Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il ripescaggio di Caracciolo in commissione Lite Lega-M5S
Lite tra Lega e Cinque Stelle per il rinnovo dei componenti. Caracciolo al posto di Borraccino
La maggioranza supera senza affanni il banco di prova. Trasformando l’attesa rotazione di metà mandato in una sorta di ecumenica riconferma. Che tra allargamenti e nuovi ingressi accontenta tutti e seda i malumori della vigilia. Malumori invece non sopiti tra le opposizioni, con i Cinque Stelle che si mettono di traverso a un seggio assegnato d’ufficio agli alleati romani e di governo della Lega. Tanto da respingere gli appelli al buonsenso del presidente del consiglio Mario Loizzo, costretto alla fine a un salomonico sorteggio che fa fuori un componente grillino ad appannaggio di un salviniano.
Alla Regione Puglia termina con un finale a sorpresa il rinnovo delle sette presidenze delle commissioni consiliari, effettuata con ben otto mesi di ritardo rispetto ai termini – al giro di boa della legislatura fissati dal regolamento. La giornata in via Capruzzi trascorre all’inizio senza ribaltoni, con il centrosinistra che trova la quadra confermando con votazioni a batteria tutti i presidenti uscenti, ad eccezione del solo Filippo Caracciolo (Pd) che subentra in seconda commissione al posto di Cosimo Borraccino (Leu), fresco di nomina ad assessore. Il vero
strappo arriva nella settima commissione, quella deputata allo statuto e alle riforme e la cui presidenza, da regolamento, deve andare alle minoranze. I commissari optano per la riconferma di Erio Congedo, ex fittiano e ora di Fratelli d’Italia, ma di fatto appartenente al folto gruppo Misto. Gruppo nel quale è iscritto anche il leghista Andrea Caroppo per il quale il presidente Loizzo chiede un posto appellandosi al buonsenso dei grillini. «Avendo voi due commissari – dice - sarebbe più logico rinunciare a un seggio per permettere che in questa commissione, deputata a temi delicati come la legge elettorale, siano rappresentate tutte le anime politiche del Misto». Ma dai banchi M5S arriva un netto rifiuto che, dopo vari e inutili appelli, costringe Loizzo al sorteggio tra le due commissarie grilline assegnate alla commissione: resta Grazia Di Bari, esce Rosa Barone. E così scatta un posto per il salviniano Caroppo. «Come si dice dalle mie parti a lavare la testa al ciuccio si perde acqua e sapone» dichiara uno sconsolato Loizzo chiudendo i lavori e scatenando le ire grilline. «Questa commissione dovrebbe spettarci perché è assurdo che il primo gruppo di opposizione non abbia una presidenza» tuonano i pentastellati. «Ma anche noi non abbiamo alcun rappresentante, eppure abbiamo accolto l’appello di Loizzo» osserva invece Francesco Ventola (DitNci). Una rinuncia che per i fittiani suona come una prova di dialogo: decidono di restarne fuori per favorire la presidenza al partito di Giorgia Meloni.