Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Nuovi centri per l’impiego «Necessari altri 400 dipendenti»

L’assessore Leo: «Ci vorrebbero quattrocen­to dipendenti in più»

- Di Francesco Strippoli

Il ministro Di Maio preme, le Regioni frenano. Anche la Puglia tra queste. Secondo l’assessore al lavoro Sebastiano Leo, la riorganizz­azione dei Centri per l’impiego, indispensa­bile per l’erogazione del reddito di cittadinan­za, non sarà possibile prima di 8- 10 mesi. La Puglia, analogamen­te alle altre Regioni, ha necessità di potenziare la propria dotazione tecnologic­a e il personale: nei Cpi lavorano 391 addetti, Leo stima che ne occorrano ottocento. Per procedere occorre che il governo sblocchi le assunzioni e che siano espletati i concorsi.

Almeno 8-10 mesi, non BARI prima. La Regione, per bocca dell’assessore al lavoro Sebastiano Leo, replica in questo modo alle sollecitaz­ioni arrivate martedì dalla voce di Luigi Di Maio. Il vicepremie­r ha incontrato tutte le Regioni e consegnato loro un dossier contente cinque richieste per sviluppare la rete dei centri per l’impiego (Cpi), condizione essenziale per la somministr­azione del reddito di cittadinan­za. La Puglia, analogamen­te alle altre Regioni, ha necessità di potenziare la propria dotazione tecnologic­a e il personale: nei Cpi lavorano 391 addetti, Leo stima che ne occorrano almeno ottocento.

L’incontro tra Regioni e ministro, va detto, è stato positivo. L’intendimen­to delle prime coincide per larghi tratti con le intenzioni del secondo. A rendere distanti le posizioni sono i tempi. Di Maio ha annunciato che il reddito di cittadinan­za, legato alla funzionali­tà dei Cpi, sarà attivo dalla prossima primavera (si era detto marzo, la data è slittata). Leo sostiene che i tempi sono troppo ravvicinat­i.

Il ministro ha chiesto alle Regioni di affrontare «cinque priorità» per sviluppare la rete dei Cpi. Vediamole: 1) rafforzare l’organico e promuovere le competenze degli operatori; 2) creare un logo e un layout (schema di allestimen­to) che contrasseg­ni ogni Cpi; 3) rafforzare la dotazione strumental­e e informatic­a dei centri; 4) allestire un software unico che sia capace di integrare le informazio­ni provenient­i da ogni parte d’Italia; 5) valorizzar­e il patrimonio delle informazio­ni. Il ragionamen­to delle Regioni non è lontano. Il punto è che Di Maio ha offerto alle Regioni, per avviare questo processo di potenziame­nto dei Cpi, un miliardo all’anno per il triennio 19-21.

Questo già costituisc­e un primo elemento di difficoltà. «Non sappiamo – dice Leo – come sarà distribuit­o quel miliardo all’anno tra le Regioni». Non si sa, tanto per dirne una, se le risorse saranno distribuit­e in base alla popolazion­e (tot abitanti, tot soldi) o se la distribuzi­one sarà corretta da un parametro che tenga conto del numero dei disoccupat­i e della situazione economica delle Regioni. Questa carenza di informazio­ni sulle risorse intralcia il lavoro di programmaz­ione. La seconda rilevantis­sima questione riguarda il personale. Occorre assumere: lo chiedono le Regioni e lo rilizzare conosce il ministro.

«Ammettendo che ci ciano le risorse necessarie – afferma Leo – non si può procedere senza che il governo abbia sbloccato le assunzioni. La Puglia ha ottenuto dal governo Gentiloni la possibilit­à di uti- 120 milioni di fondi europei del Pon. Ma, così si agisce con per queste risorse, solo per reclutare personale a tempo determinat­o. E sempre dopo lo sblocco delle assunzioni».

Le risorse che mette a disposizio­ne Di Maio, trattandos­i di fondi statali, non hanno limiti di impiego come quelle europee. Dunque possono essere destinate per assunzioni a tempo indetermin­ato. «Naturalmen­te – osserva Leo – va verificata la quantità dei fondi per ciascuna Regione: vale per le dotazioni tecnologic­he, vale per il personale. E anche qui si deve per prima cosa togliere il catenaccio al reclutamen­to».

La dotazione organica degli attuali Cpi è integrata dalla presenza di 280 operatori che provengono dai vecchi enti di formazione profession­ale. Lavorano nei 47 Cpi della Puglia sulla base di una convenzion­e con la Regione che va in scadenza a fine anno. Su questo tema – e sul generale funzioname­nto della formazione in Puglia – è stato audito ieri, dalla Sesta commission­e consiliare, il coordinato­re degli enti di formazione. Da lui e

❞ Sebastiano Leo Ammettendo che ci siano le risorse, è impossibil­e procedere senza le assunzioni

dalla Cisl è venuto il richiamo alla Regione a provvedere tempestiva­mente.

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