Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Nel giardino delle rinascite

Teresa ha avuto un’idea e l’ha realizzata nel Parco Eco-Archeologi­co di Pontecagna­no Tra orti e terreni coltivati a pomodori e peperoni lavora al suo angolo della creatività

- Di Stefania Marino

Dare la possibilit­à agli oggetti di vivere una seconda volta. Gli oggetti sono quelli che rotti, consunti, sbiaditi, sarebbero destinati ai rifiuti se una donna di nome Teresa non se ne approprias­se per farli divenire amorevolme­nte parte di un giardino alquanto speciale dove tutto viene riutilizza­to in nome dell’arte e dell’ambiente. Accade a Pontecagna­no Faiano, vicino Salerno, nell’immensità dei 22 ettari del Parco Eco-Archeologi­co affidato dalla Soprintend­enza ai Beni archeologi­ci di Salerno al Circolo «Occhi Verdi» di Legambient­e. È qui, che coesistono operosamen­te circa 100 ortolani. Ognuno con il suo pezzo di terra, testimoni quotidiani di una cittadinan­za attiva, viva e solidale.

Ed è qui che circa 5 anni fa, Teresa Lauria, fece per la prima volta capolino. «Ero da poco andata in pensione e cercavo un luogo dove portare a spasso il mio cane. Poi seppi della possibilit­à di poter avere un orto». Ed è così che Teresa proprio a due passi dal suo terreno dove ha coltivato pomodori e peperoni, ha iniziato a realizzare un angolo dove far esplodere ogni giorno la sua arte, la sua creatività, dove la sensibilit­à per ogni seme e per ogni foglia si unisce alla volontà di ridare una seconda Teresa Lauria con una delle sue creazioni di cui è più orgogliosa. In alto, scarpe riciclate come fioriere vita a scarpe, borse, barattoli di latta, pentole, lampadari.

Teresa non butta nulla. Su un poggio ha messo dei vecchi scarponi da contadino. Li ha riempiti di terra e dentro ha fatto crescere dei fiori rossi. Non solo, ha creato un angolo di odori e colori. C’è la lavanda, c’è l’alloro, la salvia. C’è l’orto sinergico. Dei barattoli di latta dove c’erano i pelati, sono diventati simpatici vasi di fiori. Dipinti e appesi a un tronco. Su dei bancali poggiati a terra, tante paia di scarpe, persino di bambini. Stanno lì in fila, colme di verde. Così come gli stivali di gomma da cui spuntano foglie di ogni tipo. In fondo al giardino, c’è quella che una volta era la sua lavatrice. Teresa l’ha dipinta di azzurro. Dall’oblò spunta una pianta grassa.. Da un ramo di un albero, scende giù, un acchiappas­ogni realizzato con una vecchia ruota di bicicletta e fondi di bottiglia. Pneumatici colorati sono diventati splendide fioriere.

Il suo capolavoro però sono due spaventapa­sseri. Sono in fondo al giardino. Li ha realizzati mettendo insieme bottiglie di plastica vuote e li ha poi addobbati con paglia, abiti e cappello. Un vecchio ombrello aperto rivive a testa in giu. « L’anno prossimo — dice sorridente — sarà pieno di gerani».

Il progetto

«Non sono un’accumulatr­ice seriale, mi piace dare agli oggetti destinati ai rifiuti la possibilit­à di vivere una seconda volta

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Lo spaventapa­sseri
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