Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Pasquale Laera dal liceo classico ai fornelli

Parla il giovane cuoco pugliese cresciuto con Lino Cannavacci­uolo

- Di Monica Caradonna

Si chiama Pasquale Laera, pugliese, trent’anni e una stella Michelin. Il sogno di diventare chef l’ha realizzato alla corte di Lino Cannavacci­uolo, e ora «esercita» ad Alba mescolando tartufi e tocchi di pugliesità, e duellando a colpi di dashi e soffritti con un collega giapponese.

Èuna grande annata per il tartufo. Ad Alba fino al 25 novembre si celebra il prezioso fungo ipogeo che nella comunicazi­one di quest’anno è rappresent­ato con le sfaccettat­ure come fosse un diamante. Liliana Allena, il presidente dell’Ente fiera internazio­nale del Tartufo bianco, ne ha donato anche uno alla carriera al premio Oscar Ennio Morricone. Ma c’è un cuoco, lì nel cuore delle Langhe, che il tartufo ama mangiarlo con l’uovo e completare il piatto facendo la scarpetta con il pane di Altamura. Tipico gesto da uomo del Sud. È pugliese, infatti, ha trent’anni, una stella Michelin, e gli schiaffi da Antonino Cannavacci­uolo li ha presi solo in tv. Si chiama Pasquale Laera ed è l’executive chef del ristorante La Rei de il Boscareto resort a Serralunga d’Alba. «Per sei anni al fianco dello chef Cannavacci­uolo non ho mai ricevuto uno schiaffo, poi il video in cui lo chef mi dava pacche sulla schiena tratto da Le ricette di Cucine da incubo che andava in onda su Fox Life è diventato virale e lui mi ha pure detto “Pasca’ t fazz diventà famoso”».

Dopo aver frequentat­o il ginnasio al liceo classico Socrate di Bari, dove nel weekend lavorava in sala in una pizzeria, Pasquale col suo sogno di diventare cuoco ha deciso di trasferirs­i all’Istituto alberghier­o di Castellane­ta, convinto che lì il suo sogno potesse prendere una forma più concreta. Oggi, a distanza di anni, rimpiange la scelta di aver abbandonat­o il liceo classico, ma il suo sogno può dire di averlo raggiunto: «Le scuole alberghier­e non sono in grado di trasferire agli alunni passione e amore per questo lavoro, non formano né l’uomo né il cuoco. Il Liceo modella la mente e la apre. Un approccio che cerco di applicare nel mio lavoro».

Finita la scuola superiore Pasquale per un anno ha lavorato al ristorante Borgo Antico. Con le mance si manteneva, lo stipendio lo metteva da parte per poter pagare la scuola de L’Alma. È lì che dopo la parte teorica è stato assegnato a Villa Crespi dallo chef Cannavacci­uolo. «Alla notizia della mia assegnazio­ne i miei compagni di corso scoppiaron­o in un applauso. Io non sapevo chi fosse quello chef, ma lui mi disse di prendere una grande valigia e di riempirla di buona volontà». Oggi, nonostante Pasquale cammini sulle sue gambe e con i suoi fornelli, conquistat­a la prima stella Michelin, conserva con quell’omone in giacca bianca un rapporto familiare e paterno. La sua cucina si è modellata e raffinata grazie alla gavetta nella partita degli antipasti con un giapponese tostissimo. E nel cuore delle Langhe c’è uno chef pugliese che al dashi giapponese preferisce il soffritto italiano.

I successi

Trentenne, una stella Michelin, lavora ad Alba al ristorante La Rei del Boscareto Resort

Gli errori

Ancor oggi rimpiange di aver lasciato il liceo classico per l’Istituto alberghier­o

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Album Dall’alto: lo chef Pietro Laera, Laera con Cannavacci­uolo, un suo piatto forte: fusilli del pastificio Granoro cotti in acqua di cipolla di Margherita di Savoia, cozze pelose, pecorino e limone salato

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