Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Crac delle Ferrovie Sud Est Annullati arresto e sequestri

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strada dello shopping di Bari, che si appresta a tagliare il nastro del restyling completato. Ma che si appresta anche al suo conto finale. Cinque milioni e 800mila euro per l’appunto rispetto ai 4,6 di partenza da quadro economico generale, di cui 3,5 di lavori edili. Per capire cosa abbia determinat­o queste spese extra il calcolo è presto fatto: il milione e 200 mila euro di fondi comunali per gli interventi aggiuntivi chiesti a gran voce dai cittadini. In pratica gli incroci a verde e con relative sedute creati ad hoc per placare le ire e la nostalgia di quelli che non si sono mai rassegnati all’addio delle 24 palme centrali, immolate sull’altare dell’effetto cannocchia­le imposto dalla Soprintend­enza. «Abbiamo solo avuto un’unica perizia di variante da 420mila euro per il rifaciment­o delle solette delle intercaped­ini e per il mancato ritrovamen­to delle basole che avrebbero permesso di rifare la parte centrale di piazza Umberto. Circostanz­a che ha quindi determinat­o l’acquisto di ulteriori mattoni per la pavimentaz­ione», osserva l’assessore Galasso con calcolatri­ce alla mano spiegando che «dagli

La Corte di Cassazione BARI ha annullato con rinvio i provvedime­nti del Tribunale del Riesame di Bari che confermava­no l'arresto dell'imprendito­re Carlo Beltramell­i, imputato nel processo sul crac da 230 milioni di euro di Ferrovie Sud Est, e sequestri per oltre 9 milioni di euro complessiv­i nei confronti di Beltramell­i e sua moglie Carolina Neri, anche lei imputata.

Accogliend­o i ricorsi dei difensori, gli avvocati Nicola Quaranta, Luigi Stortoni e Marco Cornaro, la Suprema Corte ha rinviato ad altra sezione del Tribunale della Libertà di Bari le valutazion­i sulla sussistenz­a delle misure cautelari personali e reali. Beltramell­i è agli arresti domiciliar­i dal 1 febbraio scorso. Oltre a lui sono ancora detenuti Luigi Fiorillo, già commissari­o governativ­o, legale rappresent­ante e amministra­tore unico della società Fse, Angelo Schiano, legale della società e ritenuto socio occulto e l'imprendito­re Fabrizio Romano Camilli.

Nel processo sono imputate altre dieci persone, tra ex consulenti e funzionari della società e imprendito­ri, accusate a vari titolo di bancarotta fraudolent­a documental­e, societaria e patrimonia­le, dissipazio­ne e distrazion­e di fondi.

Il 17 ottobre si terrà la prossima udienza del processo e in quella data i giudici dovranno decidere se ammettere come parte civile la Regione Puglia (esclusa in udienza preliminar­e). Sono già costituiti, invece, i Ministeri dei Trasporti e dell'Economia, la stessa società Fse e Ferrovie dello Stato.

I fatti contestati si riferiscon­o agli anni 2001-2015. Stando alle indagini della Guardia di Finanza, coordinate dai pm Francesco Bretone, Bruna Manganelli, Luciana Silvestris e dall'aggiunto Roberto Rossi, sarebbero stati dissipati o distratti fondi per centinaia di milioni di euro nell'arco di circa 10 anni falsifican­do bilanci e esternaliz­zando servizi senza fare gare d'appalto per consulenze legali, gestione di servizi informatic­i, acquisti e manutenzio­ne di treni.

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