Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
L’avviso dei no Tap a Conte «Qui il 65% ha votato M5S»
Gli anti gasdotto radunati in porto, una delegazione convocata da Conte. Potì: «Fermeremo tutto»
Dopo un’attesa durata per ore, poco prima delle 23 la delegazione dei pentastellati pugliesi, convocati dal premier Giuseppe Conte a Roma, ha consegnato allo stesso Conte e alla ministra Barbara Lezzi una corposa documentazione sul gasdotto Tap che oggi sarà esaminata dal ministero per l’Ambiente. Parlamentari e assessori e consiglieri regionali e il sindaco di Melendugno, Marco Potì, sono rimasti bloccati dal ritardo con il quale è iniziata la riunione del Consiglio dei ministri sulla manovra finanziaria. L’incontro doveva servire a discutere della tratto finale a San Foca di Melendugno del gasdotto, contestato dalla popolazione del Salento.
Durante la lunga anticamera, Potì ha manifestato comunque il suo pensiero. «Questo progetto si ferma — ha detto — perché Tap ha commesso delle illegalità e illegittimità: ci sono errori progettuali e falsificazione dei documenti, quindi si ferma non per responsabilità politica, ma per responsabilità di Tap stessa. Se il governo va avanti ci comporteremo come ci siamo comportati con il governo Pd». Inevitabili, poi, gli attacchi ai due partiti di governo. Sul leader della Lega, Potì ha detto: «Salvini in Salento, non più tardi di un anno fa, dichiarò: “Sono contrario al gasdotto ma è un po’ tardi”. Oggi dice che è un’opera vantaggiosa per il paese. Voglio chiarire che il 10% di sconto in bolletta non esiste da nessuna parte. Salvini dove lo ha appreso, in una birreria?». Non meno determinato nell’attacco ai 5 Stelle. Riferendosi al premier Conte ha detto: «Se ci dirà che l’opera va avanti lo dirà per una convinzione politica. Nel mio comune i cittadini hanno votato per il 65% M5s». Il sindaco ha ricordato che proprio molti esponenti M5s hanno manifestato con lui nelle piazze. «Lo stesso Grillo dal palco disse che il cantiere andava fermato». Una situazione di non poco imbarazzo per tutti, soprattutto perché in Grecia e Albania il gasdotto è completato al 98%, mentre ha subito rallentamenti via terra nel Salento a causa di un sequestro disposto dalla Procura di Lecce, di un’ordinanza del Comune di Melendugno e di un divieto normativo sullo spostamento di un migliaio di ulivi presenti su 7 degli 8 km del tracciato del gasdotto. Su terraferma, Tap ha finora realizzato il pozzo di spinta per il microtunnel, mentre restano da costruire 1,5 km di tracciato del microtunnel e 8 km della pipeline che si connetterà al gasdotto nazionale. E mentre la delegazione del Comune di Melendugno era a Roma, a Brindisi scendeva in strada il movimento No Tap. Un gruppo di una cinquantina di attivisti ha dato vita a un sit-in di protesta nel porto di Brindisi, sul molo dove è ormeggiata la nave Adhemar, pronta a iniziare i lavori in mare al largo di San Foca. «Non arretreremo di un passo — ha spiegato il portavoce dei No Tap, Gianluca Maggiore —. Qui ci sono degli impegni politici presi e vanno rispettati. C’è una forza di governo che, come uscito ampiamente su moltissimi media, ha contatti con chi finanzia il gasdotto, e c’è una forza di governo che è andata al governo con la parola onestà. Se non siete in grado di fermare un’opera, perché illegale e non ha nulla di strategico e perché ve lo chiede la popolazione che vi ha eletto, dimettetevi».