Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Nuovi centri per l’impiego «Necessari altri 400 dipendenti»
L’assessore Leo: «Ci vorrebbero quattrocento dipendenti in più»
Il ministro Di Maio preme, le Regioni frenano. Anche la Puglia tra queste. Secondo l’assessore al lavoro Sebastiano Leo, la riorganizzazione dei Centri per l’impiego, indispensabile per l’erogazione del reddito di cittadinanza, non sarà possibile prima di 8- 10 mesi. La Puglia, analogamente alle altre Regioni, ha necessità di potenziare la propria dotazione tecnologica e il personale: nei Cpi lavorano 391 addetti, Leo stima che ne occorrano ottocento. Per procedere occorre che il governo sblocchi le assunzioni e che siano espletati i concorsi.
Almeno 8-10 mesi, non BARI prima. La Regione, per bocca dell’assessore al lavoro Sebastiano Leo, replica in questo modo alle sollecitazioni arrivate martedì dalla voce di Luigi Di Maio. Il vicepremier ha incontrato tutte le Regioni e consegnato loro un dossier contente cinque richieste per sviluppare la rete dei centri per l’impiego (Cpi), condizione essenziale per la somministrazione del reddito di cittadinanza. La Puglia, analogamente alle altre Regioni, ha necessità di potenziare la propria dotazione tecnologica e il personale: nei Cpi lavorano 391 addetti, Leo stima che ne occorrano almeno ottocento.
L’incontro tra Regioni e ministro, va detto, è stato positivo. L’intendimento delle prime coincide per larghi tratti con le intenzioni del secondo. A rendere distanti le posizioni sono i tempi. Di Maio ha annunciato che il reddito di cittadinanza, legato alla funzionalità dei Cpi, sarà attivo dalla prossima primavera (si era detto marzo, la data è slittata). Leo sostiene che i tempi sono troppo ravvicinati.
Il ministro ha chiesto alle Regioni di affrontare «cinque priorità» per sviluppare la rete dei Cpi. Vediamole: 1) rafforzare l’organico e promuovere le competenze degli operatori; 2) creare un logo e un layout (schema di allestimento) che contrassegni ogni Cpi; 3) rafforzare la dotazione strumentale e informatica dei centri; 4) allestire un software unico che sia capace di integrare le informazioni provenienti da ogni parte d’Italia; 5) valorizzare il patrimonio delle informazioni. Il ragionamento delle Regioni non è lontano. Il punto è che Di Maio ha offerto alle Regioni, per avviare questo processo di potenziamento dei Cpi, un miliardo all’anno per il triennio 19-21.
Questo già costituisce un primo elemento di difficoltà. «Non sappiamo – dice Leo – come sarà distribuito quel miliardo all’anno tra le Regioni». Non si sa, tanto per dirne una, se le risorse saranno distribuite in base alla popolazione (tot abitanti, tot soldi) o se la distribuzione sarà corretta da un parametro che tenga conto del numero dei disoccupati e della situazione economica delle Regioni. Questa carenza di informazioni sulle risorse intralcia il lavoro di programmazione. La seconda rilevantissima questione riguarda il personale. Occorre assumere: lo chiedono le Regioni e lo rilizzare conosce il ministro.
«Ammettendo che ci ciano le risorse necessarie – afferma Leo – non si può procedere senza che il governo abbia sbloccato le assunzioni. La Puglia ha ottenuto dal governo Gentiloni la possibilità di uti- 120 milioni di fondi europei del Pon. Ma, così si agisce con per queste risorse, solo per reclutare personale a tempo determinato. E sempre dopo lo sblocco delle assunzioni».
Le risorse che mette a disposizione Di Maio, trattandosi di fondi statali, non hanno limiti di impiego come quelle europee. Dunque possono essere destinate per assunzioni a tempo indeterminato. «Naturalmente – osserva Leo – va verificata la quantità dei fondi per ciascuna Regione: vale per le dotazioni tecnologiche, vale per il personale. E anche qui si deve per prima cosa togliere il catenaccio al reclutamento».
La dotazione organica degli attuali Cpi è integrata dalla presenza di 280 operatori che provengono dai vecchi enti di formazione professionale. Lavorano nei 47 Cpi della Puglia sulla base di una convenzione con la Regione che va in scadenza a fine anno. Su questo tema – e sul generale funzionamento della formazione in Puglia – è stato audito ieri, dalla Sesta commissione consiliare, il coordinatore degli enti di formazione. Da lui e
❞ Sebastiano Leo Ammettendo che ci siano le risorse, è impossibile procedere senza le assunzioni
dalla Cisl è venuto il richiamo alla Regione a provvedere tempestivamente.