Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Sequestrati beni per 127 mila euro a un maresciallo
Militare dell’Esercito ha intascato 127 mila euro
Si sarebbe auto -liquidato somme non dovute con assegni familiari per oltre 127mila euro per 15 anni. Sotto accusa un maresciallo dell’Esercito di 55 anni, di Altamura. Sequestrati i beni.
Si è autoliquidato assegni familiari non dovuti. Per quindici anni. Un maresciallo dell’Esercito di 55 anni (ora indagato) in servizio presso il Reggimento Bersaglieri di Altamura, dovrà ora restituire allo Stato 127 mila euro. La Procura regionale della Corte dei Conti ha disposto il sequestro conservativo dei beni riconducibili al militare per l’equivalente somma che si è illegittimamente attribuito. I militari del Nucleo di polizia economico finanziaria di Bari del Gruppo tutela spesa pubblica hanno sequestrato le quote relative a 4 immobili ad Altamura, quote di vari terreni sempre ad Altamura e saldi di vari conti correnti.
A dare il via all’indagine contabile sono stati gli accertamenti interni della Commissione d’inchiesta amministrativa istituita presso il Comando del 7° Reggimento Bersaglieri, all’esito della quale veniva accertata una illegittima attribuzione e conseguente erogazione di somme «poste in essere dal maresciallo in forza al Comando», è scritto in una nota della Guardia di finanza. Sulla base «di quanto risultato in sede di ispezione amministrativa interna, nonché sulla scorta delle successive indagini contabili della Guardia di finanza», coordinate dal vice procuratore generale Carlo Picuno, è emersa l’illegittima autoliquidazione «di somme in eccesso rispetto a quelle spettanti per un importo complessivo di 127.647,94 euro». In particolare l’indagato, nel periodo 2002-2007, avrebbe percepito assegni per il nucleo familiare pari ad oltre novemila euro (solo per il 2017) oltre a «numerose voci di compenso non spettanti, per oltre 118 mila euro per gli anni precedenti».
Per questa ragione la procura contabile ha proposto al presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei conti per la Puglia «un sequestro conservativo del valore della somma indebitamente percepita» da parte del maresciallo, «quale danno patrimoniale diretto (ammanco concreto nelle casse dell’amministrazione militare di cui faceva parte)». Una forma di garanzia nei confronti dell’Erario «in relazione al pericolo di dispersione dei beni fino alla definizione del giudizio». Contestualmente al provvedimento di sequestro, il militare è stato citato in giudizio per il prossimo novembre: gli è stata anche notificata una diffida al pagamento della somma indebitamente percepita oltre agli interessi nel tempo maturati.
L’inchiesta ha quindi accertato che il maresciallo non aveva diritto a percepire gli assegni familiari che, al contrario, sono riconosciuti ai lavoratori dipendenti, i cui nuclei familiari siano composti da più persone e che abbiano redditi inferiori a quelli determinati ogni anno dalla legge. Non era questo il caso del militare finito sotto inchiesta.