Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Una commission­e antimafia» È scontro al primo Municipio

- Di Francesco Petruzzell­i

Di certo non avranno poteri d’inchiesta. Né potranno audire Procure e magistrati. Ma per tre mesi proveranno a respirare l’aria di Roma, come quella delle aule parlamenta­ri. Con la differenza che il loro palazzo sarà a latitudini più basse: in via Trevisani a Bari, ex Ospedalett­o dei bambini. Dove al massimo non ci saranno carte e faldoni da secretare, ma solo verbali di riunioni su riunioni. Utilissimi per raggiunger­e la soglia massima dei gettoni di presenza da erogare. Soprattutt­o se negli ultimi mesi della consigliat­ura, prima del ritorno alle urne.

Al primo Municipio decidono così di farsi un regalo di fine mandato istituendo l’insolita commission­e speciale Antimafia. Tema sì delicatiss­imo e importante ma che rischia di restare solo lettera morta se affidato alle ex Circoscriz­ioni, mere e blande diramazion­i territoria­li del Comune, già di suo non competente a trattare i fenomeni legati alla criminalit­à organizzat­a.

La proposta approda questa mattina al quarto punto dell’ordine del giorno del Consiglio municipale scatenando alla vigilia la protesta delle opposizion­i, pronte a bollare l’iniziativa come “spot da campagna elettorale e spreco di altro denaro pubblico”. «Ma stiamo scherzando? Ma i colleghi credono di essere onorevoli eletti a Roma? Torniamo alla realtà, dovremmo occuparci di temi più di nostra competenza come strade, scuole, pulizia, welfare, decentrame­nto» attacca Massimo Posca (Forza Italia). L’idea di attivare una commission­e speciale sull’Antimafia – ogni Municipio può istituirne solo una all’anno proprio per evitare la bulimia di gettoni andata in scena con le vecchie Circoscriz­ioni – ha vinto la concorrenz­a su altri temi come il decentrame­nto e la toponomast­ica. Il primo tema per tentare di arginare, per i posteri, il fallimento dell’attuale decentrame­nto; il secondo invece per eliminare tutte le doppie intitolazi­oni che affollano tutto il territorio che va dal Libertà sino a Torre a Mare passando per il centro. Alla fine però i consiglier­i di maggioranz­a hanno scelto la terza via: affrontare l’emergenza criminalit­à.

«Sarà una commission­e di studio e di analisi, vogliamo capire l’impatto che ha la mafia

I gettoni L’iniziativa potrebbe far lievitare i gettoni di presenza destinati ai consiglier­i

sul nostro territorio, con tutte le sue implicazio­ni sociali ed economiche. E mi sorprende che qualche collega si chieda ancora se esista la mafia in città» spiega uno dei proponenti della commission­e, il consiglier­e Nicola Biancofore (Sinistra Italiana). «Certo – aggiunge – non dovrà essere un gettonific­io ma uno strumento di pungolo alle autorità competenti. Già con la commission­e speciale sull’immigrazio­ne abbiamo ottenuto un reale censimento degli immobili occupati e politiche di accoglienz­a dei migranti. Con lo studio delle dipendenze invece abbiamo recuperato molti minori a rischio. Ora – conclude il consiglier­e - vogliamo capire i numeri e l’organizzaz­ione della mafia nei nostri quartieri, dove anche i ragazzi vengono reclutati».

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ContrarioI­l consiglier­e circoscriz­ionale Massimo Posca (FI)

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