Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Gli alleati avvertono FI «Primarie senza indugio»
Immigrazione, l’esponente di Leu contro l’ex ministro Il sindaco replica: «Pensiamo a Bari»
«Chi governa è chiamato BARI ad essere coerente anche quando comporta un prezzo». Le parole, severe, sono dell’avvocato Michele Laforgia, rappresentante della sinistra barese. E sono indirizzate al suo amico personale e alleato politico Antonio Decaro. Torna la burrasca tra la sinistra e l’amministrazione comunale. Il legale contesta al sindaco di aver sottoscritto un appello per la candidatura dell’ex ministro Marco Minniti a segretario del Partito democratico. Laforgia, candidato alle Politiche con Leu, non ha nulla a che vedere con le dinamiche interne al Pd. E tuttavia contesta aspramente all’ex ministro le sue scelte in materia di immigrazione. Al punto che ingiunge a Decaro un chiarimento, pena l’uscita dell’arcipelago della sinistra dalla coalizione che lo sosterrà nelle elezioni del 2019. «Saremo giudicati per quello che abbiamo fatto e vogliamo fare per la città – replica il sindaco – e non per le dinamiche congressuali dei nostri partiti».
Il fuoco covava sotto la cenere da venerdì, quando si è diffusa la notizia dell’appello pro-Minniti sottoscritto da una dozzina di sindaci. Decaro, con una dichiarazione pubblica, aveva provato a rassicurare l’ala mancina della sua futura alleanza dicendo che Minniti proviene dal Pci (circostanza che avrebbe dovuto tranquillizzare la sinistra) e che egli non condivideva tutto delle politiche migratorie messe in atto da Minniti nel governo Gentiloni.
Laforgia non si è fatto convincere. «Minniti – scrive l’avvocato su Facebook – è stato il promotore, anche se non l’unico responsabile, di una politica di contrasto alla immigrazione clandestina che ha consegnato migliaia di donne, uomini e bambini alle bande criminali che si spartiscono il controllo del territorio in Libia. Una politica aspramente criticata dalla Unhcr». Poi passa a parlare del sindaco. «Decaro ha certamente un’idea diversa sulle politiche di accoglienza, come ha dimostrato anche in occasione del recente sgombero del Ferrhotel (a Bari, ndr) garantendo una sistemazione ai profughi somali rimasti senza un tetto. La sua contraddizione, tuttavia, rischia di essere un’aggravante. Chi governa è chiamato ad essere coerente».
L’avvocato ricorda che la sinistra si è opposta all’ingresso nella coalizione di Puglia popolare, la formazione dell’ex senatore forzista Massimo Cassano. «Quello che vale per lui non può non valere per chi rischia di portare il nostro Paese sul banco degli imputati dinnanzi alla Corte penale internazionale (allusione a Minniti, ndr)». È questione di coerenza, spiega. «E se Decaro pensa di farne a meno, dovrà fare a meno di noi: è una scelta che spetta a lui». Il post, dall’aria ultimativa, arriva dopo una riunione a Bari di tutte le sigle della sinistra: SI, Prc, Potere al popolo, Giusta causa (l’associazione guidata da Laforgia), Convochiamoci per Bari.
Decaro lo sa, parla con i dirigenti, non vuole rompere. Replica al post con una nota pacata. Il voto dei baresi, spiega, sarà sollecitato «su quello che abbiamo fatto e vogliamo fare per la città». Poi più avanti: «Lavorerò per stare tutti dalla stessa parte alle prossime elezioni condividendo scelte e politiche per il futuro di Bari. Mai come in questo momento credo la città abbia bisogno di un centrosinistra forte che esprima idee chiare sul futuro di Bari». Conclude sottolineando di «non aver mai proferito parola sui congressi o sulle vicende dei partiti». Messaggio chiaro: Bari, Bari e ancora Bari. Su questo Decaro chiede il patto politico, non sulle politiche congressuali dei partiti. Dalle quali si vuole tenere lontano.
Si capisce, Decaro non si è mai considerato un protagonista della lotta nell’agone della politica. Preferisce il profilo (basso) dell’amministratore. Dalle voci interne al Pd, si intuisce che ha firmato l’appello per l’ex ministro perché, alla pari degli altri sindaci in campagna elettorale, spera in una candidatura di mediazione e unitaria: magari Paolo Gentiloni nel tentativo di evitare il contrasto tra Minniti e Zingaretti.
L’articolato movimento della sinistra barese, viceversa, ha una sensibilità spiccata per la politica. Considera l’appello pro-Minniti come un intento che viaggia in direzione contraria a quella di un centrosinistra largo e plurale. Come tale distante dal Pd autosufficiente e spostato a destra come nell’esperienza renziana. Conclusione: il patto tra sinistra e Decaro resta sospeso. L’accordo non è chiuso, l’alleanza torna sotto esame.
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Michele Laforgia
L’appello indica una scelta di campo, chi governa è chiamato ad essere coerente
Antonio Decaro
Dobbiamo essere tutti dalla stessa parte alle prossime elezioni nel 2019