Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Bcc, mutualità e localismi «Così aiutiamo la Puglia»
Gli istituti regionali sono tra i più solidi a livello nazionale Hanno fondi propri per 760 milioni
Le banche di credito cooperativo (Bcc) italiane, malgrado il lungo periodo di crisi, nel complesso hanno salvaguardato i propri equilibri economici e patrimoniali. In particolare, le 23 Bcc pugliesi e le 3 lucane (in totale 147 sportelli), riunite nella Federazione delle Bcc di Puglia e Basilicata, hanno mostrato un’alta resilienza e dati tra i più solidi a livello nazionale, con una raccolta complessiva di 5,1 miliardi di euro, impieghi lordi a clientela pari a 3,6 miliardi di euro e fondi propri per 760 milioni di euro.
Al contempo, grazie a una mission da sempre basata su mutualità, localismo e democrazia economica, durante la crisi le Bcc hanno assicurato, in funzione anticiclica, più credito rispetto al sistema bancario complessivo, a tassi più convenienti e con tassi di ingresso in sofferenza ridotti, confermando una maggiore capacità di valutare il merito di credito, favorita dalla prossimità a famiglie e imprese dei rispettivi territori. Vicinanza e autonomia che, a detta degli stessi vertici degli istituti, non saranno incrinate dall’aggregazione, ormai prossima, imposta dalla riforma del 2016, quanto meno per le Bcc virtuose. «Il motivo della nostra affermazione – conferma Augusto dell’Erba, presidente della Cassa Rurale di Castellana Grotte e della Federazione Puglia e Basilicata delle Bcc è nella nostra identità, di impresa cooperativa (fondata sulla logica della partecipazione), mutualistica, radicata nella comunità locale e coinvolta nel suo sviluppo. Di impresa, insomma, che può crescere solo facendo crescere gli altri, e sente la responsabilità sociale di promuovere uno sviluppo economico e civile, così come di essere affidabile e competitiva nei mercati». «Dalla riuscita della riforma del 2016, con una condivisione effettiva e graduale della base, dipenderà la qualità della vita dei territori – spiega il direttore generale (dg) della Bcc di San Marzano di San Giuseppe, Emanuele di Palma – Abbiamo scelto la capogruppo Ccb perché ne condividiamo gli obiettivi: è determinata ad affermarsi in campo nazionale e internazionale». Il ruolo delle Bcc, per il dg della Bcc di Bari, Ugo Stecchi, «è consolidato dalla riforma, grazie al sostegno della capogruppo. Oggi il settore bancario necessita di maggiori dimensioni per tener testa alle norme in vigore, evitare sovrapposizioni e creare economie di scala». Altro vantaggio della riforma, rimarca Luca Vincenzo Loconte, dg della Bcc di Canosa, «è la maggiore garanzia per i clienti. La nostra rete di Iccrea potrà far fronte a eventuali difficoltà di singoli istituti, con strumenti condivisi a livello normativo di vigilanza italiana e europea».
Rocco Zecca, dg della Bcc di Leverano, esclude timori per la perdita di autonomia: «Come banca virtuosa, realizziamo utili anche per la holding. La scelta di Iccrea? Collaboriamo da più di 30 anni. L’altra capogruppo si è offerta, ma ha preventivato un costo maggiore, per darci ciò che già avevamo. Ma il nostro ruolo resterà sempre lo stesso, raccogliere dalla clientela locale per proporre investimenti sul territorio». Ma c’è anche chi, già socio di una capogruppo, dopo un’analisi comparativa, ha scelto l’altra: «L’opzione Ccb - precisa il presidente della Bcc di San Giovanni Rotondo, Giuseppe Palladino - è stata di natura puramente industriale, non politica. Ci auguriamo ci aiuti a rafforzare la nostra presenza nel Foggiano, dove siamo l’ultima banca locale rimasta e hanno chiuso anche sportelli di banche più grandi».
«Abbiamo aderito a Ccb – riferisce il presidente della Bcc di Alberobello, Cosimo Palasciano – perché ha un’esperienza consolidata, da anni offre servizi e prodotti a varie Bcc e ad altre banche in una dimensione nazionale. Ma anche per le peculiarità delle altre Bcc pugliesi aderenti a Ccb».