lo sa, che oggi plaudono alle decisioni del governo sebbene inconsapevoli dei rischi per la tenuta dei conti pubblici.
Il destrorso Raffaele Fitto la pensa in maniera identica ad Amati. «Si chiama “manovra del popolo” – dice l’europarlamentare di Maglie – perché sarà il popolo italiano a pagare il prezzo più salato. Chi ieri sera festeggiava si è assunto una grossa responsabilità per il futuro del Paese, ma anche per il presente: lo spread sta salendo e i mercati scendono. Ed è solo l’inizio».