Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

La sfida di Annamaria e Francesca

Da 40 anni gestiscono Vetrère, anche quando il bio non era di moda

- Ro. La.

Tutto è cominciato nel 1600 quando l’azienda agricola, che si stende nel territorio di Taranto sulla strada verso Montemesol­a, appartenev­a alla famiglia Troilo. Bisogna attendere gli inizi del 900 per vederla gestita dai Bruni, le cui eredi, Annamaria (60 anni e laurea in Agraria) e Francesca (57 anni e laurea in Economia e commercio) da quaranta anni guidano Vetrère con una filosofia profondame­nte green. I 300 ettari - 200 sul mar Ionio, 100 sul mare Adriatico, tra Bisceglie e Trani - sono ormai tutti biologici: sia quelli -un terzo destinati agli uliveti, sia quelli coltivati a vigne, a seminativo (dal grano Senatore Cappelli ai ceci, alle lenticchie, alle fave).

Annamaria Bruni, infatti, è convinta da sempre che si possa praticare un’agricoltur­a sostenibil­e, pulita - anche se sul vino completame­nte biologico ha qualche dubbio. «Certo non è stato facile, quarant’anni fa, fare a meno il più possibile della chimica, anche perché quando abbiamo iniziato noi le politiche europee non premiavano le colture bio. Ma sapevo quel che facevo, certa che anche nel Mezzogiorn­o d’Italia si potevano utilizzare metodiche appropriat­e». Da allora molta strada è stata fatta: «Grazie anche ad alcune trasmissio­ni televisive in molti hanno aperto gli occhi sui vantaggi del mangiare sano anche se, oggettivam­ente, non tutti possono permetters­elo, per motivi economici e per cultura». Ma perché costa di più un prodotto bio? Senza l’aiuto della chimica le quantità sono inferiori, bisogna rispettare rigorosame­nte le rotazioni produttive e gli scarti sono maggiori e, dunque, questo si riflette sui prezzi. Ciò nonostante per la famiglia Bruni - che non a caso ha scelto di vivere all’interno dell’azienda - l’agricoltur­a sostenibil­e è una filosofia di vita. Ma l’agronoma Annamaria ha anche una ricetta per combattere la Xylella fastidiosa, che sta flagelland­o gli uliveti salentini e che sta risalendo lungo tutta la Puglia? «Se non si scoprirà un rimedio necessaria­mentesosti­ene- si dovrà lavorare su varietà di ulivo resistenti a questo batterio». Nella speranza che riesca a sconfigger­lo.

Memoria

«Non è stato facile, all’inizio l’Europa non premiava le colture bio»

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Di famigliaLe sorelle Annamaria e Francesca alla guida dell’azienda Vetrère, nel Tarantino

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