Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
L’INSOFFERENZA DI CHI SCAPPA VIA
Resto al Sud in Puglia non ha appeal, cioè interessa poco. I giovani preferiscono andarsene, nonostante l’incentivo statale a cominciare un’attività, a tentare una strada per il futuro. I ragazzi, 20 mila ultimamente, preferiscono andare all’estero. La classifica delle domande approvate la dice lunga: Campania largamente in testa, poi Calabria e Sicilia, quindi Abruzzo e Sardegna, in fondo Puglia, Basilicata e Molise. Non è un caso. Campania, Calabria e Sicilia si somigliano per tessuto sociale, per ricorso alle risorse pubbliche, per presenza della malavita nell’economia. Una situazione che è un destino. In Puglia, i giovani hanno un atteggiamento diverso, come se percepissero che lo Stato non basta per cambiare i costumi. Questo è vero, ma il nocciolo del rifiuto e della fuga riguarda, a mio parere, l’insofferenza dei nostri ragazzi verso il lavoro nero per la vita, l’intreccio del fenomeno con la malavita, le collusioni con pezzi dello Stato.
Ci sono giovani che hanno superato i trent’anni e che lavorano in aziende prospere e forti: dieci ore per 20 euro al giorno, ovviamente in nero, cioè senza orizzonte. Ci sono ragazzi che, dopo anni di lavoro e di stenti nel settore alimentare o in agricoltura, scelgono di andare in Germania dove consegnano pizze a domicilio, ma sono lavoratori come gli altri. Poi ci sono i ragazzi più ambiziosi, che hanno avuto la tenacia di studiare anche di notte, che scelgono il grande mondo, dove la fortuna è una possibilità concreta.
I pugliesi, a differenza di altre regioni, non hanno conosciuto migrazioni di massa nelle Americhe. Hanno varcato le frontiere verso Francia e Germania, in numeri non significativi, ma hanno sempre avuto l’ambizione di confrontarsi con la parte migliore dell’Italia. Milano è stata la seconda patria di molti pugliesi, baresi in particolare. Molti, nel secondo dopoguerra, si sono trasferiti nella capitale economica del Paese, aiutando la rinascita e lo sviluppo. Le nuove Milano sono in Germania, e i nostri ragazzi ci vanno per trovare legalità, rispetto del lavoro, possibilità di futuro. E ci vanno anche perché, nonostante i nascenti populismi e nonostante il voto al grillino o al leghista, amano il mondo libero, aperto, senza frontiere, dove le culture si mescolano e si valorizzano. Non è possibile dare altre spiegazioni al sostanziale fallimento di
Resto al Sud in Puglia. Una scelta culturale che, di questi tempi, si fa necessità.