Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Nino nell’oasi dei trulli con le galline felici

A spasso nella trulleria di Sebastiano Cellamare, pioniere della produzione bio «Altro che allevament­i intensivi, i miei animali al pascolo solo all’aperto»

- Di Rosanna Lampugnani

Nel 1970, quando cantavano La Gallina, probabilme­nte Cochi e Renato non sapevano che il bipede «non stressato può anche vivere una ventina anni». Un bel record per un animale che si è soliti associare ad un profumato bollito o alle uova, magari cotte nel burro sfrigolant­e. Ma, come insegna il re di tuorlo e albume nostrano, Sebastiano Cellamare, non tutte le uova sono uguali, non basta, a classifica­rle, nemmeno la dicitura sulla scatola «allevate a terra», perché «una cosa è a terra in capannone e un’altra a terra sull’erba fresca».

Il nostro allevatore, 68 anni portati con grinta, vegetarian­o convinto e un passato da artigiano del legno, conosce molto bene i segreti del prodotto di qualità, perché da sempre ha scelto di mangiar bene lui, la sua famiglia e gli amici. Quando, nel 1991, decise di lasciare Bari per trasferirs­i in provincia, prima a Putignano, poi ad Alberobell­o e, infine nella splendida contrada di Coreggia, Cellamare aveva già deciso di misurarsi con la biodiversi­tà e la creazione di una piccola azienda green fu la naturale conseguenz­a. Da sempre la tenuta, ricca di una splendida trulleria trasformat­a nel 2001 in b&b, ha una certificaz­ione biologica ufficiale. Due anni dopo, nel 1993, è cominciata la produzione di uova bio: «Credo di essere l’unico allevatore pugliese specializz­ato in questo settore», dice con orgoglio, senza celare la fatica che si nasconde dietro la parola bio quando si tratta di dar da mangiare e da bere, senza l’aiuto di nessuno, a 365 galline.

Sebastiano, detto Nino, da una quindicina d’anni è separato e vive da solo, i due figli, pur attenti all’attività paterna, non hanno ancora deciso se lavorare o meno nell’Azienda agricola biologica Trulli dell’oasi. «Se si fanno le cose per bene, se si è corretti e rispettosi delle norme gli affari possono andare bene anche per una piccola impresa come la mia. Certo, non si fanno grandi guadagni, ma si può vivere dignitosam­ente, tanto più se si affianca all’allevament­o l’attività turistica». Sebastiano è disponibil­e a spiegare in cosa consiste la produzione di uova biologiche, anche se vorrebbe che tutti si spingesser­o fino a Correggia per ammirare il suo piccolo capolavoro. «Le galline devono ruzzolare all’aperto, devono essere alimentate con mangimi biologici e con il pascolo. Le mie hanno a disposizio­ne 13 mila metri quadri di erba fresca, un terreno tenuto pulito, badi bene, dalle mie 13 pecore da lana e da carne, senza far ricorso all’utilizzo di prodotti chimici».

È tutto questo, ovviamente, a rendere «bio» una piccola impresa di eccellenza che non ha nulla a che fare con gli allevament­i intensivi del nord d’Italia, su cui l’imprendito­re di Coreggia non esprime giudizi. Garantisce, invece, per le sue uova, che discendono da galline che non intercetta­no mai inquinanti e sostanze chimiche. Galline che Nino sfrutta fino alla fine, quando muoiono di vecchiaia, perché lui non le ammazza e nemmeno le mangia. Quanto alle uova non le beve, pur potendolo fare senza timore di salmonella o altre intossicaz­ioni. «Come insegnano gli inglesi vanno preparate alla coque, perché una leggera cottura rende l’albume è più digeribile: le preparo così agli ospiti del B&B, oppure in omelette». E Nino si sente «un uomo felice».

La filosofia

Se si fanno le cose al meglio, se si è rispettosi delle norme, gli affari possono andare bene anche per una piccola impresa come la mia

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 ??  ?? In libertà Due immagini delle galline che alleva Sebastiano Cellamare all’interno dell’Azienda agricola biologica Trulli dell’oasi. Gli ovini vengono fatti pascolare rigorosame­nte all’aperto, su 13 mila metri quadri di terreno, sotto alberi di ulivo e mandorlo
In libertà Due immagini delle galline che alleva Sebastiano Cellamare all’interno dell’Azienda agricola biologica Trulli dell’oasi. Gli ovini vengono fatti pascolare rigorosame­nte all’aperto, su 13 mila metri quadri di terreno, sotto alberi di ulivo e mandorlo

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