Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Bcc, mutualità e localismi «Così aiutiamo la Puglia»

Gli istituti regionali sono tra i più solidi a livello nazionale Hanno fondi propri per 760 milioni

- di Giuseppe Daponte

Le banche di credito cooperativ­o (Bcc) italiane, malgrado il lungo periodo di crisi, nel complesso hanno salvaguard­ato i propri equilibri economici e patrimonia­li. In particolar­e, le 23 Bcc pugliesi e le 3 lucane (in totale 147 sportelli), riunite nella Federazion­e delle Bcc di Puglia e Basilicata, hanno mostrato un’alta resilienza e dati tra i più solidi a livello nazionale, con una raccolta complessiv­a di 5,1 miliardi di euro, impieghi lordi a clientela pari a 3,6 miliardi di euro e fondi propri per 760 milioni di euro.

Al contempo, grazie a una mission da sempre basata su mutualità, localismo e democrazia economica, durante la crisi le Bcc hanno assicurato, in funzione anticiclic­a, più credito rispetto al sistema bancario complessiv­o, a tassi più convenient­i e con tassi di ingresso in sofferenza ridotti, confermand­o una maggiore capacità di valutare il merito di credito, favorita dalla prossimità a famiglie e imprese dei rispettivi territori. Vicinanza e autonomia che, a detta degli stessi vertici degli istituti, non saranno incrinate dall’aggregazio­ne, ormai prossima, imposta dalla riforma del 2016, quanto meno per le Bcc virtuose. «Il motivo della nostra affermazio­ne – conferma Augusto dell’Erba, presidente della Cassa Rurale di Castellana Grotte e della Federazion­e Puglia e Basilicata delle Bcc è nella nostra identità, di impresa cooperativ­a (fondata sulla logica della partecipaz­ione), mutualisti­ca, radicata nella comunità locale e coinvolta nel suo sviluppo. Di impresa, insomma, che può crescere solo facendo crescere gli altri, e sente la responsabi­lità sociale di promuovere uno sviluppo economico e civile, così come di essere affidabile e competitiv­a nei mercati». «Dalla riuscita della riforma del 2016, con una condivisio­ne effettiva e graduale della base, dipenderà la qualità della vita dei territori – spiega il direttore generale (dg) della Bcc di San Marzano di San Giuseppe, Emanuele di Palma – Abbiamo scelto la capogruppo Ccb perché ne condividia­mo gli obiettivi: è determinat­a ad affermarsi in campo nazionale e internazio­nale». Il ruolo delle Bcc, per il dg della Bcc di Bari, Ugo Stecchi, «è consolidat­o dalla riforma, grazie al sostegno della capogruppo. Oggi il settore bancario necessita di maggiori dimensioni per tener testa alle norme in vigore, evitare sovrapposi­zioni e creare economie di scala». Altro vantaggio della riforma, rimarca Luca Vincenzo Loconte, dg della Bcc di Canosa, «è la maggiore garanzia per i clienti. La nostra rete di Iccrea potrà far fronte a eventuali difficoltà di singoli istituti, con strumenti condivisi a livello normativo di vigilanza italiana e europea».

Rocco Zecca, dg della Bcc di Leverano, esclude timori per la perdita di autonomia: «Come banca virtuosa, realizziam­o utili anche per la holding. La scelta di Iccrea? Collaboria­mo da più di 30 anni. L’altra capogruppo si è offerta, ma ha preventiva­to un costo maggiore, per darci ciò che già avevamo. Ma il nostro ruolo resterà sempre lo stesso, raccoglier­e dalla clientela locale per proporre investimen­ti sul territorio». Ma c’è anche chi, già socio di una capogruppo, dopo un’analisi comparativ­a, ha scelto l’altra: «L’opzione Ccb - precisa il presidente della Bcc di San Giovanni Rotondo, Giuseppe Palladino - è stata di natura puramente industrial­e, non politica. Ci auguriamo ci aiuti a rafforzare la nostra presenza nel Foggiano, dove siamo l’ultima banca locale rimasta e hanno chiuso anche sportelli di banche più grandi».

«Abbiamo aderito a Ccb – riferisce il presidente della Bcc di Alberobell­o, Cosimo Palasciano – perché ha un’esperienza consolidat­a, da anni offre servizi e prodotti a varie Bcc e ad altre banche in una dimensione nazionale. Ma anche per le peculiarit­à delle altre Bcc pugliesi aderenti a Ccb».

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