Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Via libera alle assemblee Le Bcc confluiranno nei due grandi gruppi
Dopo aggregazioni, fusioni e incorporazioni entro novembre gli istituti convocheranno i soci
Aquasi tre anni dalla riforma del governo Renzi (legge 49 dell’8 aprile 2016), forse già dal prossimo primo gennaio le banche di credito cooperativo (bcc) italiane confluiranno in due grandi gruppi, facenti capo rispettivamente alla romana Iccrea e alla trentina Cassa centrale banca (Ccb).
Le due capogruppo, infatti, ai primi di ottobre (d’intesa con la Bce e in anticipo di un mese rispetto alla scadenza prevista dal decreto Milleproroghe che aveva posticipato i termini) hanno invitato le Bcc aderenti a convocare entro la seconda metà di novembre le assemblee dei soci per la ratifica delle decisioni dei Cda, che stanno modificando gli Statuti in vista dell’adesione al gruppo e adottando i documenti previsti dalla riforma, tra cui il «Patto di coesione», strumento con cui Iccrea e Ccb potranno dirigere e coordinare i soci. Ad agosto scorso, infatti, come disposto dalla riforma, entrambe hanno ottenuto l’ok dalla Banca d’Italia, sentita la Bce, e dall’Antitrust sull’operazione di concentrazione. Si semplificherà di molto, dunque, il quadro del credito cooperativo italiano, che a settembre scorso contava 271 bcc e casse rurali (circa 80 al Sud, 140 al Nord e 50 al Centro), pari a poco più della metà delle banche attive in Italia, al 15,9% degli sportelli e al 7,3% degli impieghi (131 miliardi, di cui la maggior parte, il 23%, destinato alle imprese artigiane).
La concentrazione del gruppo bancario cooperativo di Iccrea riguarda 142 casse, di cui 57 al Sud. Diventa così la prima banca locale del Paese e tra i primi 4 gruppi bancari italiani. Potrà contare (aggregando i dati delle bcc aggiornati a dicembre 2017) su 4,2 milioni di clienti e 750 mila soci, 2.647 filiali in 1.738 Comuni italiani, un attivo di 147,8 miliardi, impieghi lordi per 93,3 mld, un patrimonio netto di 11,5 miliardi e un Cet1 ratio superiore al 15%. La Puglia, in particolare, conta 16 Bcc, 74 sportelli, 1,8 miliardi di impieghi lordi, un totale attivo di 3,5 miliardi e un patrimonio netto di 0,4 miliardi.
All’operazione di Ccb, invece, aderiscono 90 bcc (erano 126 prima di varie fusioni, aggregazioni e incorporazioni), di cui 22 al Sud e otto solo in Puglia, pari al 60% del credito cooperativo regionale. Il gruppo bancario si collocherà all’ottavo posto in Italia, con circa 1.520 filiali, quasi 11 mila collaboratori, un patrimonio netto di 6,7 miliardi di euro, un Cet 1 Ratio del 17,20%, un attivo di 77 miliardi e impieghi per 44 miliardi.