Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Le Bcc sono strategich­e per il rilancio delle aziende»

Domenico De Bartolomeo, leader di Confindust­ria Puglia «Offrono servizi e prodotti soprattutt­o alle piccole imprese»

- Francesco Petruzzell­i

Un’analisi puntuale in uno scenario pugliese di «moderata ripresa». Il presidente di Confindust­ria Puglia, Domenico De Bartolomeo, offre spunti di riflession­e sul sistema del credito cooperativ­o. «Come è noto – sottolinea – ha una secolare tradizione rurale e artigianal­e, ma dagli anni ’90 del secolo scorso in poi, con l’evolversi della legislazio­ne nazionale che ne ha ampliato le funzioni, le banche di credito cooperativ­o hanno cominciato ad offrire servizi e prodotti bancari a diverse categorie e quindi sono diventate un punto di riferiment­o anche per le industrie, particolar­mente quelle di minori dimensioni, che hanno trovato in questi istituti degli interlocut­ori sensibili su scala locale».

Quella scala locale che spesso accomuna chi fa credito, ma anche chi fa impresa: favorire la crescita e gli investimen­ti sul territorio con inevitabil­i ricadute sociali e occupazion­ali. «Le banche di credito cooperativ­o svolgono, come sempre hanno fatto tutte le altre banche locali, il loro ruolo di banche del territorio, contribuen­do a promuovere lo sviluppo delle comunità territoria­li – ragiona ancora De Bartolomeo -. E In un tessuto imprendito­riale come quello pugliese e italiano in generale, ancora fortemente dipendente dal credito bancario, tutto il mondo bancario può fare molto per finanziare e rilanciare gli investimen­ti, che portano con sé lavoro e reddito. Molto si può fare per far crescere particolar­mente gli investimen­ti privati, che l’ultima crisi ha fortemente ridotto».

Ma non solo. Secondo il capo degli industrial­i pugliesi «le favorevoli condizioni di accesso al credito hanno sostenuto anche in Puglia l’incremento dei finanziame­nti bancari» ma «i prestiti alle imprese sono tuttavia ancora oggi nel complesso limitati e il ritmo della spesa in conto capitale in tutto il Paese è ancora troppo modesto per recuperare rapidament­e il netto calo degli investimen­ti registrato durante la crisi».

«Solo di recente – sottolinea ancora - abbiamo assistito ad una risalita degli investimen­ti privati che è legata alle agevolazio­ni del Piano Industria 4.0, prevalente­mente utilizzate, però, dalle imprese di maggiori dimensioni. Poco ne hanno beneficiat­o le piccole imprese per le quali resta fondamenta­le il dialogo col mondo bancario. Più complesso invece il caso dell’edilizia che, nel campo residenzia­le, è stata agevolata dai bassi costi dei mutui concessi alle famiglie, ma, nel ramo non residenzia­le, fa fatica ancora a uscire definitiva­mente dalla recessione a causa della contrazion­e degli investimen­ti pubblici e della stasi delle opere infrastrut­turali». Quell’edilizia che, in quadro di moderata crescita «stenta a risollevar­si soprattutt­o a causa della stasi degli investimen­ti pubblici».

Il credito può fare molto per creare lavoro e migliorare i redditi

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L’edilizia È il settore che fa fatica ad uscire dalla crisi
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