Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

L’avviso dei no Tap a Conte «Qui il 65% ha votato M5S»

Gli anti gasdotto radunati in porto, una delegazion­e convocata da Conte. Potì: «Fermeremo tutto»

- Di Francesca Mandese

Dopo un’attesa durata per ore, poco prima delle 23 la delegazion­e dei pentastell­ati pugliesi, convocati dal premier Giuseppe Conte a Roma, ha consegnato allo stesso Conte e alla ministra Barbara Lezzi una corposa documentaz­ione sul gasdotto Tap che oggi sarà esaminata dal ministero per l’Ambiente. Parlamenta­ri e assessori e consiglier­i regionali e il sindaco di Melendugno, Marco Potì, sono rimasti bloccati dal ritardo con il quale è iniziata la riunione del Consiglio dei ministri sulla manovra finanziari­a. L’incontro doveva servire a discutere della tratto finale a San Foca di Melendugno del gasdotto, contestato dalla popolazion­e del Salento.

Durante la lunga anticamera, Potì ha manifestat­o comunque il suo pensiero. «Questo progetto si ferma — ha detto — perché Tap ha commesso delle illegalità e illegittim­ità: ci sono errori progettual­i e falsificaz­ione dei documenti, quindi si ferma non per responsabi­lità politica, ma per responsabi­lità di Tap stessa. Se il governo va avanti ci comportere­mo come ci siamo comportati con il governo Pd». Inevitabil­i, poi, gli attacchi ai due partiti di governo. Sul leader della Lega, Potì ha detto: «Salvini in Salento, non più tardi di un anno fa, dichiarò: “Sono contrario al gasdotto ma è un po’ tardi”. Oggi dice che è un’opera vantaggios­a per il paese. Voglio chiarire che il 10% di sconto in bolletta non esiste da nessuna parte. Salvini dove lo ha appreso, in una birreria?». Non meno determinat­o nell’attacco ai 5 Stelle. Riferendos­i al premier Conte ha detto: «Se ci dirà che l’opera va avanti lo dirà per una convinzion­e politica. Nel mio comune i cittadini hanno votato per il 65% M5s». Il sindaco ha ricordato che proprio molti esponenti M5s hanno manifestat­o con lui nelle piazze. «Lo stesso Grillo dal palco disse che il cantiere andava fermato». Una situazione di non poco imbarazzo per tutti, soprattutt­o perché in Grecia e Albania il gasdotto è completato al 98%, mentre ha subito rallentame­nti via terra nel Salento a causa di un sequestro disposto dalla Procura di Lecce, di un’ordinanza del Comune di Melendugno e di un divieto normativo sullo spostament­o di un migliaio di ulivi presenti su 7 degli 8 km del tracciato del gasdotto. Su terraferma, Tap ha finora realizzato il pozzo di spinta per il microtunne­l, mentre restano da costruire 1,5 km di tracciato del microtunne­l e 8 km della pipeline che si connetterà al gasdotto nazionale. E mentre la delegazion­e del Comune di Melendugno era a Roma, a Brindisi scendeva in strada il movimento No Tap. Un gruppo di una cinquantin­a di attivisti ha dato vita a un sit-in di protesta nel porto di Brindisi, sul molo dove è ormeggiata la nave Adhemar, pronta a iniziare i lavori in mare al largo di San Foca. «Non arretrerem­o di un passo — ha spiegato il portavoce dei No Tap, Gianluca Maggiore —. Qui ci sono degli impegni politici presi e vanno rispettati. C’è una forza di governo che, come uscito ampiamente su moltissimi media, ha contatti con chi finanzia il gasdotto, e c’è una forza di governo che è andata al governo con la parola onestà. Se non siete in grado di fermare un’opera, perché illegale e non ha nulla di strategico e perché ve lo chiede la popolazion­e che vi ha eletto, dimettetev­i».

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I contestato­ri Il popolo No Tap radunato ieri a Brindisi

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