Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Tap e Ilva, l’affondo di Calenda
L’ex ministro: «Dopo aver illuso gli elettori il M5S fa come me. Emiliano si dimetta»
«Con la Tap il governo ha usato esattamente il metodo Ilva. L’illusione per gli elettori del Movimento 5 Stelle è finita». È quanto afferma Carlo Calenda, ex ministro dello Sviluppo Economico, in merito al gasdotto. A Roma il sindaco di Malendugno Marco Potì porterà un dossier di 49 pagine.
Slitta la risposta del governo gialloverde sulla realizzazione del gasdotto Tap. Perché questa mattina gli uffici del ministero dell’Ambiente, guidato da Sergio Costa, saranno aperti per ricevere il sindaco di Melendugno, Marco Potì, e due tecnici della commissione comunale. L’obiettivo? Analizzare un dossier di 49 pagine presentato proprio da Potì dall’oggetto «Segnalazioni criticità ambientali e invio all’adozione dei consequenziali provvedimenti». Sul fronte politico, intanto, la polemica non diminuisce. E rispuntano gli impegni (con tanto di firme, tra cui quella di Barbara Lezzi) sottoscritti dai candidati del M5S prima delle elezioni. Prevedevano lo stop immediato dell’opera. Proprio come promesso da Alessandro Di Battista, re delle campagne elettorali pentastellate. A parlare del gasdotto con il Corriere del Mezzogiorno è Carlo Calenda, ex ministro dello Sviluppo Economico.
Calenda, Tap come Ilva. Stupito dalle strategie del governo gialloverde?
«Per niente. Con la Tap il governo ha usato esattamente il metodo Ilva. Per Taranto hanno detto “la chiudiamo e ci facciamo un parco turistico” e poi hanno fatto esattamente quello che dovevano fare, cioè portare a termine il passaggio dello stabilimento con l’investitore che abbiamo trovato noi. Idem per la Tap».
Nel 2017, invece, Alessandro Di Battista aveva promesso di bloccare Tap in due settimane.
«La vicenda Tap è una buona notizia per l’Italia e pessima per gli elettori del Movimento 5 Stelle che sono stati presi in giro. Ma stare al governo è una cosa complicata, non si può fare a suon di proclami e slogan inattuabili perché nella realtà le persone che perdono il lavoro non si fanno prendere in giro».
Il M5S alle Politiche ha incassato
a Melendugno quasi il 68% dei consensi, il Pd l’8%. Illudere paga?
«Illudere fa prendere voti, ma se prometti qualcosa che non potrai mantenere alle elezioni successive gli elettori ti puniscono. Detto ciò non facciamoci anche noi illusioni: il Pd non ha perso milioni di voti a livello nazionale solo perché il M5S ha fatto una campagna elettorale basata sulle favole. Non siamo stati capaci di ascoltare le paure della gente, ci siamo accontentati di slogan semplici, abbiamo sostenuto con arroganza che la crisi era superata. Erano stupidaggini, forse persino peggiori di quelle sulla Tap e alle quali mi sono
sempre opposto».
La Tap è pericolosa e devastante per l’ambiente?
«Non diciamo fesserie. È un’opera strategica, serve a diversificare le fonti di approvvigionamento e avere un costo dell’energia inferiore che ci consentirà di uscire prima dal carbone. Nella procedura autorizzativa del metanodotto abbiamo applicato standard altissimi e abbiamo effettuato la più attenta valutazione delle alternative nel corso del procedimento di Via, coinvolgendo anche gli enti locali e la Regione Puglia».
Si sente di aver ottenuto alla fine una doppia vittoria?
«Poco importa se ho vinto o perso, importa che non vengano fatti disastri economici e sociali di cui pagheremmo tutti le spese, come invece sta avvenendo su legge di bilancio e fantasmagorici piani di uscita dall’euro. Quando Di Maio ha cambiato idea su Ilva gli ho fatto pubblicamente i complimenti - anche se lui non ha capito che ero sincero - e sono pronto a farlo sulla Tap se il cantiere e l’opera proseguiranno come sembra».
Emiliano, come spesso succede, si dissocia dal M5s e si dissocia dal Pd. Incasserà almeno i voti per le regionali del 2020?
«Io credo che dopo la vicenda Ilva e Tap e il comportamento spregiudicato che ha tenuto nei confronti del precedente governo, chi come Emiliano si è accodato a M5S in modo ridicolo e servile e con una apertura di credito in bianco, se avesse dignità oggi dovrebbe dimettersi da governatore e uscire dal Pd. Altro che regionali».
È una mia doppia vittoria? Poco importa Bisogna lavorare per salvare il Paese dal questo governo gialloverde