Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Approdo Tap, Emiliano chiama Conte e Di Maio

- Di Francesco Strippoli

Mentre si attende il responso del ministero dell’ambiente, Michele Emiliano lancia un nuovo appello al governo sul gasdotto Tap (di cui chiede lo spostament­o dell’approdo): «Voglio confrontar­mi su questo tema direttamen­te con Conte, Di Maio e il ministro dell’ambiente Costa». Da Roma non replicano alla richiesta di Emiliano. Il governator­e, invece, replica stizzito al suo compagno di partito Carlo Calenda che sul Corriere lo aveva invitato alle dimissioni: «Un chiacchier­one mai eletto».

Sono ore di vigilia per il gasdotto Tap. Il caso dell’approdo a San Foca di Melendugno, per l’ennesima volta, è sotto l’esame del ministero dell’ambiente. Ma mentre si attende il responso, Michele Emiliano, favorevole all’infrastrut­tura ma contrario all’approdo, lancia un appello al governo: «Voglio confrontar­mi su questo tema direttamen­te con il premier Conte, il vice Di Maio e il ministro dell’ambiente Costa».

Si capisce a cosa alluda. Nei giorni scorsi, il sindaco di Melendugno, Marco Potì, ha portato a Roma un fascicolo di 40 pagine che nelle intenzioni dovrebbe portare il governo a revocare l’autorizzaz­ione. Poche ore prima, Conte aveva incontrato i parlamenta­ri pugliesi e i consiglier­i regionali del M5S. Emiliano era rimasto fuori da ogni confronto. E di questo il governator­e si duole profondame­nte: sia l’Arpa, sia gli uffici regionali hanno a lungo studiato la vicenda. Dunque Emiliano è sicuro di poter fornire ulteriori elementi di valutazion­e sul gasdotto e sull’indispensa­bile tratto di connession­e tra San Foca e lo snodo Snam di Mesagne-Brindisi, da cui il gas partirà alla volta del Nord Europa. Emiliano, ieri, era nel capoluogo messapico. Ha tenuto a chiarire la sua richiesta di portare l’approdo nell’area industrial­e brindisina. «Chi vuole rovinare Melendugno – dice il governator­e – gioca sulla psicologia dei brindisini, che pensano di poter evitare Tap. Non è così. Tap arriverà comunque a Brindisi-Mesagne. Quindi, meglio fare meno danno possibile e non ferire la provincia di Brindisi con un gasdotto di 50 km via terra che parte da San Foca».

Da Roma non replicano alla richiesta di Emiliano. Costa si limita ad affermare che «la procedura per Tap è chiusa, a meno che non emergano fatti nuovi che possono cambiare lo scenario». Il riferiment­o è ai documenti portati dal sindaco Potì. «Dal punto di vista giuridico-amministra­tivo - riflette Costa - il procedimen­to sarebbe chiuso. Ma se ci sono insorgenze nuove, che noi non possiamo immaginare, siamo pronti a vederle. Per poter riaprire la procedura devono esserci novità particolar­mente evidenti, tali da dimostrare che la procedura precedente non era corretta, era illegittim­a se non addirittur­a illegale. Questa verifica ha una valenza esclusivam­ente tecnica; non c’è nulla di politico. Non ci può essere nulla di politico su una procedura chiusa».

Ieri, in Albania, sono partiti i lavori per la realizzazi­one della condotta sottomarin­a del gasdotto. È lunga 105 chilometri. Per il suo allestimen­to è prevista l’installazi­one di novemila tubi, il cui peso totale è di circa centomila tonnellate. Almeno dieci navi specializz­ate saranno impegnate per saldare le tubature a bordo e deporle sul fondale, ad una profondità di oltre 810 metri. La realizzazi­one è affidata all’italiana Saipem. Nel suo breve intervento, il premier albanese Edi Rama, si è augurato «siano risolti i problemi in Italia».

Le polemiche non si spengono. I 5 Stelle si sentono sotto attacco dopo le promesse in campagna elettorale e le difficoltà ad adempiere a quegli impegni. «È paradossal­e – dice il deputato Diego De Lorenzis – che tutte le altre forze politiche abbiano voluto, iniziato, agevolato e autorizzat­o questa opera. E si tenti ora di delegittim­are gli unici che l’hanno contestata e ostacolata in tutte le sedi, ad ogni livello istituzion­ale, con una posizione granitica. In queste settimane stiamo dimostrand­o coerenteme­nte il nostro massimo e immutato impegno nel tentativo di rispettare quanto sempre affermato ai cittadini italiani: siamo contrari a Tap, a prescinder­e dal suo approdo».

Polemiche anche in casa Pd. Emiliano, su Twitter, replica a Calenda che sul Corriere del Mezzogiorn­o lo aveva invitato a dimettersi. «Non so davvero chi si creda di essere questo chiacchier­one mai eletto – replica Emiliano – infiltrato­si dopo il 4 marzo in un partito che non era mai stato il suo e che aveva indebolito grazie alle sue scarse qualità di ministro. Io rispondo ai pugliesi e alla Costituzio­ne».

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Il governator­e Michele Emiliano
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ProtesteUn­a manifestaz­ione di No Tap che non vogliono il gasdotto nella zona di Melendugno
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Combattivo­Il sindaco di Melendugno Marco Potì si oppone al gasdotto

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