Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Rock di notte alla Rossani, esplode l’ira dei residenti
Il caso Nell’ex caserma occupata da un «collettivo» concerti avanti fino all’alba. La protesta di chi vive in zona
«Concerti fino alle 3, le 4 di notte». È quanto racconta un residente della zona a proposito di ciò che avviene nella ex caserma Rossani. La struttura, che il Comune intendeva trasformare nel Convent Garden di Bari, è tuttora occupata in parte da un «collettivo» in base anche a un accordo con palazzo di città, che però doveva avere una durata di 18 mesi. Fatto sta che la convivenza con il quartiere è difficile e i residenti sono esasperati. «Abbiamo chiesto l’intervento dei vigili, ma nessuno fa nulla», dichiarano.
«Fanno concerti fino alle 3, le 4 di notte. Gli ultimi due li hanno organizzati venerdì e poi sabato sera. Ne combinano di tutti i colori. Ho chiamato un paio di volte i vigili ma nessuno si è fatto vedere. Non ci sono controlli, ma noi abitanti della zona siamo stanchi di questa situazione». Domenico ha 60 anni ed abita di fronte all’ex caserma Rossani. Non vuole dirci il suo cognome perché teme ritorsioni. «Dopo gli ultimi fatti non si sa mai - racconta – Potrebbero risalire a me e non mi fido». Ma è esasperato e giura che anche molti vicini la pensano come lui.
Dal 2014 la struttura alle spalle della stazione centrale, dismessa nel 2000 e dal 2008 di proprietà comunale, è occupata da un “collettivo” che sostiene di utilizzarla legittimamente «perché a Bari non ci sono spazi pubblici di aggregazione». Ma la convivenza con gli abitanti del quartiere non è semplice. All’epoca l’amministrazione comunale raggiunse un accordo con i giovani permettendo loro di utilizzare alcuni locali a fronte dell’impegno alla cura e al mantenimento delle strutture, in attesa di un mega progetto di riqualificazione dell’intera area. L’intesa, finalizzata a fornire un “cappello” giuridico e amministrativo al collettivo, doveva avere una durata massima di 18 mesi. Ma i ragazzi sono ancora lì. I locali della ex caserma (non tutti, a dir la verità) sono diventati insomma un centro sociale, dove tra varie altre attività culturali nei fine settimana si tengono spesso veri e propri concerti. Storia vecchia, ma fino ad ora evidentemente tollerata dalle autorità.
Nelle ultime settimane, però, a questo si sono aggiunte le tensioni alimentate dalle manifestazioni contro il ministro dell’Interno Matteo Salvini, alle quali hanno partecipato anche i ragazzi della ex Caserma Rossani, durante una delle quali c’è stata l’aggressione da parte di militanti di CasaPound ad un gruppetto di manifestanti. Scontri che hanno riacceso i riflettori sul Collettivo “Rossani Liberata”. La Lega, per bocca del deputato Rossano Sasso, chiede senza mezzi termini la chiusura: «Decaro non può consentire ancora che in un immobile di proprietà del Comune, occupato abusivamente da non meglio identificati anarchici e comunisti, si possano annidare violenti, istigatori di odio e personaggi pericolosi». Il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale, Filippo Melchiorre, ha presentato anche una interrogazione: «Bisogna censire gli occupanti, verificare le condizioni igienico-sanitarie, chiarire che tipo di attività vengono svolte e soprattutto garantire la quiete pubblica e la si- curezza del quartiere. L’ex Rossani è un presidio di illegalità con il consenso informato degli amministratori baresi. Vi si svolgono concerti fino a tarda ora senza alcuna autorizzazione. È una bomba sanitaria, acustica, non si sa chi la frequenta e probabilmente chi ci dorme. Non esistono regole e la legge viene violata». Il sindaco Decaro cerca però una via d’uscita che non scontenti nessuno: «Se ci sono comportamenti irregolari è giusto che vengano sanzionati perché le regole devono essere rispettate da tutti. L’esperienza del collettivo che da anni svolge attività all’interno della ex Caserma Rossani, però, a mio parere, va inquadrata in un’ottica di collaborazione con la città e non di contrapposizione. I componenti di quell’associazione hanno fatto un percorso di scoperta di quei luoghi che tanti cittadini non conoscevano, oltre a rappresentare un presidio per uno spazio che potrebbe facilmente diventare obiettivo di atti vandalici o di attività criminali. Io credo che l’attività dei ragazzi, nel rispetto delle regole, possa essere un’opportunità per il quartiere e per la città. Questo non significa che le istanze dei residenti debbano essere ignorate. Il mio auspicio è che si possa aprire un dialogo costruttivo».
Filippo Melchiorre L’ex Rossani è un presidio di illegalità con il consenso informato degli amministratori: è una bomba sanitaria e acustica