Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Nel giardino delle rinascite
Teresa ha avuto un’idea e l’ha realizzata nel Parco Eco-Archeologico di Pontecagnano Tra orti e terreni coltivati a pomodori e peperoni lavora al suo angolo della creatività
Dare la possibilità agli oggetti di vivere una seconda volta. Gli oggetti sono quelli che rotti, consunti, sbiaditi, sarebbero destinati ai rifiuti se una donna di nome Teresa non se ne appropriasse per farli divenire amorevolmente parte di un giardino alquanto speciale dove tutto viene riutilizzato in nome dell’arte e dell’ambiente. Accade a Pontecagnano Faiano, vicino Salerno, nell’immensità dei 22 ettari del Parco Eco-Archeologico affidato dalla Soprintendenza ai Beni archeologici di Salerno al Circolo «Occhi Verdi» di Legambiente. È qui, che coesistono operosamente circa 100 ortolani. Ognuno con il suo pezzo di terra, testimoni quotidiani di una cittadinanza attiva, viva e solidale.
Ed è qui che circa 5 anni fa, Teresa Lauria, fece per la prima volta capolino. «Ero da poco andata in pensione e cercavo un luogo dove portare a spasso il mio cane. Poi seppi della possibilità di poter avere un orto». Ed è così che Teresa proprio a due passi dal suo terreno dove ha coltivato pomodori e peperoni, ha iniziato a realizzare un angolo dove far esplodere ogni giorno la sua arte, la sua creatività, dove la sensibilità per ogni seme e per ogni foglia si unisce alla volontà di ridare una seconda Teresa Lauria con una delle sue creazioni di cui è più orgogliosa. In alto, scarpe riciclate come fioriere vita a scarpe, borse, barattoli di latta, pentole, lampadari.
Teresa non butta nulla. Su un poggio ha messo dei vecchi scarponi da contadino. Li ha riempiti di terra e dentro ha fatto crescere dei fiori rossi. Non solo, ha creato un angolo di odori e colori. C’è la lavanda, c’è l’alloro, la salvia. C’è l’orto sinergico. Dei barattoli di latta dove c’erano i pelati, sono diventati simpatici vasi di fiori. Dipinti e appesi a un tronco. Su dei bancali poggiati a terra, tante paia di scarpe, persino di bambini. Stanno lì in fila, colme di verde. Così come gli stivali di gomma da cui spuntano foglie di ogni tipo. In fondo al giardino, c’è quella che una volta era la sua lavatrice. Teresa l’ha dipinta di azzurro. Dall’oblò spunta una pianta grassa.. Da un ramo di un albero, scende giù, un acchiappasogni realizzato con una vecchia ruota di bicicletta e fondi di bottiglia. Pneumatici colorati sono diventati splendide fioriere.
Il suo capolavoro però sono due spaventapasseri. Sono in fondo al giardino. Li ha realizzati mettendo insieme bottiglie di plastica vuote e li ha poi addobbati con paglia, abiti e cappello. Un vecchio ombrello aperto rivive a testa in giu. « L’anno prossimo — dice sorridente — sarà pieno di gerani».
Il progetto
«Non sono un’accumulatrice seriale, mi piace dare agli oggetti destinati ai rifiuti la possibilità di vivere una seconda volta