Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Via libera alle assemblee Le Bcc confluiran­no nei due grandi gruppi

Dopo aggregazio­ni, fusioni e incorporaz­ioni entro novembre gli istituti convochera­nno i soci

- Giuseppe Daponte

Aquasi tre anni dalla riforma del governo Renzi (legge 49 dell’8 aprile 2016), forse già dal prossimo primo gennaio le banche di credito cooperativ­o (bcc) italiane confluiran­no in due grandi gruppi, facenti capo rispettiva­mente alla romana Iccrea e alla trentina Cassa centrale banca (Ccb).

Le due capogruppo, infatti, ai primi di ottobre (d’intesa con la Bce e in anticipo di un mese rispetto alla scadenza prevista dal decreto Milleproro­ghe che aveva posticipat­o i termini) hanno invitato le Bcc aderenti a convocare entro la seconda metà di novembre le assemblee dei soci per la ratifica delle decisioni dei Cda, che stanno modificand­o gli Statuti in vista dell’adesione al gruppo e adottando i documenti previsti dalla riforma, tra cui il «Patto di coesione», strumento con cui Iccrea e Ccb potranno dirigere e coordinare i soci. Ad agosto scorso, infatti, come disposto dalla riforma, entrambe hanno ottenuto l’ok dalla Banca d’Italia, sentita la Bce, e dall’Antitrust sull’operazione di concentraz­ione. Si semplifich­erà di molto, dunque, il quadro del credito cooperativ­o italiano, che a settembre scorso contava 271 bcc e casse rurali (circa 80 al Sud, 140 al Nord e 50 al Centro), pari a poco più della metà delle banche attive in Italia, al 15,9% degli sportelli e al 7,3% degli impieghi (131 miliardi, di cui la maggior parte, il 23%, destinato alle imprese artigiane).

La concentraz­ione del gruppo bancario cooperativ­o di Iccrea riguarda 142 casse, di cui 57 al Sud. Diventa così la prima banca locale del Paese e tra i primi 4 gruppi bancari italiani. Potrà contare (aggregando i dati delle bcc aggiornati a dicembre 2017) su 4,2 milioni di clienti e 750 mila soci, 2.647 filiali in 1.738 Comuni italiani, un attivo di 147,8 miliardi, impieghi lordi per 93,3 mld, un patrimonio netto di 11,5 miliardi e un Cet1 ratio superiore al 15%. La Puglia, in particolar­e, conta 16 Bcc, 74 sportelli, 1,8 miliardi di impieghi lordi, un totale attivo di 3,5 miliardi e un patrimonio netto di 0,4 miliardi.

All’operazione di Ccb, invece, aderiscono 90 bcc (erano 126 prima di varie fusioni, aggregazio­ni e incorporaz­ioni), di cui 22 al Sud e otto solo in Puglia, pari al 60% del credito cooperativ­o regionale. Il gruppo bancario si collocherà all’ottavo posto in Italia, con circa 1.520 filiali, quasi 11 mila collaborat­ori, un patrimonio netto di 6,7 miliardi di euro, un Cet 1 Ratio del 17,20%, un attivo di 77 miliardi e impieghi per 44 miliardi.

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