Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Una commissione antimafia» È scontro al primo Municipio
Di certo non avranno poteri d’inchiesta. Né potranno audire Procure e magistrati. Ma per tre mesi proveranno a respirare l’aria di Roma, come quella delle aule parlamentari. Con la differenza che il loro palazzo sarà a latitudini più basse: in via Trevisani a Bari, ex Ospedaletto dei bambini. Dove al massimo non ci saranno carte e faldoni da secretare, ma solo verbali di riunioni su riunioni. Utilissimi per raggiungere la soglia massima dei gettoni di presenza da erogare. Soprattutto se negli ultimi mesi della consigliatura, prima del ritorno alle urne.
Al primo Municipio decidono così di farsi un regalo di fine mandato istituendo l’insolita commissione speciale Antimafia. Tema sì delicatissimo e importante ma che rischia di restare solo lettera morta se affidato alle ex Circoscrizioni, mere e blande diramazioni territoriali del Comune, già di suo non competente a trattare i fenomeni legati alla criminalità organizzata.
La proposta approda questa mattina al quarto punto dell’ordine del giorno del Consiglio municipale scatenando alla vigilia la protesta delle opposizioni, pronte a bollare l’iniziativa come “spot da campagna elettorale e spreco di altro denaro pubblico”. «Ma stiamo scherzando? Ma i colleghi credono di essere onorevoli eletti a Roma? Torniamo alla realtà, dovremmo occuparci di temi più di nostra competenza come strade, scuole, pulizia, welfare, decentramento» attacca Massimo Posca (Forza Italia). L’idea di attivare una commissione speciale sull’Antimafia – ogni Municipio può istituirne solo una all’anno proprio per evitare la bulimia di gettoni andata in scena con le vecchie Circoscrizioni – ha vinto la concorrenza su altri temi come il decentramento e la toponomastica. Il primo tema per tentare di arginare, per i posteri, il fallimento dell’attuale decentramento; il secondo invece per eliminare tutte le doppie intitolazioni che affollano tutto il territorio che va dal Libertà sino a Torre a Mare passando per il centro. Alla fine però i consiglieri di maggioranza hanno scelto la terza via: affrontare l’emergenza criminalità.
«Sarà una commissione di studio e di analisi, vogliamo capire l’impatto che ha la mafia
I gettoni L’iniziativa potrebbe far lievitare i gettoni di presenza destinati ai consiglieri
sul nostro territorio, con tutte le sue implicazioni sociali ed economiche. E mi sorprende che qualche collega si chieda ancora se esista la mafia in città» spiega uno dei proponenti della commissione, il consigliere Nicola Biancofore (Sinistra Italiana). «Certo – aggiunge – non dovrà essere un gettonificio ma uno strumento di pungolo alle autorità competenti. Già con la commissione speciale sull’immigrazione abbiamo ottenuto un reale censimento degli immobili occupati e politiche di accoglienza dei migranti. Con lo studio delle dipendenze invece abbiamo recuperato molti minori a rischio. Ora – conclude il consigliere - vogliamo capire i numeri e l’organizzazione della mafia nei nostri quartieri, dove anche i ragazzi vengono reclutati».