Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

I fratelli della borsa pop fatta con le stoffe degli altri

A Napoli Eleonora e Pierluigi Frezza riciclano in chiave eco-friendly gli avanzi

- Di Paola Cacace

Anche da uno scampolo di tessuto può nascere una borsa. Unite alla stoffa creatività, passione e un pizzico di «napoletani­tà» e otterrete una borsa «terribile» o per dirla con il dialetto partenopeo «zirra». È una storia familiare, la storia di una sorella e un fratello. E della loro mamma. Infatti è proprio dai rimasugli di tessuto che inizia l’avventura eco-friendly delle borse di Eleonora e Pierluigi Frezza, sorella e fratello con il pallino della moda che nel 2014 hanno fondato il brand Le Zirre Napoli. D’altra parte la moda è un settore trainante dell’economia nazionale: secondo i dati raccolti dalla Camera della moda nel 2017, il settore ha fatturato ricavi per un totale di 64,8 miliardi di euro, il 2,5% in più rispetto all’anno precedente. Il merito di questa continua crescita sta sicurament­e nella ricercatez­za del dettaglio che solo il lavoro artigianal­e è capace di dare.

«Tutto è nato per gioco — racconta Eleonora — in famiglia. In quella stessa famiglia che oggi è l’anima de Le Zirre. Nostra madre, Paola, ama da sempre i tessuti, specialmen­te quelli molto colorati. E così sin da quando eravamo bambini c’erano sempre scampoli di stoffa in giro per casa. Cosa farne? La risposta è stata semplice, delle borse. Da quel gioco, diciamo da quell’hobby, è nata una vera passione e così da una borsa siamo passati a due e a tre. Ma non ci bastava e abbiamo iniziato a scegliere tessuti sempre più importanti per realizzare borse ricche di colore e con manici fatti rigorosame­nte di stoffa. Circa quattro o cinque anni fa, poi, abbiamo deciso di trasformar­e il tutto in un vero e proprio brand. Niente produzioni in serie però. Il nostro quid in più è l’artigianal­ità di ogni singola borsa che è unica a modo suo. Anche per questo abbiamo deciso di chiamarle Le Zirre, le terribili. Un appellativ­o che, lo confesso, ricorre spesso nella nostra famiglia».

Ed ecco che dal 2014 ad oggi le borse dei fratelli Frezza e della mamma Paola hanno saputo conquistar­e una vasta gamma di fashion lovers.

Pratiche, nuove, capienti, innovative, eleganti, artigianal­i. Sono queste le caratteris­tiche de Le Zirre che però sono soprattutt­o eco-friendly visto che sono cucite a mano usando gli avanzi di tessuto che le grandi aziende sono pronte a buttare.

«Tra l’altro — continuano i fratelli Frezza — non usiamo nient’altro che stoffa. Niente pelle. E anche le cerniere, i bottoni, o le catenelle per le pochette sono acquistate con la stessa cura e con lo stesso ideale: essere green e, come diciamo spesso eco-logically friendly al 100 per cento. Largo spazio dunque ai colori perché ogni cliente possa passare una giornata allegra ed elegante allo stesso tempo. D’altronde l’accessorio in definitiva è uno stile di vita e il fatto che sia ecologico è un po’ una dichiarazi­one di intenti sia di chi lo produce, come noi in questo caso, che di chi lo indossa».

Un accessorio che rende il lusso accessibil­e e che è per davvero green visto che oltre a non usare pellami o affini Eleonora, Pierluigi e la mamma vanno a ripescare tessuti nel segno del riuso creativo.

«Per quanto la lavorazion­e sia 100 per cento made in Campania — aggiunge Eleonora — mio fratello, che si è formato all’Istituto Europeo di Design e mia madre che è da sempre la creativa di famiglia vanno in giro per l’Italia alla ricerca di avanzi di stoffe interessan­ti. Magari quelle delle grandi griffe. Pezzi di stoffa troppo piccoli per essere usati per altri scopi o appartenen­ti a una collezione ormai fuori produzione. Così pur puntando sulla qualità di stoffe lussuose riusciamo a rendere i nostri accessori anche accessibil­i alle nostre clienti. L’idea? Da donna posso dirlo: l’accessorio va cambiato spesso e volentieri specie quando si può abbinare ogni sgargiante colore alla propria mise del giorno».

Colori sgargianti che sono quelli originali, infatti sempre in un’ottica ecologica i tessuti non vengono ricolorati in nessun modo. Ed ecco che queste iconiche borse reinventan­o uno stile metropolit­ano con ironia ed eleganza mentre diventano la dichiarazi­one del proprio amore per l’ambiente.

Intanto la pochette si triplica e viene indossata come un bracciale e la tracollina si sdoppia anche nella collezione autunno-inverno 2018-2019 dei fratelli Frezza dall’evocativo titolo «Cromatismi Napoletani».

«Ci sarà la Paint - raccontano i Frezza - borsa rigida composta sempre di tessuto ma in questo caso di una tela dipinta a mano da un artista, anche in questo caso non trattata se non con un olio per evitare che la pittura si sgretoli, e poi la Velvet, con il velluto come suggerisce il nome, e la Mondrian e la Pop. Colorate, divertenti, insomma Zirre».

La passione colorata

Tutto è nato per gioco, nostra madre, Paola, ama molto i tessuti, soprattutt­o quelli colorati. E così fin da piccoli avevamo sempre in giro per casa scampoli di stoffa. Cosa farne? La risposta è stata semplice: delle borse. E così da un hobby sono nate le «zirre»

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Creatività partenopea I fratelli Eleonora e Pierluigi Frezza con alcuni amici e alcune delle loro creazioni con stoffe di grandi griffe riciclate (in alto, foto di Raffaele Marone)

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