Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Trafficavano droga con le «famiglie» albanesi Sgominato il clan Velluto
Arrestate 17 persone. Gestivano lo spaccio nel rione Carrassi
Basi logistiche dove organizzare le attività illegali, rapporti con potenti clan albanesi specializzati nel traffico internazionale di droga e motoscafi velocissimi per il trasporto degli stupefacenti. Sono i retroscena emersi dall’indagine «Drug Boat» dei carabinieri, che sotto la direzione della Dda di Bari, all’alba di ieri hanno arrestato 17 persone (cinque delle quali ai domiciliari) ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, detenzione e spaccio di stupefacenti con l’aggravante di aver agevolato un’associazione mafiosa.
La retata ha permesso di annientare il clan Velluto che gestiva il business della droga nel quartiere Carrassi - San Pasquale e aveva strettissimi rapporti con i clan Parisi e Misceo, rispettivamente dei quartieri Japigia e San Paolo. Rapporti funzionali ai loro affari. Sono state documentate anche relazioni con la Sacra Corona unita. Tra i destinatari del provvedimento cautelare in carcere anche il capo dell’organizzazione criminale Domenico Velluto, 53 anni, già condannato in primo grado per l’omicidio di Rocco Sciannimanico, che poteva contare sul sostegno di numerosi affiliati e gregari. Il nome dell’inchiesta deriva dal un potente gommone che veniva utilizzato dall’organizzazione sia per il trasporto della droga che per trascorrere le vacanze estive: la conferma arriva da alcune fotografie pubblicate su Facebook. Le indagini dei carabinieri, partite nel 2016 con l’arresto di Michele Gambria sorpreso con quindici chili di hascisc e otto di marijuana, avrebbero accertato relazioni radicate con i narcotrafficanti albanesi con base operativa a Valona. Era lì che la cosca barese andava a rifornirsi di stupefacenti. Durante le indagini, i militari sono riusciti a installare
Il gazebo
Tra le basi logistiche dei malavitosi c’era un gazebo nei pressi della chiesa di San Marcello
Il gps
I militari sono riusciti a installare un gps sul gommone utilizzato dai malviventi
un gps sul gommone utilizzato dai membri del clan grazie al quale hanno intercettato e tenuto sotto controllo tutti gli spostamenti. È stato accertato che nel 2016 l’organizzazione è riuscita a far arrivare a Bari quasi sette quintali di marijuana per un valore di oltre cinque milioni di euro.
È stato documentato che la droga veniva trasportata da Renato Colasuonno (finito ai domiciliari) il quale, in una occasione, è stato arrestato in flagranza di reato. Tra gli arrestati ci sono anche il braccio destro di Domenico Velluto, Nicola Sassanelli e Paolo Ferrara di Savelletri considerato molto abile nella guida di potenti motoscafi.
Tra le basi logistiche «utilizzate per l’ideazione, la programmazione
e la direzione delle attività criminose facenti capo all’organizzazione» c’era un gazebo nei pressi della chiesa di San Marcello, nel quartiere San Pasquale, roccaforte del clan e un rimessaggio di barche in strada San Giorgio nel quale venivano preparati i natanti in vista del trasporto della droga. L’organizzazione utilizzava inoltre due villette abbandonate a Torre a Mare dove avveniva lo stoccaggio dello stupefacente. Durante le perquisizioni in una di queste abitazioni, i militari hanno trovato 20 chili di marijuana, 10 di hascisc e munizioni di vario calibro. All’inchiesta dell’Antimafia hanno contribuito anche alcuni collaboratori di giustizia.