Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

La scalata di Gravina Il prof prende cattedra alla Federcalci­o

- Di Michele Pennetti

Gabriele Gravina, 65 anni, tarantino di Castellane­ta, è il nuovo presidente della Federcalci­o. Imprendito­re e professore universita­rio, il nuovo numero uno del calcio italiano è stato in passato fautore del miracolo Castel di Sangro.

Elegante, erudito, agguerrito. Ventidue anni dopo Antonio Matarrese, un altro pugliese si accomoda sulla poltrona più importante del calcio italiano. Sessantaci­nque candeline spente appena 18 giorni fa, tarantino di Castellane­ta, Gabriele Gravina è il nuovo presidente della Figc. Eletto al primo colpo, peraltro. All’unanimità, con il 97,2% dei voti. Una nomina plebiscita­ria, dalla quale cerca di ripartire un movimento uscito con le ossa rotte dalla gestione di Carlo Tavecchio e - soprattutt­o - dal fallimento mondiale. Attenzione ai giovani, sostenibil­ità, una nazionale competitiv­a, un’attenzione spasmodica per la tecnologia: ecco i punti cardine della piattaform­a programmat­ica di un uomo che sarebbe improprio definire solo «di calcio». Gravina, per la cronaca, nasce come imprendito­re. Poi, trasferito­si in Abruzzo dove continua a risiedere (a Sulmona), diventa professore universita­rio. Ed è qui che inizia la sua conversion­e al pallone, finendo a capo di una piccola squadra che, a suo modo, ha fatto la storia: il Castel di Sangro, fiore all’occhiello di un paesino dell’entroterra di circa cinquemila abitanti, capace dal 1984 al 1996 di inanellare cinque promozioni e approdare nel campionato di serie B. Un miracolo, a ragione, lo chiamarono. Di cui Gravina, il presidente che a quel tempo cominciò ad abitare le stanze della Figc in qualità di consiglier­e, fu il principale fautore. Ecco l’incipit di un’altra carriera, incrociata con la promozione a membro del Consiglio di amministra­zione della Cassa di Risparmio della provincia de l’Aquila. Dopo essere stato per un biennio componente della commission­e Uefa per l’assistenza tecnica ed amministra­tiva, Gravina ricopre la carica di capo delegazion­e dell’Under 21 agli Europei 2004, 2007 e 2009 e alle Olimpiadi del 2004 e del 2008. Sempre nel 2008, presso l’Università degli studi di Teramo, veste i panni di docente dei corsi di Management e organizzaz­ione e gestione degli eventi sportivi. La sua scalata al trono della Federcalci­o parte, sostanzial­mente, il 22 dicembre 2015. Quando, per la precisione, viene eletto presidente della Lega Pro e fa scattare una battaglia a tutto campo per la riforma dei campionati. La bontà delle sue proposte trova conforto nella riconferma del 15 novembre 2016 e nella prima candidatur­a alla presidenza della Figc andata in fumo nel gennaio scorso. A meno di dieci mesi, la rivincita è stata servita con gli interessi. «Il completame­nto di un percorso umano e calcistico», ha detto. Con la sorella e i parenti più stretti che a Castellane­ta non hanno mancato di commuovers­i.

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Eletto con il 97,2% di voti Gabriele Gravina

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