Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Colori con gli scarti (di carciofi e cipolle)

Una start up dell’Università di Salerno realizza originali pitture per la bioedilizi­a «Puntiamo a ridurre lo spreco, utilizzand­o materiale che sarebbe eliminato»

- Di Francesca Candioli

Colorare le pareti con ciò che resta del carciofo bianco di Pertosa, o con la cipolla ramata di Montoro, o con altri residui agroalimen­tari. Oggi sono una startup innovativa ma la loro ricerca è iniziata nei primi anni 2000, studiando le piante tintorie utilizzate per i tessuti. Da lì alla messa a punto di pitture per la bioedilizi­a a base di calce, latte e uova, colorate con piante spontanee o con scarti di coltivazio­ni tipiche del territorio campano, il passo è stato breve.

È la storia di «Naturalmen­te Colore», uno spin-off accademico del dipartimen­to di Farmacia dell’Università degli Studi di Salerno, attivo dal 2014 a Fisciano, nel settore della green economy e dell’economia circolare. «Il nostro obiettivo — racconta Enrica De Falco, agronoma e coordinatr­ice del progetto — è riuscire ad ottenere un nuovo prodotto grazie al recupero di materiale che altrimenti sarebbe eliminato. Parliamo di residui agroalimen­tari provenient­i in particolar modo da aziende attive nel nostro territorio e impegnate a coltivare eccellenze. Puntiamo a ridurre lo spreco, rafforzand­o una filiera di residui di fatto a km zero». Dagli scarti del settore del tessile, a ciò che resta della scorteccia­tura dei pali di castagno, al mallo delle noci: da questi residui si ricavano coloranti utili per creare pitture ecologiche che non contengono sostanze nocive sia nella fase di produzione che di applicazio­ne. «Utilizziam­o — continua De Falco — solo scarti provenient­i da realtà, selezionat­e da noi, che rispettano il territorio ed hanno un’elevata impronta ecologica». In quest’ottica sono stati recuperati due prodotti, presidii di Slow Food: le brattee del carciofo bianco di Pertosa, utilizzate per colorare gli interni del Museo del Suolo in collaboraz­ione con la Fondazione Mida, e le tuniche esterne della cipolla ramata di Montoro, R utilizzate nei lavori di ristruttur­azione del Museo vivente della Dieta Mediterran­ea di Pioppi.

«Spesso poi — spiega l’agronoma - sono le stesse imprese a recuperare gli scarti dei loro prodotti, come l’azienda Gaia Gb Agricola che per la pitturazio­ne del proprio locale di ristorazio­ne ha utilizzato i residui delle sue cipolle». A fare ricerca sugli scarti agroalimen­tari, che rappresent­ano circa il 40% di ciò che viene prodotto in un’intera filiera, dall’inizio alla fine, sono quattro ricercator­i: oltre a De Falco, c’è Graziana Roscigno, laureata in tecniche erboristic­he e farmacia, oltre a Gionatan Siano e Rocco D’Ascoli, esperti di bioedilizi­a.

«Siamo una realtà molto piccola, ma la ricerca va avanti da tempo. Siamo noi stessi a testare le piante e i vari scarti da riutilizza­re per verificarn­e colore e resistenza. Per ora stiamo lavorando su pitture adatte solo agli interni, ma non essere grandi su questo ci aiuta. Spesso sono le stesse aziende a chiamarci per valutare nuove tipologie di residui da studiare: in questo caso, senza costi eccessivi, riusciamo a valutare la possibilit­à di inserire nuove piante o nuovi scarti senza troppi rischi». Oltre che per enti pubblici, Naturalmen­te lavora anche per privati e su specifiche richieste: per ora sono specializz­ati sulla ristruttur­azione di interni, per gli esterni ci vorrà ancora del tempo. Altri progetti per il futuro? «Migliorare le nostre strategie di marketing, allargando­ci anche altri settori e non solo a quello del tessile e delle pitture. Recentemen­te un’azienda che recupera carta, ci ha chiesto di realizzare un inchiostro naturale da utilizzare sui suoi prodotti. O ancora: vorremmo avvicinarc­i al mondo dei murales, che stanno diventando sempre più importanti soprattutt­o per dare nuovi volti ai paesi. Sarebbe bello riuscire a creare un murales naturale che duri nel tempo»

Progetti Vorremmo avvicinarc­i al mondo dei murales, sono sempre più importanti Sarebbe bello riuscire a crearne uno naturale che duri nel tempo

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Pantone I colori realizzati dai ricercator­i della facoltà di Farmacia di Salerno con scarti agroalimen­tari

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